Nuove piste ciclabili, Milano in ritardo
Il Piano della mobilità milanese prevede di raggiungere 300km di percorsi per ciclisti entro il 2015. Ora siamo a 160km. Aspettando la realizzazione dei futuri tragitti, tre proposte da Salvaciclisti per le due ruote e a vantaggio dei ciclisti
10 June, 2012
La Road Map per una Milano ciclabile pedala in salita. I passi di montagna da attraversare sono quelli della realizzazione delle piste ciclabili. Il Piano della mobilità prevede di avere, entro il 2015, 300 km di percorsi per le due ruote. In città, per ora, ce ne sono circa 160.
Intanto, nel giro di qualche settimana saranno realizzate le ciclabili da QT8 al quartiere Gallaratese, da piazza Medaglie d’Oro a Chiaravalle e in corso Indipendenza dove mancano gli ultimi 20 metri intralciati da un negozio di fiori in scadenza che non vuole traslocare.
Nella primavera 2013 si prevede l’avvio dei lavori –i fondi sono stati approvati- per i tratti Duomo-Sempione, Duomo-Monforte e il completamento del tratto Duomo-Porta Nuova. Ma in previsione ci sono altri tre percorsi: Lotto-Triennale, viale Fermi-Comasina, Portello-Molino Dorino. In questi casi i tempi potrebbero essere più lunghi. Il Comune di Milano si sta anche impegnando a trasformare in opere ciclabili gli spazi recuperabili. Come in via Pellegrino Rossi dove sono stati tolti i binari del tram e si sta realizzando la corsia ciclabile.
Realizzare le piste ciclabili non sarà un gioco per Palazzo Marino. I punti critici sono gli incroci, ma anche i marciapiedi stretti e gli attraversamenti di strade ad alta percorrenza come le circonvallazioni. In sostanza, ci vorranno anni prima di raggiungere l’obiettivo prefissato dei 300km.
Nel frattempo occorre pensare a soluzioni a vantaggio delle due ruote. Tre proposte le ha fatte il movimento Salvaciclisti, che si richiama alla campagna lanciata dal quotidiano inglese The Guardian lo scorso febbraio e alla quale Milano ha risposto subito. La prima proposta sono le Zone Trenta. Già sperimentate in città europee, sono interi quartieri dove c’è il limite dei 30 all’ora. Un beneficio in termini di mobilità ma anche di sicurezza. La seconda è di incentivare il trasporto bici sul metrò. Ora le due ruote possono viaggiare dalle 20 alle 7 nei fine settimana. Per Salvaciclisti è troppo poco. Occorre aumentare la fascia oraria escludendo solo gli orari di punta. La terza è la campagna culturale. Occorre insistere sulla comunicazione per far crescere una maggiore consapevolezza del ruolo e importanza degli spostamenti a pedali. Su quest’ultimo punto Palazzo Marino ha messo in moto un processo partecipato con associazioni, cittadini, negozi di bici, ciclofficine.