Tutti pazzi per l'aria condizionata: 1.000 miliardi di kwh consumati ogni anno nel mondo
Tra il 1993 e il 2009, i consumi degli Stati Uniti per refrigerare le case sono raddoppiati. A Mumbai, in India, il 40% della spesa energetica va in aria condizionata. Per l'Italia mancano dei dati precisi, ma ogni anno in estate i consumi elettrici aumentano sistematicamente. Cosa ci attende nei prossimi decenni?
13 July, 2012
Sarà colpa del riscaldamento globale, o forse delle migliorate condizioni di reddito in molti Paesi (nonostante la crisi degli ultimi anni), ma il mondo sembra non poter più fare a meno dell'aria condizionata. Il mercato globale dei climatizzatori è in crescita costante da tempo, come riporta Stan Cox, ricercatore dell'Università del Kansas e autore di un saggio sull'argomento (Losing our cool: uncomfortable truths about our air-conditioned world) in un recente articolo pubblicato da Yale Environment 360 e ripreso in Italia da Greenreport.it. Secondo l'esperto, nel 2011 le vendite mondiali dei condizionatori d'aria sono aumentate del 13% rispetto all'anno precedente e il trend di crescita dovrebbe intensificarsi nei prossimi decenni. Precisando che si tratta di calcoli molto approssimativi, Cox azzarda anche delle stime sui consumi globali legati all'aria condizionata, che mettendo insieme i comparti residenziale, commerciale e industriale potrebbero attestarsi sui 1.000 miliardi kilowattora all'anno, più o meno il triplo del fabbisogno energetico annuo totale dell'Italia (313,8 miliardi di kwh nel 2011).
Sempre rimanendo nel campo delle cifre indicative, tra il 1993 e il 2009 il numero delle case americane dotate di aria condizionata è passato da 64 a 100 milioni, con un raddoppio dei consumi per il raffreddamento degli ambienti, mentre in Cina sono stati venduti 50 milioni di condizionatori solo nel 2010. Secondo Cox, inoltre, il 40% dei consumi di elettricità della città indiana di Mumbai dipende dall'aria condizionata. A questo si aggiungono i dispositivi installati negli autoveicoli, che soltanto negli Stati Uniti consumano da 7 a 10 miliardi di galloni di benzina all'anno. Un dato destinato a crescere molto nei prossimi anni su scala globale, soprattutto a causa del contributo di Paesi come Cina e India, dove l'aumento del reddito medio farà crescere il numero di automobili sulle strade, e quindi di mezzi dotati di climatizzatore.
E l'Italia? Difficile azzardare delle stime, anche solo approssimative. Secondo il WWF il Belpaese rappresenta da solo il 33% del mercato europeo dei climatizzatori; Terna, che mensilmente e annualmente fornisce i dati relativi alla domanda elettrica nazionale, ci spiega al telefono che non è possibile monitorare i consumi specifici legati all'aria condizionata. L'unico dato disponibile, relativo al 2011, riguarda la suddivisione dei consumi elettrici per settori ed è stato diffuso proprio in questi giorni: l'anno scorso, il comparto domestico ha assorbito 70.140,4 milioni di kilowattora, pari al 22,4% dei consumi totali del Paese (313.792,1 milioni di kwh).
A fronte del 2010, il settore domiciliare ha registrato un incremento dello 0,8%, mostrando una tendenza opposta rispetto alla flessione accusata da numerosi settori produttivi (costruzioni, tessili, mobili, abbigliamento, estrazione di combustibili, etc). Segno che se la crisi incide pesantemente sui consumi elettrici industriali, nelle case degli italiani i contatori continuano a girare più o meno agli stessi ritmi. Difficile dire quanto di questo consumo domestico sia legato ai condizionatori, ma i bollettini mensili di Terna riportano un aumento significativo della domanda energetica nei mesi più caldi dell'anno: a giugno 2012, ad esempio, i consumi complessivi sono cresciuti del 5,4% rispetto al mese di maggio; tra luglio e giugno 2011 l'aumento è stato addirittura dell'11%. Facile prevedere che l'aria condizionata abbia un peso in questa crescita, anche se è impossibile quantificarlo.
Quel che è certo è che nei prossimi decenni i consumi globali legati all'uso dei condizionatori aumenteranno progressivamente, e con essi le emissioni di gas climalteranti. Secondo la Netherlands environmental assessment agency, entro il 2050 la spesa energetica mondiale per il raffreddamento delle case potrebbe crescere tra le 8 e le 10 volte, a seconda del grado di efficienza che si raggiungerà nell'uso dei climatizzatori. Nello stesso periodo, i gas refrigeranti prodotti proprio da aria condizionata e refrigerazione potrebbero far aumentare il riscaldamento globale di una quota compresa tra il 14 e il 27%. La questione, sottolinea Stan Cox, implica domande di carattere sociale e geopolitico, oltre che strettamente energetico e tecnologico: si può chiedere ai cittadini indiani e brasiliani, ad esempio, di rinunciare all'aria condizionata che negli Stati Uniti viene usata con tanta disinvoltura? E basterà migliorare l'efficienza dei condizionatori d'aria per limitarne l'impatto sull'ambiente? Per il momento non è facile dare una risposta, ma occorrerà trovarla piuttosto in fretta.