In bici al lavoro. Regione Puglia scrive a Governo per estendere tutele Inail
Una lettera inviata dall’assessore alla mobilità sostenibile della Regione Puglia Guglielmo Minervini al Ministro del lavoro Elsa Fornero, per estendere le tutele Inail ai ciclisti. "Rileviamo, di contro, che la normativa sugli infortuni in itinere penalizza, se non discrimina, chi usa la bicicletta per andare al lavoro"
11 June, 2012
“Chi va al lavoro in bicicletta in Italia non è tutelato in caso di infortunio in itinere tra casa e ufficio, per questo occorre riconsiderare la disciplina degli infortuni sul lavoro estendendone le tutele”. È quanto chiesto, attraverso una lettera, dall’assessore alle infrastrutture strategiche e mobilità della Regione Puglia, Guglielmo Minervini, al Ministro del lavoro Elsa Fornero e al commissario straordinario dell’Inail Massimo de Felice.
“La morsa della crisi – spiega Minervini - gli alti costi della benzina, la crescente attenzione dei cittadini alle tematiche di sostenibilità e le politiche sulla mobilità della Regione Puglia stanno concretamente aumentando il numero di spostamenti in bicicletta. Rileviamo, di contro, che la normativa sugli infortuni in itinere penalizza, se non discrimina, chi usa la bicicletta per andare al lavoro”.
Infatti, il Decreto Legislativo 23 febbraio 2000, n. 38 che disciplina gli infortuni sul lavoro, nei casi di infortunio in itinere, copre il dipendente solo se il tragitto casa-lavoro è percorso a piedi o con i mezzi pubblici. Il Decreto non riconosce, invece, l’infortunio avvenuto con mezzi privati, vale a dire in macchina, in moto o in bici salvo che il lavoratore dimostri che “l’uso è stato necessitato” (es. assenza o insufficienza dei mezzi pubblici di trasporto, non percorribilità del tragitto a piedi).
In particolare, poi, l’Inail con una recente circolare sugli infortuni in itinere occorsi utilizzando la bicicletta privata o quella dei servizi di "bike-sharing", ha chiarito che al lavoratore viene riconosciuta la tutela solo se l’infortunio avviene su pista ciclabile o zona interdetta al traffico. “Le nostre città – aggiunge Minervini –, nonostante gli sforzi fatti negli ultimi anni per la creazione di piste ciclabili, non sono ancora a misura di ciclista. Molto deve ancora essere fatto e in un periodo di ristrettezza di risorse non è sempre facile. Nonostante questo il "bike-sharing " è esploso nelle grandi città ed è utilizzato soprattutto da lavoratori per gli spostamenti verso i luoghi di lavoro. Com’è possibile negare ancora forme di tutela a chi meritoriamente sceglie di andare al lavoro in bicicletta?” Il Presidente Monti ha, inoltre, pubblicamente invitato il movimento #Salvaiciclisti, al cui manifesto la Regione Puglia ha aderito, a proseguire il proprio impegno “per attirare l’attenzione su quanto si può fare a tutti i livelli per migliorare le condizioni di mobilità di chi usa la bicicletta per muoversi in città”.
Con l’estensione della tutela ai lavoratori in bicicletta, come la stessa Fiab ha già sollecitato in passato, il governo può concretamente offrire il suo contributo. “Si ritiene fondamentale – conclude Minervini - un intervento legislativo che modifichi la tutela INAIL estendendola, senza condizioni, al lavoratore che usa la bicicletta per raggiungere il luogo di lavoro e che subito si intervenga con una circolare interpretativa dell’art.12”.