Vendola su sequestro Ilva: "Il provvedimento non significa spegnimento automatico"
"La notifica di un provvedimento sia pure senza concessione dell’uso non significa automaticamente lo spegnimento della fabbrica. Ora comincia il tempo di una stringente interlocuzione tra azienda e Procura". Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola ha commentato in merito alla vicenda Ilva
27 July, 2012
“La notifica di un provvedimento sia pure senza concessione dell’uso non significa automaticamente lo spegnimento della fabbrica”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola in merito alla vicenda Ilva.
“Credo che dobbiamo esprimere una grande solidarietà nei confronti di una comunità operaia che vive con grande apprensione una prospettiva che sarebbe disastrosa per la loro sorte, per la sorte della città di Taranto, per l’economia della Regione Puglia e per la tenuta del sistema industriale nazionale".
"L’Ilva di Taranto rappresenta - ha spiegato - un pezzo cruciale del sistema industriale italiano. È il principale fornitore di lamine di acciaio per tutta l’industria metalmeccanica italiana e l’idea di un effetto domino fa tremare le vene e i polsi”.
“Credo che l’auspicio non possa che essere quello che al primo giudice che ha analizzato gli atti e ha legittimamente emanato dei provvedimenti, possa seguire un giudice che riesamini quegli atti e quei provvedimenti. E comunque – ha sottolineato Vendola – allo stato dell’arte occorre una lettura puntuale dei provvedimenti del magistrato”.
“Occorre - ha aggiunto Vendola - raggiungere l’obiettivo del contemperare la vita, che deve continuare, del più grande siderurgico d’Europa, e la difesa e la tutela intransigente del diritto alla salute e del diritto all’ambiente. Non possiamo immaginare – ha detto Vendola - che uno dei due elementi debba essere soverchiante rispetto all’altro. Appartiene ad una cultura ecologica o ecologista anche immaginare la continuità del reddito e del diritto alla vita per 20mila famiglie tarantine”.
Ora comincia il tempo di una stringente interlocuzione tra azienda e Procura
“Credo che le parole pronunciate dal Procuratore della Repubblica di Taranto, dott. Sebastio, e dal Procuratore Generale, dott. Vignola, rappresentino un contributo di straordinaria importanza alla definizione di un percorso che possa consentire uno sbocco positivo della drammatica vicenda dell’Ilva.
La magistratura rivendica il dovere di esercitare in profondità il controllo di legalità, indicando nel nodo aggrovigliato di inquinamento, patologia e morte una questione non più sopportabile di violazione dei diritti fondamentali. Ma i provvedimenti del GIP non sono un atto di automatico spegnimento della fabbrica. Ora comincia il tempo di una stringente interlocuzione tra azienda e Procura. Non è impossibile coniugare ambiente e industria, salute e lavoro: se l’Ilva interverrà con tempestività con provvedimenti radicali di ambientalizzazione, il siderurgico potrà essere salvato.
Vorrei esprimere la mia ammirazione per il lavoro dei magistrati tarantini, la mia solidarietà ai lavoratori che lottano per difendere la propria fabbrica, il mio auspicio è che Ilva operi con serietà e rapidità per ottemperare a tutte le prescrizioni che dovessero essere individuate come propedeutiche ad un differente orientamento giudiziario della Procura”.