Efficienza energetica, c'è l'accordo sulla direttiva Ue
Le istituzioni comunitarie hanno trovato un'intesa provvisoria sul testo della nuova direttiva: non sono previsti obblighi vincolanti di riduzione dei consumi a carico degli Stati membri, ma per la prima volta si introducono diverse misure obbligatorie in chiave efficienza. Ora si attende il voto definitivo di Parlamento e Consiglio
18 June, 2012
Era nell'aria già da qualche giorno: dopo quasi un anno di negoziati, l'Europarlamento, il Consiglio europeo e Commissione Ue hanno raggiunto un accordo provvisorio sul testo della direttiva in materia di efficienza energetica. Lo ha annunciato l'eurodeputata Amalia Sartori, presidente della Commissione Industria, ricerca ed energia presso il Parlamento europeo, precisando che il provvedimento non dovrebbe comunque contenere obiettivi vincolanti di riduzione dei consumi a carico degli Stati membri.
«Anche il terzo pilastro della strategia europea per raggiungere gli obiettivi energetici al 2020 è stato adottato: ora l'Europa ha una tabella di marcia che permetterà l'applicazione di misure che contribuiranno in maniera sostanziale a rendere più efficiente l'utilizzo dell'energia da parte degli Stati membri – ha dichiarato Sartori – L'accordo è la sintesi di difficili negoziati che ho voluto seguire fin dall'inizio e che hanno impegnato le tre istituzioni ad un avvicinamento graduale ma significativo delle proprie posizioni». Nei mesi scorsi, in effetti, diversi schemi di direttiva messi a punto dalla Commissione e approvati dal Parlamento erano stati bocciati dal Consiglio europeo, a causa delle resistenze da parte di alcuni Paesi.
Anche per questo, l'accordo provvisorio non prevede obiettivi vincolanti per gli Stati membri, ma introduce comunque una serie di misure obbligatorie che dovrebbero permettere all'Ue di aumentare del 20% l'efficienza energetica entro il 2020. In particolare, la direttiva stabilisce una serie di obblighi per la riqualificazione energetica degli edifici pubblici, che dovranno essere ristrutturati in chiave efficienza a un ritmo del 3% annuo della superficie totale occupata da “edifici riscaldati o raffrescati possedute e occupate dal governo centrale”. Richiesta anche una maggiore diffusione di tecnologie efficienti, come i contatori intelligenti, la cogenerazione ad alto rendimento e il teleriscaldamento. Novità in arrivo anche per quanto riguarda le imprese energetiche, che dovranno diminuire i consumi nella vendita annuale di energia ai clienti finali di almeno l’1,5% annuo dal 2014 al 2020.
«Forse non è il livello di ambizione che il Parlamento si attendeva, ma è stato il massimo ottenibile in questo momento economico - ha aggiunto Sartori - Abbiamo comunque trovato l'accordo anche su una clausola di revisione più restrittiva che permetterà di monitorare i progressi che gli Stati membri faranno e, se necessario, intervenire entro il 2016 rafforzando le disposizioni per ottenere tali progressi». Secondo l'intesa, infatti, i Governi nazionali dovranno fissare il proprio obiettivo indicativo di riduzione dei consumi e presentare alla Commissione un piano d’azione per l’efficienza energetica ogni tre anni, nel 2014, 2017 e 2020.
Ottimista l'eurodeputato dei Verdi Claude Turmes, che ha condotto la trattativa tra le varie istituzioni Ue: «Questo accordo darà una spinta all’economia europea e contribuirà alla sicurezza energetica e al raggiungimento degli obiettivi climatici – ha dichiarato - La nuova legislazione sull’efficienza energetica prevede misure vincolanti, che contribuiranno in misura significativa a mantenere l’impegno di ridurre il consumo energetico del 20% entro il 2020».
Un entusiasmo condiviso dal Commissario Ue per l’energia, Günther Oettinger, che in passato si era detto più volte molto pessimista riguardo alla possibilità dell'Europa di raggiungere il target efficienza al 2020. «Per la prima volta abbiamo introdotto misure di efficienza energetica giuridicamente vincolanti, l’Europa è ora molto più pronta a raggiungere l’obiettivo del 20% di efficienza energetica per il 2020 – ha commentato - Le misure ridurranno la nostra bolletta energetica, genereranno ulteriore crescita e occupazione, stimoleranno gli investimenti e renderanno i nostri prodotti energeticamente più efficienti». A questo punto, il testo sul quale è stato raggiunto l'accordo di massima dovrà essere approvato da Parlamento e Consiglio.