Altre testimonianze di biciclette rubate e ritrovate
20 July, 2012
Stefania, curatrice editoriale
A me è successo di ritrovare la mia bici al Balon. Me l’avevano rubata questo inverno, un giovedì sera a San Salvario; una bici da donna col telaio bianco e le manopole nere, ben tenuta ma abbastanza anonima. “Ci sono buone possibilità che la trovi in vendita al Balon” mi hanno detto subito i miei amici. E due giorni dopo con mia sorella Marta ci sono andata. Non avevo troppe speranze di ritrovarla son sincera, ma ho comunque cercato di seguire le indicazioni di un amico che conosce bene le dinamiche del mercato. Quindi siamo andate lì dalla mattina presto, intorno alle sette e mezza, perché le prime bici le tirano fuori a quell’ora. “Non le lasciano fuori tanto tempo e cercano di venderle il prima possibile. Se non riescono a farlo entro un tempo ragionevole le mettono via e le ritirano fuori dopo un po’, per ridurre la possibilità di essere beccati. Quindi se andate presto avete più probabilità di trovarla; se andate a metà mattina potrebbero averla già venduta ma potrebbe anche essere da parte in attesa di rimetterla in vendita dopo e non la vedete. Tutto questo ammesso che la bici sia lì ovviamente”. E in effetti era lì, nella prima piazzetta vicino a via Borgo Dora, parcheggiata insieme ad altre quattro o cinque biciclette, davanti ad un ragazzo nordafricano con gli occhiali da sole seduto su una sedia da campeggio. Abbiamo provato a dirgli che quella bici era la mia ma eravamo un po’impaurite e quindi non abbastanza decise. E comunque la sua risposta è stata che lui non aveva rubato un bel niente. È finita che con trenta euro me la sono ricomprata.
Paolo, giornalista
La mia esperienza di ritrovamento della bici rubata è stata una immersione negli ambienti più poveri, presumo, dell'immigrazione.
Si tratta di una bici usata - anzi, visibilmente usata e modesta - da donna, simpaticamente bianca e blu. La lasciavo da tempo fuori la notte, in piazza Carlo Alberto, perchè nel cortile in cui l'avrei messa il condominio mi impone di chiuderla in uno sgabuzzino che ha una serratura scomodissima e molto impegnativa. Piuttosto che perdere tempo, e andare in ansia per chiuderla lì, la lasciavo fuori e per un buon anno non le è successo niente. Poi una mattina - per coincidenza, dopo la notte della devastazione dei To bike - non l'ho più trovata, e neanche tracce della catena con cui la chiudevo. Mi sono interrogato sulle video telecamere, e ho anche telefonato ai Vigili per saperne di più. Se tutti sapessero che c'è un'efficace videosorveglianza forse ne ruberebbero di meno, almeno in posti come piazza Carlo Alberto. La ricerca era complicata, ho lasciato perdere. Verso le nove di sera ho preso una bici del To Bike e così per fare un giro mi son diretto verso il Quadrilatero. Passando per piazza Castello - cioè vicino a dove mi avevan rubato la bici - l 'ho vista. Era ferma sul cavalletto e senza catena accanto a un buffo giovane ambulante del Bangla Desh. Parlava pochissimo italiano, ho capito che non aveva neanche il permesso. Con l'aiuto di altri suoi connazionali ho ricostruito la vicenda. Nella stessa Piazza Castello, poche ore prima, un marocchino ha insistito per vendergli sta bici. Voleva dieci euro. Il venditore del bangla Desh glie ne ha dati solo 5. Il marocchino ha accettato ed è corso via. E' la prima volta che il venditore del Bangla Desh ha una bici. Non aveva obiezioni a restituirmela, ha solo sottolineato di averla pagata 5 euro. Colpito dalla sua serenità gli ho dato 7 euro e comprato una freccetta illuminata e mi son ripreso la bici.
Questa due testimonianze arrivano invece da Londra, precisamente da un articolo del Guardian del 22 giugno, in cui vengono raccontate le vicende di Charlotte Barnes e Julian Norman e quella di un certo John C.
Charlotte e Norman avevano subito un furto di ben otto biciclette dal loro garage; dopo qualche tempo ne trovano per caso un paio in vendita su ebay e contattano subito la Cycle Task Force della Metropolitan Police. "Inizialmente ero preoccupata che ci avrebbero messo un po' prima di cominciare a lavorare sul nostro caso" dice Charlotte, ma in realtà dopo una settimana circa hanno recuperato tutte e otto le loro biciclette. Per il furto sono state arrestate due persone.
A livello nazionale, è stimato che circa il 5-8 percento delle bici rubate sia restituito ai legittimi proprietari. Secondo Vicky Barnes della Met (Metropolitan Police), "ogni caso è trattato individualmente, e il tempo che ci si mette ad agire varia". Ovviamente c'è il rischio che una bici venga venduta prima che la polizia possa interessarsi del caso. Sempre a Londra infatti John C. aveva visto la sua bicicletta rubata in vendita on line ad un prezzo molto basso, ma la polizia era impossibilitata ad investigare per un paio di giorni. Preoccupato che potesse essere venduta, ha telefonato al venditore pensando di ricomprarsela. Quando gli accordi portavano in maniera palese ad una sorta di rapina combinata per rientrare in possesso della sua due ruote, e nessun poliziotto locale era libero di accompagnarlo, si è tirato indietro. Alla fine, il venditore ha smesso di rispondere al telefono, la polizia non è stata in grado di proseguire con le indagini e la bici non è stata più rintracciata.
Stefano, blogger
Quando arrivo in anticipo sul treno, ne approfitto per appendere la bici ed andarmi a sedere sulle poltroncine della carrozza passeggeri.
In realtà ci sono degli sgabelli anche nella carrozza bici ma:
1) quando hanno il rivestimento, è sempre super consumato e senti il ferro su tutte le chiappe
2) non hanno poggia schiena e bisogna appoggiare la colonna vertebrale sullo spigolo del finestrino dietro, che fa spessore, e ti entra dentro ogni vertebra
3) il vagone comunque si riempie e si finisce per viaggiare con un culo sudato davanti al naso (il culo di un uomo, naturalmente)
Il vagone passeggeri è unito alla carrozza per le bici e scegleindo una posizione rivolta verso la porta, ho sempre la mia bicicletta ben visibile (nonostante questo, lo scorso inverno mi hanno fregato la lucetta posteriore...) L'altro giorno ero piuttosto stanco però e con il caldo estivo e la musica nelle orecchie, mi si è chiuso un occhio per riposare. Il treno arriva alla stazione di Tivoli Terme. Me ne stavo tranquillo quando all'improvviso ho avuto un sesto senso...mi è sembrato di sentire la ruota della bici che girava...
Mi è sembrato perchè stavo ascoltando l'iPod e probabilmente era impossibile riconoscere un ruomore così soffuso, eppure...fammi buttare l'occhio verso la porta... Faccio giusto in tempo a vedere mezza ruota che esce dal treno! Schizzo in piedi e salto giù dal vagone e vedo un tizio che sta camminando tranquillamente con la mia bici in mano... Avete presente quando la lava di un vulcano comincia a risalire pronta per esplodere?
Ecco. Richiamo garbatamente l'attenzione del simpatico ragazzo (non ho capito perchè improvvisamente si sono affacciati tutti i passeggeri del treno), facendogli notare che per sbaglio ha preso la mia bicicletta. Poi, giusto per far conoscenza, lo abbraccio amichevolmente, chiedendo informazioni sulla madre ed incitandolo anche a recarsi verso località più amene.
Stranamente preferisce non rispondermi ma allontanarsi con passo svelto. Probabilmente mi avrà frainteso. Risalgo tranquillo sul treno e riappendo la bici. Mentre torno a sedermi mi si avvicina un bambino e mi dice... "Ma non lo sai che le parolacce non si dicono?"