Accordo Ecopneus e Agenzia delle Dogane per il monitoraggio dei flussi di Pneumatici Fuori Uso. Puglia maglia nera degli abbandoni
Ecopneus diventa partner tecnico dell’Agenzia delle Dogane per il tracciamento completo dei flussi di Pneumatici Fuori Uso esportati. La Puglia si presenta come la regione più afflitta dall'abbandono illegale di PFU
06 June, 2012
I traffici illeciti di rifiuti negli ultimi anni hanno coinvolto ben 19 regioni italiane e, sia come porti di transito sia come meta finale di smaltimento, 23 Stati esteri, tra cui Cina, Hong Kong, Malaysia, Russia, India, Egitto, Nigeria e Senegal. I Pneumatici Fuori Uso (PFU) sono tra i materiali più gettonati dai trafficanti: questa tipologia di rifiuti, infatti, è stata al centro di oltre il 10% del totale delle inchieste svolte dal 2002 ad oggi.
Per affrontare al meglio e contrastare questo fenomeno, l’Agenzia delle Dogane, il 6 giugno, in occasione del convegno “Il valore del riciclo, oltre ciò che si vede” che si è tenuto a Roma presso la Casa del Cinema, ha firmato con Ecopneus – principale soggetto nazionale senza scopo di lucro, operante dal 2011 nella gestione dei Pneumatici Fuori Uso (PFU) in Italia per conto dei propri soci - un protocollo d’intesa che vedrà la Società Consortile diventare partner tecnico dell’Agenzia per il monitoraggio dei flussi legati al commercio internazionale di PFU.
Ecopneus metterà a disposizione dell’Agenzia delle Dogane i dati del proprio sistema informatico per eventuali controlli e accertamenti sulle movimentazioni transfrontaliere di propria competenza e fornirà, se richiesto, tramite i propri esperti, assistenza tecnica alle strutture centrali e periferiche dell’Agenzia anche mediante perizie e analisi di laboratorio nell’ambito delle attività di prevenzione e repressione degli illeciti, portate avanti dalle Dogane.
Ecopneus, infatti, per monitorare e coordinare i flussi di PFU lavorati dalla propria filiera, si è dotata di un sofisticato sistema informatico in grado di garantire la completa tracciabilità di ogni chilogrammo di PFU raccolto, trattato e portato a recupero e la sua condivisione porterà informazioni puntuali e dettagliate a servizio degli agenti doganali per una più efficace lettura e interpretazione dei flussi di PFU all’interno di operazioni di import export.
I traffici organizzati di PFU si muovono prevalentemente lungo le rotte oceaniche e la tecnica maggiormente utilizzata dalle holding criminali, che esportano illegalmente questi materiali, consiste nella falsificazione dei formulari di identificazione dei carichi di rifiuti che vengono spacciati per “cascame o avanzo di lavorazione” oppure per “pneumatici ancora riutilizzabili”, in modo da sottrarsi alla disciplina internazionale dei movimenti transfrontalieri di rifiuti (regolamento CEE 1° febbraio 1993, n. 259). L’esportazione di PFU e di rifiuti derivati dalla loro riduzione volumetrica si è diretta negli ultimi anni soprattutto verso i paesi del far east che maggiormente impiegano i combustibili derivati da rifiuti in sostituzione ai combustibili fossili.
I PFU che escono dai porti italiani alla volta di paesi di nuova industrializzazione vengono sottratti ad una molteplicità di utilizzi legali. Possono essere infatti usati in opere di ingegneria civile, nella realizzazione di superfici sportive, per la produzione di presidi per la sicurezza stradale, elementi di arredo urbano e per la realizzazione di tratti stradali che garantiscono, grazie al polverino di gomma presente nel conglomerato bituminoso, una durata maggiore, minori costi di manutenzione, riduzione del rumore generato dal passaggio dei veicoli e migliore aderenza.
I traffici illeciti verso i paesi esteri rappresentano insieme agli abbandoni abusivi in Italia i due principali ambiti su cui la normativa che regola il nuovo Sistema di Gestione dei PFU mira ad incidere per controllare pienamente i flussi di Pneumatici Fuori Uso prodotti ogni anno in Italia.
Gli abbandoni abusivi in Italia
Negli ultimi 10 anni si è assistito in Italia al proliferare di un vero e proprio mercato nero dei PFU, che ha determinato rilevanti problemi ambientali, causando enormi danni economici alle casse dello Stato e pregiudicando le attività delle aziende che operano correttamente nel mercato, private di preziosa materia prima da trattare.
Dal 2005 ad oggi sono state individuate ben 1.415 discariche illegali di PFU, per un’estensione che supera pericolosamente i 7 milioni di metri quadrati (per l’esattezza 7.470.841). Negli ultimi 8 mesi sono state sequestrate 93 discariche illegali per un’estensione che supera i 500 mila metri quadrati (506.954 per la precisione); 54 siti al Sud, 17 al Centro, 11 al Nord e 11 nell’Italia insulare.
La geografia dei siti fuori legge vede Campania, Puglia, Calabria e Sicilia registrare i numeri più elevati di abbandoni abusivi. In queste regioni, infatti, sono stati scoperti negli ultimi 8 mesi 58 siti illegali, per una estensione pari a quasi 500 mila metri quadrati (esattamente 447.850): il 62,4 % di quelle scoperte su tutto il territorio nazionale. Prima la Puglia con 28 siti illegali, poi la Calabria con 14, la Campania con 10 e la Sicilia con 6. L’Emilia Romagna è la prima regione del nord con 6 siti accanto al Molise con 6 siti per le regioni del centro. In Sardegna sono stati sequestrati 5 siti.
Le province con il maggior numero di discariche sequestrate negli ultimi 8 mesi sono Taranto con 10 siti individuati per una superficie di 81.650 mila metri quadrati e Cosenza con 10 siti per una superficie di 36.000 metri quadrati; seguono, con 9 discariche illegali scoperte ma una superficie che supera i 120 mila metri quadrati figura Lecce, Brindisi con 7 siti, Campobasso con 6 e Siracusa con 5.
Nel quadro complessivo relativo agli ultimi 7 anni, la Puglia si presenta come la regione più afflitta da questo fenomeno: 304 siti illegali per una superficie di circa 3 milioni di metri quadrati, da sola rappresenta il 21,5% del totale complessivo. Segue la Campania con 231 siti (1 milione di metri quadrati di superficie), la Calabria con 218 discariche e la Sicilia con 192 siti. Tra le regioni del centro, il Lazio con 97 discariche illegali è la più colpita in senso assoluto, anche se è la Toscana a registrare la più ampia estensione di aree sotto sequestro, per ben 408.554 metri quadrati. Il Piemonte è la regione del nord con il più alto numero di siti fuori legge, 41, pari a 181.650 metri quadrati. La Sardegna con 52 discariche abusive fa registrare ben 456 mila metri quadrati di suolo occupato da questa tipologia di rifiuto.
I dati non sono però del tutto negativi perché riflettono le attività sempre più efficaci delle forze dell’ordine che, negli ultimi anni in particolare, hanno rafforzato i controlli facendo emergere una grossa fetta di illegalità e accertando in diverse indagini giudiziarie la presenza di organizzazioni criminali che fanno affari con gli smaltimenti illeciti di rifiuti in generale e di PFU, anche attraverso l’utilizzo di diversi porti italiani per le attività illegali di export. Inoltre l’attuazione di un sistema che effettua gratuitamente la raccolta di PFU presso gli operatori garantisce un monitoraggio capillare e costante della loro successiva movimentazione, fino all’avvenuto recupero, costituisce di per sé elemento scoraggiante e deterrente verso pratiche illegali, nonché rende la legalità economicamente vantaggiosa per tutti gli operatori della filiera.
"Ora dobbiamo continuare ad investire e lavorare per promuovere lo sviluppo, nel medio-lungo periodo, di un mercato forte, stabile e articolato – ha dichiarato Giovanni Corbetta, Direttore Generale di Ecopneus – per il reimpiego dei materiali derivati dai PFU che crei una reale Green Economy, scoraggi comportamenti scorretti e contribuisca ad eliminare definitivamente questi fenomeni legati all’illegalità".
A partire dal 7 settembre 2011, data in cui è diventato pienamente operativo il nuovo sistema di gestione dei PFU, ad oggi, Ecopneus, grazie alla partnership con gli impianti di trattamento e le società di raccolta e trasporto su tutto il territorio nazionale, ha potuto avviare a corretto trattamento oltre 190 milioni di kg di PFU, evitandone l’abbandono indiscriminato in discariche abusive o ai lati della strada e assicurandone il corretto recupero sia di energia che di materia per applicazioni di pubblica utilità (asfalti modificati, superfici sportive, pannelli isolanti, pavimentazioni antitrauma).
Il Direttore dell’Agenzia delle Dogane, Giuseppe Peleggi, ha evidenziato che l’accordo firmato oggi consentirà un ulteriore rafforzamento del dispositivo di analisi e contrasto dei traffici illeciti di PFU attuato dall’Agenzia che ha già registrato significativi risultati contribuendo in modo determinante all’effettuazione di numerosi e consistenti sequestri nel corso degli ultimi anni.
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