Quinto conto energia, tutti negativi i commenti delle associazioni
Aspre le critiche delle associazioni delle rinnovabili elettriche nei confronti del Quinto conto energia. Il testo accoglie solo in minima parte le richieste degli operatori di settore, che ora temono per la sopravvivenza delle aziende
09 July, 2012
Un coro unanime di proteste. Le reazioni delle principali sigle del fotovoltaico al testo finale del Quinto conto energia sono tutte molto critiche, com'era prevedibile, visto il clima delle ultime settimane, surriscaldato dalle richieste di modifica alla prima versione del decreto e dalla polemica sulla “competizione” tra le rinnovabili elettriche e quelle termiche.
Ises Italia: «Il decreto non aiuta le rinnovabili termiche»
Proprio su questa presunta incompatibilità verte il commento a caldo di Giovan Battista Zorzoli, presidente di Ises Italia (sezione nazionale dell'International solar energy society). «Il rifiuto del Governo di accogliere la quasi totalità dei miglioramenti al Quinto conto energia e al decreto sulle altre rinnovabili elettriche, proposti dalle Regioni e dalle associazioni di categoria, non si giustifica – dichiara - con la conclamata volontà di dare priorità alla promozione delle rinnovabili termiche e dell’efficienza energetica». Secondo l'associazione, infatti, l'efficienza e le rinnovabili termiche necessitano piuttosto dei decreti attuativi rinviati da mesi, mentre i nuovi provvedimenti rischiano di infliggere un duro colpo a tutte le rinnovabili, «deprimendo un settore che negli ultimi anni ha svolto una funzione anticiclica».
Aper: «Permangono gravi elementi»
Senza appello anche il giudizio di Agostino Re Rebaudengo, presidente di Aper (Associazione produttori energia da fonti rinnovabili), che pur salutando con sollievo la fine del periodo di incertezza che ha preceduto la pubblicazione del Quinto conto energia, non è soddisfatto del testo definitivo. «Ad una prima analisi – commenta - e riservandoci commenti approfonditi e puntuali in seguito, apprendiamo che, nonostante qualche lieve miglioramento, le numerose proposte sollecitate da Bruxelles, così come le richieste esplicitamente avanzate sia dalla Conferenza unificata sia da Aper, non sono state accolte se non in minima parte». In particolare, secondo l'associazione persistono «gravi elementi» come l’assenza di un periodo transitorio per tutelare gli investimenti in corso e l'introduzione di appesantimenti burocratici, a cominciare dai registri obbligatori anche per gli impianti di piccola taglia.
Comitato Ifi: «Il bonus “made in Ue” è troppo basso»
La soglia di potenza per l'iscrizione ai registri è al centro anche delle critiche mosse al Quinto conto energia da Alessandro Cremonesi, presidente del Comitato Ifi (Industrie fotovoltaiche italiane), che teme una penalizzazione degli impianti di taglia media, che rappresentano la maggioranza delle installazioni. «Riguardo il meccanismo del registro – dichiara - seppur non abbiamo mai mostrato contrarietà a tale provvedimento in un'ottica di repressione delle forme speculative nel settore fotovoltaico, riteniamo che mantenere la soglia di potenza per l'obbligo di iscrizione a 12 KW, seppur comprendendo marginali esenzioni, possa solo contribuire a generare una spaccatura del mercato a favore di impianti di taglia piccola oppure molto grande, già vicini ad una condizione di grid parity, penalizzando invece la stragrande maggioranza degli impianti di media potenza, che rappresentano l'80% delle installazioni». Un altro problema, secondo il Comitato Ifi, è la riduzione del bonus per i pannelli fabbricati in Europa, che ora finirà con rivelarsi inadeguato a contrastare un 35 - 40% di differenziale al ribasso del prezzo dei moduli cinesi.
Aes: «Chiamiamolo “Contro energia»
Ancora più duro il commento di Aes (Azione energia solare), che bolla il provvedimento addirittura come un disegno intollerabile «da parte di un Governo che dovrebbe tutelare gli interessi dei cittadini, di tutti i cittadini e non solo di quelli che hanno una compagnia petrolifera alle spalle». Il nuovo sistema di incentivi, secondo l'associazione, «è un “Contro energia”, che rappresenta la pietra tombale per molte aziende Italiane, l’ennesima opportunità che viene gettata al vento di creare un settore industriale forte e in grado di competere sui mercati internazionali». Alle aziende italiane del settore, sostiene Azione energia solare, a questo punto non rimane che «cercare di sopravvivere in attesa di un nuovo governo».
Ferrante: «Il legno storto non si raddrizza»
Anche il senatore Pd Francesco Ferrante si è lasciato andare ad un commento a caldo sul Quinto conto energia, invocando al più presto un nuovo quadro di regole in grado di riportare speranza al settore del fotovoltaico italiano. «Il legno storto non si raddrizza – è il suo commento Il punto a mio parere è che si è scelto un meccanismo che non promuove, anzi, ostacolerà lo sviluppo di un settore che invece andava accompagnato con dolcezza per quel breve tratto che lo avrebbe portato alla grid parity e quindi a nessun incentivo». Una decisione che, secondo Ferrante, farà perdere tempo all'Italia nei confronti degli altri Paesi, oltre che avere un effetto moltiplicatore della crisi su un comparto, quello delle rinnovabili, che ha svolto una funzione anticiclica importante in fase recessiva. «Crediamo si debba lavorare da subito per un quadro nuovo di regole che già dal prossimo anno, con la nuova legislatura, permetta la diffusione delle rinnovabili attraverso la rivoluzione della rete e consenta che le fonti del futuro possano da subito esprimere tutte le loro potenzialità – prosegue il senatore - Intanto nelle prossime settimane cercheremo di evitare che anche sulle termiche il risultato sia analogo».
Assosolare: «Ennesima occasione persa»
Secondo Assosolare, il testo approvato dai ministeri competenti è addirittura peggiore della prima versione contestata dalle associazioni. «Le tariffe sono addirittura state ulteriormente ridotte – si legge nel comunicato di commento - Gli operatori affronteranno una decurtazione del 50% rispetto a quanto si prospettava con il Quarto conto energia, che sarebbe dovuto rimanere valido sino al 2016». Oltre a questo, Assosolare critica l'impianto di regole relative al registro degli impianti. «Basta leggere le regole di accesso alle tariffe con il registro obbligatorio, (salvo alcuni casi particolari), per impianti di potenza superiore ai 12 kW, per capire che le intenzioni "di semplificazione" burocratica, espresse nello stesso decreto, risultano ampiamente smentite». Il rischio, secondo l'associazione, è che il Gse venga «nuovamente sommerso da migliaia di richieste per piccoli impianti: tutto il settore delle piccole e medie aziende, che stavano valutando la realizzazione di un impianto o di valorizzare le proprie coperture, si troveranno ben poche banche disposte a finanziarle».
Anev: «A rischio 34.000 posti di lavoro»
Negativi, infine, anche i primi commenti sul decreto dedicato alle rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico, che introduce una serie di modiche in materia di incentivi per eolico, idroelettrico energia marina, etc. Secondo Anev (Associazione nazionale energia del vento), il provvedimento mette a rischio circa 34.000 posti di lavoro solo nel comparto eolico. «L’Anev segnala da mesi alle istituzioni l’inadeguatezza delle norme introdotte dal Decreto rinnovabili che, già dalle bozze circolate fino a oggi, si preannunciava deleterio per l’intera categoria – scrive l'associazione - Gli imprenditori italiani, che hanno chiesto fino a oggi trasparenza e certezza della normativa, dovranno pagare oltre ai costi provenienti dalla farraginosità delle burocrazia l’introduzione di meccanismi come quello delle aste e dei registi».