Puglia, lo 0,5% del territorio è destinato alla produzione di energia. Gli interventi dei relatori
Consegnato il premio "Comuni raggianti" a S.Agata di Puglia, Surano e Tiggiano. Ai comuni con più di 10.000 abitanti il podio va a San Pancrazio Salentino, Torre Santa Susanna e Santeramo in Colle. Gli interventi di Giuseppe Onufrio, Gianfranco Padovan, Mario Tozzi. Per la Puglia interviene Antonello Antonicelli: "Solo lo 0,5% del territorio impiegato per la produzione di energia"
07 July, 2012
Con il patrocinio dell’Assessorato alla Qualità dell’Ambiente della Regione Puglia e del Comune di Bari è stato consegnato il 6 luglio 2012, il Premio “Comuni raggianti” alle amministrazioni virtuose che negli ultimi anni si sono distinte nella promozione di impianti fotovoltaici di piccola taglia (potenza inferiore ai 20 kWp). Il premio è stato consegnato sulla base del rapporto dei kWh prodotti da un'amministrazione in un anno da fonti rinnovabili (eolico e solare) e il numero di abitanti del comune.
Il podio per la categoria "Piccoli comuni" è andato a S.Agata di Puglia, Surano e Tiggiano. Quarta l’amministrazione di Troia (Foggia) pioniera dell’eolico in Puglia sin dal 1996 e rappresentata dall’assessore all’ambiente Carmine Martino il quale ha spiegato a Eco dalle Città il metodo “burocrazia a chilometro zero” basato sull’efficienza degli uffici tecnici comunali. Ancora a seguire Melpignano, Torchiarolo, Nociglia, Zollino e Giuggianello.
Tra le amministrazioni al di sopra dei 10.000 abitanti spicca al primo posto come Comune Raggiante, San Pancrazio Salentino. Seconda Torre Santa Susanna e terzo Santeramo in Colle. Sotto il gradino del podio, in ordine, Trepuzzi, Castellana Grotte, Taviano, Cassano delle Murge, Leverano, Conversano.
Nella speciale classifica dei capoluoghi, un premio è andato alle amministrazioni di Lecce, Foggia e Taranto. La provincia di Lecce ha ricevuto un premio per la sua categoria.
IL CONVEGNO
Moltissimi i temi trattati e gli interventi di autorità politiche ed esperti del settore tenuti durante il convegno organizzato da EnergoClub Onlus e coordinati dal noto divulgatore scientifico Mario Tozzi: dai costi delle fonti fossili alle prospettive di sviluppo delle rinnovabili in Puglia, dall’adesione al Patto dei Sindaci alla valorizzazione delle risorse territoriali, alla diffusione di opportunità per l’economia locale.
Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo Greenpeace Italia, ha messo in evidenza l’indice che tutti, esperti del settore e amministratori, dovrebbero tenere più in considerazione, ossia quello del costo della vita umana. L’indice si azzera in presenza di impianti da fonti rinnovabili, al contrario aumenta con gli insediamenti degli impianti a combustibile fossile (Carbone, Petrolio). A Porto Tolle, ad esempio, ha spiegato Onufrio, gli studi stimano 54 morti all’anno per un raggio di azione di 200 chilometri.
Gianfranco Padovan, direttore EnergoClub Onlus, ha improntato il suo intervento sulla possibilità reale nel breve-medio periodo di eliminare del tutto gli incentivi alle fonti rinnovabili. Padovan ha avvertito gli amministratori che non manca molto al tempo in cui il costo del kwh “autoprodotto” realizzato dagli impianti da fonti rinnovabili uguaglierà il costo del kwh “prodotto” dagli impianti a combustibile fossile. Quando accadrà sarà possibile costruire gli impianti senza incentivi, così come già avviene oggi in Spagna.
Mario Tozzi, a chiusura dell’intervento di Padovan, ha spiegato che probabilmente saranno in futuro gli aumenti dei costi di estrazione delle fonti fossili (in primis il petrolio) a determinare la convenienza delle fonti rinnovabili, e ha invitato Antonello Antonicelli, dirigente del settore Ambiente della Regione Puglia, a spiegare l’evoluzione del modello pugliese nonostante solo lo 0,5% del territorio sia stato impiegato per la produzione di energia fotovoltaica e eolica con gli impianti a terra.
Antonicelli ha dichiarato che la Puglia ha avuto da un lato il merito di essere stata la prima Regione in Italia a sviluppare le fonti rinnovabili, dall’altro l’onere di aver messo in evidenza e dunque accorciato i problemi dei rapporti in materia energetica tra Stato e Regioni.
Infatti, in una cornice in cui è stata (ed è tutt’ora) rilevante l’assenza di una strategia nazionale, la pianificazione della Puglia in vigore già dal 2007, è stata bocciata più volte in alcune sue parti dalla Corte Costituzionale per il motivo per cui dovrebbe essere proprio lo Stato a legiferare e indirizzare le Regioni in maniera organica in materia energetica, non essendo quest’ultime deputate a farlo. Pianificazione regionale che è tuttavia necessaria, ha spiegato Antonicelli, proprio per non affidare in maniera esclusiva al mercato e agli interessi dei privati la pianificazione dello sfruttamento delle risorse.