Puglia, raccolta dell'umido. Chiude un impianto. A rischio la continuità del servizio
A seguito della chiusura momentanea di uno degli impianti di compostaggio più grandi della Puglia, l’assessore all’Ambiente Lorenzo Nicastro ha convocato i restanti gestori privati pugliesi per assicurare la continuità del servizio, “in un‘ottica complessiva di pubblica utilità”. Ma il rischio che molti carichi, a partire dal primo giugno, possano finire in discarica, è piuttosto elevato
04 June, 2012
La notizia, passata in secondo piano su molti giornali, della sospensione delle attività (da maggio fino a settembre) dell’impianto di compostaggio di Modugno, causa adeguamenti strutturali, sta in realtà generando sconcerto e moti di protesta da parte di molti sindaci pugliesi. Non è la prima volta che gli impianti di compostaggio della Puglia non sottoposti alle regole di “servizio di pubblica utilità” creano difficoltà alle amministrazioni locali.
L’anno scorso, ad esempio, durante il ritiro del premio “Comuni Ricicloni di Legambiente 2011”, i sindaci dell’entroterra brindisino denunciavano il fatto che, a causa della chiusura per ferie, a luglio e ad agosto, dell’impianto di compostaggio di Modugno, diventava impossibile superare la media annuale del 60% di raccolta differenziata (RD). L’umido conferito in discarica, infatti, determina una decrescita delle percentuali di RD, oltre che uno spreco increscioso di materiale (il compost) e un forte aggravio dei costi. A conti fatti, in Puglia conferire una tonnellata di umido presso un impianto di compostaggio costa tra i 70 e gli 80 euro; in discarica, previo trattamento di selezione e biostabilizzazione, il costo aumenterebbe all’incirca di 50 euro, senza contare l’iva e l’ecotassa. Un salasso, dunque, per tutti quei comuni che hanno investito nei sistemi di raccolta differenziata. E il rischio che molti camion, a partire dal primo giugno, debbano conferire in discarica, è piuttosto elevato.
E il libero mercato? Perché non utilizzare altri impianti? Il problema è che ancora la domanda supera di gran lunga l’offerta. La mancanza di impianti pubblici e il numero esiguo di impianti privati (si contano su una mano), che si gestiscono tra l’altro in maniera del tutto slegata da ogni logica di servizio di pubblica utilità, sta determinando non pochi problemi a quelle amministrazioni che hanno effettuato il passaggio alle modalità di raccolta differenziata. Nonostante il boom della raccolta dell’umido in Puglia (l’impianto di Modugno riceve la frazione organica da numerosi comuni della regione: da Bari, dai comuni della provincia Bat, da Brindisi e provincia e da alcuni comuni dell’alto Salento), nonostante gli incentivi messi in campo dalla Puglia, nonostante il passaggio alla raccolta “porta a porta” di tutti i comuni della provincia di Bari che avverrà tra il 2012 e il 2013, all’orizzonte non si vedono privati che vogliano investire in questo settore.
D’altra parte molti imprenditori pugliesi (attuali proprietari di discariche e concessionari di impianti di biostabilizzazione e inceneritori) vedono nella realizzazione degli impianti di compostaggio dei concorrenti per tutta la filiera dell’indifferenziato. Senza cognizione di causa, probabilmente, poiché non considerano che il “compost” appartiene ad un altro segmento di mercato, che potrebbe determinare invece innovazione e ricchezza. Per venire incontro alle esigenze della amministrazioni locali la Regione Puglia ha in programma la costruzione di alcuni impianti pubblici a San Severo, Manfredonia e a Cellamare, e sta incentivando mediante bandi di gare la realizzazione di altre strutture.
Per l’immediato, inoltre, ha convocato con urgenza una riunione con i gestori degli impianti regionali di produzione di compost da frazione organica di RSU . “Obiettivo dell'incontro – ha dichiarato l'Assessore regionale alla Qualità dell'Ambiente Lorenzo Nicastro a seguito dell'incontro del 31 maggio 2012 - era quello di individuare un percorso condiviso per conferimenti straordinari dovuti alla momentanea sospensione dell'attività, per adeguamenti strutturali, dell'impianto Tersan Puglia”.
“Abbiamo prospettato ai gestori – ha quindi spiegato - l'esigenza del Governo regionale di affrontare una fase straordinaria ridistribuendo presso gli altri due impianti in provincia di Taranto (Progeva e Aseco) i quantitativi attualmente conferiti presso Tersan. È evidente l'esigenza di assicurare la continuità del servizio al fine di proseguire sulla via tracciata della differenziazione dei rifiuti, evitando agli enti locali problemi nella gestione quotidiana dei servizi”.
Nicastro ha poi sottolineato il senso di responsabilità dimostrato dai gestori e da tutto il sistema degli impianti nel prendere in carico la situazione, “in un‘ottica complessiva di servizio di pubblica utilità”, ed ha auspicato, però, la stessa forma di collaborazione da parte dei comuni che attualmente conferiscono a Tersan: “è essenziale - ha spiegato - affinché gli impianti non subiscano danni dall'aumentata mole di lavoro, rallentando così i flussi e provocando inciampi, che i servizi di raccolta e gli operatori puntino a migliorare sempre più la qualità della frazione organica. Quanto saranno efficienti nel ridurre la percentuale di impurità della frazione organica, tanto gli impianti di compostaggio saranno in grado di gestire gli aumentati flussi senza inceppamenti, riducendo al minimo eventuali problemi”. Nicastro ha infine concluso chiedendo a tutti un ulteriore sforzo collaborativo, nel rispetto degli impegni contrattuali assunti con i gestori degli impianti, al fine di non provocare criticità dovute ad elementi di natura finanziaria.