Di ritorno da Rio+20. La testimonianza di Walter Facciotto (dg Conai)
Il Consorzio Nazionale Imballaggi ha partecipato alla Conferenza sullo Sviluppo Sostenibile dove ha presentato il proprio modello di gestione dei rifiuti di imballaggio e i risultati raggiunti in 15 anni di attività. Al ritorno da Rio+20, Eco dalle Città ha intervistato il direttore generale Conai, Walter Facciotto
26 June, 2012
Com'è nata la presenza di Conai alla Conferenza Rio+20?
L'invito a partecipare è arrivato dal Ministero dell'Ambiente. Oltre al Conai, a Rio+20 erano presenti altre aziende italiane operanti in diversi settori della green economy. Noi siamo stati invitati in qualità di eccellenza nella gestione di rifiuti di imballaggio. E questo aspetto è stato riconfermato dallo stesso ministro Clini nel corso del convegno organizzato dal Ministero alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni brasiliane.
Nel corso del convegno ho presentato il modello Conai e i risultati raggiunti in 15 anni di attività. Nel mio intervento ho sottolineato i punti essenziali del nostro sistema. In primo luogo rispetto ad altri Paesi europei, l'adozione di un modello basato sulla responsabilità condivisa che vede il coinvolgimento di cittadini, Comuni e imprese che avviano a riciclo e recupero il materiale. La seconda caratteristica è il fatto che in questi anni ci siamo occupati di tutti gli imballaggi, non solo domestici ma anche di provenienza industriale, mettendo a disposizione una rete di piattaforme per le imprese che possono avviare a riciclo anche i propri rifiuti senza alcun costo (se non quello del trasporto). Il terzo punto riguarda invece lo sviluppo: ho parlato dei cosiddetti giacimenti metropolitani, cioè del fatto che esiste la possibilità di rimettere nel ciclo produttivo i materiali di imballaggio che hanno esaurito il loro compito principale invece che mandarli in discarica senza nessun altro tipo di vantaggio.
Ma qual è la situazione della città brasiliana per quanto riguarda la gestione dei rifiuti di imballaggio?
Quella che ci hanno presentato è una situazione abbastanza articolata dove sono presenti una serie di servizi sia di raccolta sia di valorizzazione dei materiali. Il sistema di raccolta forse potrebbe essere migliorato ma bisogna tenere conto che la città brasiliana ha molte più complessità rispetto alle città italiane: Rio de Janeiro, oltre ad essere una metropoli di 6 milioni di abitanti, contiene la più grande foresta all'interno di un'area urbana.
In passato avete già presentato il modello Conai in appuntamenti di portata mondiale?
Non è la prima volta. In passato abbiamo già partecipato ad alcune edizioni della COP, la Conferenza ONU sul clima. Il modello Conai è stato inoltre presentato a Shangai in occasione dell'Expo dove entrammo in contatti con i rappresentanti del Ministero dell'ambiente cinese.
A Rio+20 si è parlato anche di cambiamenti climatici. In termini di emissioni, quali sono i vantaggi derivanti dall'adozione di un modello come quello di Conai per la gestione dei rifiuti di imballaggio?
I vantaggi sono rilevanti rispetto all'utilizzo delle materie prime vergini. Secondo lo studio che abbiamo commissionato alla società Althesys è risultato che in dieci anni di attività Conai il beneficio netto è stato di oltre 9,3 miliardi di euro. La raccolta e il riciclo dei rifiuti di imballaggio hanno permesso inoltre di evitare emissioni di CO2 per il 63,3 milioni di tonnellate. Per alcuni tipi di materiali, inoltre, è stato notevole anche il risparmio dal punto di vista energetico. Il caso più eclatante è l'alluminio: produrre nuovi manufatti con alluminio riciclato permette di risparmiare il 95% di energia rispetto alla produzione partendo dalla materia prima vergine. E' innegabile quindi che il riciclo delle materie prime costituisca un beneficio ambientale da un lato ed economico dall'altro, soprattutto per un Paese come il nostro, privo di materie prime vergini.