Decreto sugli incrementi edilizi, spuntano le norme antisismiche
Il piano del governo sugli aumenti di volumetria delle abitazioni, che sarà discusso dal Consiglio dei ministri e nella Conferenza con le Regioni, dovrebbe subordinare la concessione del premio di cubatura a interventi antisismici. Probabile anche l'applicazione di sgravi fiscali a chi metterà in sicurezza la propria casa
14 April, 2009
Il devastante terremoto che ha colpito l'Abruzzo nei giorni scorsi ha avuto effetti anche sul decreto legge sugli incrementi edilizi all'esame del pre-Consiglio dei ministri e poi - quando sarà - della conferenza con le Regioni.. Nel testo del provvedimento, infatti, dovrebbe essere inserita una nuova norma che concede il premio di cubatura del 35% solo a chi, dopo la demolizione del proprio edificio, lo ricostruisce non solo applicando misure di riduzione energetica, ma anche rispettando appieno le normative antisismiche. Quello che non è ancora chiaro è se saranno necessari entrambi gli interventi (risparmio energetico e sicurezza antisismica) per poter realizzare l'aumento volumetrico dell'immobile, o se, al contrario, basterà l'applicazione di una sola delle due “migliorie” per incrementare del fatidico 35%.
Sempre sul fronte della prevenzione dei danni da terremoto, nel decreto potrebbe trovar posto l’estensione agli interventi antisismici degli sgravi Irpef del 55%, finora previsti solo per le ristrutturazioni energetiche degli edifici. Dovrebbe dunque essere consentita la detrazione dall’Irpef e dall’Ires (l’imposta sui redditi delle aziende) del 55% della spesa sostenuta per l’adeguamento antisismico. È ancora da chiarire se lo sgravio sarà concesso ai residenti nell’intero territorio nazionale o soltanto ai proprietari di immobili situati in aree a forte rischio sismico, una decisione che, visti i costi notevoli del provvedimento, dipenderà dal parere del ministero dell'Economia.
Quel che è certo è che il testo del decreto, che dovrebbe essere discusso, dopo un paio di rinvii, nel pre Consiglio dei ministri di venerdì 17 aprile, risulterà abbastanza diverso da quello proposto inizialmente e già modificato a seguito dell'accordo con le Regioni. Un testo originario che, come scrive Salvatore Settis su Repubblica, «incoraggiava ampliamenti indiscriminati di tutti i fabbricati, infestando case e condomini con funeste escrescenze: ampliamenti del 20% degli edifizi ultimati entro il 2008, per giunta con opzione di acquisto dai vicini delle quote di loro spettanza, onde raddoppiare (e oltre) quel 20%; per chi abbatta un edificio, possibilità di ricostruirlo ampliato del 35%. Il tutto in deroga a ogni norma vigente, mediante il ricorso massiccio al silenzio-assenso e alla d.i.a. (dichiarazione inizio attività), che perfino nei centri storici doveva precedere (di fatto, sostituire) il parere delle Soprintendenze, ribaltando la sequenza prevista dal Codice dei Beni Culturali e dal Testo Unico per l´edilizia». Un giudiziomolto critico, condiviso da Ermete Realacci, ministro ombra dell'Ambiente del Partito Democratico, che, a margine di un convegno, aveva dichiarato ad Eco dalle Città: «La prima versione del decreto legge sugli ampliamenti edilizi era semplicemente ridicola. Consentire l'aumento di cubatura del 35%, anche eventualmente cambiando la destinazione d'uso, di edifici abbattuti e ricostruiti solo a fronte della “introduzione di misure di bioedilizia o dell'uso di fonti energetiche rinnovabili o di risparmio idrico” altro non era che una provocazione. Nel testo non c'era alcuna indicazione precisa, ma solo la possibilità di innalzare le cubature in deroga agli strumenti di pianificazione. Ora aspettiamo il nuovo testo».
Che cosa nasconde il piano B del governo - da La Repubblica del 14.04.09