Emergenza rifiuti a Roma, spunta l’ipotesi Emilia
Ancora al vaglio l'ipotesi del trasferimento di rifiuti all'estero, ma prende consistenza anche l'eventualità di portarli in altre regioni: i costi sarebbero meno gravosi. Le associazioni ambientaliste però attaccano: "Il problema non verrebbe comunque risolto"
15 June, 2012
Mentre sui siti per la discarica provvisoria resta tutto bloccato, dalla girandola di summit del prefetto Sottile con i vari enti locali germogliano nuove soluzioni per ovviare al caos rifiuti che attanaglia la Capitale. La chiusura di Malagrotta, come era nell’aria e come è noto ormai da mercoledì, verrà prorogata, e con ogni probabilità fino al termine di questo 2012. Ma nella serata di ieri, dopo una giornata convulsa di incontri con Regione e comune, il commissario ha ipotizzato altre soluzioni. “Stiamo imbastendo un piano che ci consenta di portare una parte dei rifiuti all’estero. Lo stiamo valutando da giorni. Ma c’è anche l’eventualità che questi rifiuti possano essere mandati in altre regioni”. Nel vertice di ieri mattina con Alemanno e Polverini, si è fatto spesso il nome dell’Emilia Romagna: lì ci sono delle aree dotate degli impianti e delle strutture necessarie per procedere allo smaltimento. Scenario che comporterebbe costi meno gravosi rispetto alla “pista” estera.
Ma gli ambientalisti, prima tra tutti Legambiente, non hanno affatto gradito la proposta dispostare altrove i rifiuti romani. Si tratta di "un’idea da rigettare nel modo più assoluto". Secondo il vice presidente dell’associazione ambientalista, Stefano Ciafani, "non vanno replicati modelli sbagliati dal punto di vista ambientale, come quello praticato più volte in Italia nel passato o adottato più recentemente a Napoli, con i rifiuti che vengono smaltiti nelle discariche pugliesi e negli inceneritori del nord Europa". Per Ciafani va arrestato subito anche il toto-discariche. “La capitale deve attrezzarsi con soluzioni serie, mettendo in pratica il piano rifiuti delineato dal ministro Corrado Clini e attuando in tempi brevi il piano, scritto dal Conai, sulla trasformazione della raccolta differenziata con il sistema porta a porta". E Ciafani sottolinea anche un'altra carenza, che potrebbe addirittura peggiorare nei prossimi mesi: "Nel dibattito sui rifiuti di Roma continuano inoltre a mancare i progetti per colmare la grave carenza di impianti di trattamento dell’organico, destinata ad aggravarsi con l’auspicato e necessario aumento della percentuale di raccolta di rifiuti finalizzata al riciclaggio".
Legambiente non è l’unica associazione che guarda con sospetto a questa ipotesi. Alfonso Fimiani, Presidente dei Circoli dell’Ambiente, parla di un problema che sta a monte. “Prorogare Malagrotta o portare i rifiuti altrove sono due finte soluzioni: se non arriva un’accelerata sull’impiantistica e sul progetto per avviare la raccolta differenziata, ogni 6 mesi il problema qui a Roma si ripresenterà. E avanti di questo passo, sarà quello che succederà”. Insomma, le prossime rimarranno ore calde: il commissario Sottile ha annunciato che un piano strategico sul trasferimento dei rifiuti sarà presentato, se ci sarà la fattibilità, entro la fine del mese.