Rinnovabili, Comitato Ifi: condivisibile richiamo Ue sul Quinto conto energia
L'associazione dichiara di condividere le criticità segnalate al Governo italiano dal commissario europeo all'Energia. In particolare, Ifi chiede modifiche al sistema dei registri obbligatori
06 June, 2012
Il Comitato Ifi, come hanno fatto già altre associazioni nelle ultime ore, dichiara di condividere i contenuti della lettera di richiamo inviata all’Italia dal commissario Ue all'Energia, in cui si evidenzia il rischio insito nel meccanismo del registro obbligatorio che dovrebbe essere introdotto dal Quinto conto energia (in fase di approvazione proprio in questi giorni, ndr). La preoccupazione è che questo nuovo adempimento finisca con l'aumentare l’onere burocratico a carico degli operatori di mercato, mimando la sicurezza degli investimento.
Per questo il Comitato ribadisce la «necessità di una revisione del meccanismo del registro con l’obiettivo ultimo di abbassare oneri e complessità burocratiche senza andare a favorire gli effetti speculativi che si sono innescati negli ultimi anni».
Nel dettaglio, ecco le richieste di Ifi al Governo:
1. limitare l'introduzione del meccanismo del registro agli impianti fotovoltaici di potenza superiore a 200 KWp;
2. non applicare il meccanismo del registro per impianti fotovoltaici realizzati da Enti Pubblici e Pubblica Amministrazione;
3. non applicare il meccanismo del registro per gli impianti fotovoltaici realizzati su edifici industriali la cui produzione di energia venga completamente auto consumata dall'attività asservita.
La soluzione indicata dal Comitato, dunque, non prevede l’eliminazione tout court del registro, ma solo una sua revisione generale. «Ci siamo da sempre dichiarati contrari a misure che fossero depressive per il mercato degli impianti di taglia non speculativa – dichiara Alessandro Cremonesi, presidente di fi – L’indicazione contenuta nello schema di decreto di una soglia di registro a soli 12 Kw o 20 Kw significa perdere il potenziale di crescita dell’energia distribuita per le piccole e medie imprese».
«Già prima del Quinto conto – prosegue Cremonesi - l’onere burocratico a carico di chi voleva installare un impianto fotovoltaico era scoraggiante. Con il meccanismo del registro ad una soglia così bassa, si aggiunge anche l’incertezza dell’investimento. Chi deciderebbe di investire in un qualsiasi settore, senza conoscere a priori l’esito del proprio investimento?»
«In ultimo – conclude Cremonesi – ci aspettiamo la presenza di un premio "Made in Eu" sull’utilizzo di componentistica europea, moduli tradizionali e moduli non convenzionali utilizzati per impianti con caratteristiche innovative, unico elemento potenzialmente in grado di riequilibrare l’assetto competitivo del mercato, gravemente turbato da politiche di dumping e di consentire alle imprese italiane ed europee di non essere estromesse di fatto da un settore tra i più promettenti per il futuro dello sviluppo economico del nostro Paese».