Regione Puglia e Ilva: alcune risposte dell'Assessore all'Ambiente
Lorenzo Nicastro risponde alle domande di Eco dalle Città. Anche la Regione aveva chiesto controlli più continui e imprevedibili sulle emissioni. Soldi pubblici regionali all'Ilva? Non è pensabile
28 August, 2012
1) Secondo voi cosa è di competenza del governo, cosa della regione, cosa della magistratura? E non dovrebbe essere l' Arpa Puglia a bloccare la produzione se le emissioni sono eccessive?
I compiti della magistratura sono stabiliti dalla legge. Essa opera in piena autonomia e deve poter svolgere la propria funzione senza condizionamenti esterni per accertare reati e perseguirne i responsabili. Anche i custodi nominati dalla magistratura devono operare autonomamente. Quello che riguarda invece gli enti e le istituzioni accade su un piano completamente diverso che, incidentalmente, persegue il medesimo fine di ambientalizzazione dello stabilimento ma usa strumenti differenti. Oggi il Ministero dell'ambiente ha accolto la richiesta della Regione Puglia di riesaminare l'Autorizzazione Integrata Ambientale alla luce dei dati dei monitoraggi diagnostici effettuati da Arpa Puglia: su questo fronte sono impegnati enti e istituzioni. Quanto al blocco della produzione il tema è complesso: intanto per la macchinosità nella gestione dei processi che riguardano gli impianti. I dati sulle emissioni dello stabilimento hanno costituito la base di partenza per le nostre attività, penso alle norme, ai piani di risanamento, al lavoro nell'istruttoria dell'AIA. Dai dati al blocco della produzione il passo non è immediato. Questo non solo per quello che riguarda l'Arpa ma anche per il Noe dei Carabinieri che ha rimandato il tutto all'attività della Procura. La stessa Magistratura in questa fase sta esaminando tutte le vie percorribili, tra cui anche la sospensione della produzione, per scongiurare i rischi per la salute derivanti dall'impianto.
2) La regione era già intervenuta per imporre limiti più bassi alla emissione di diossine. A questo punto quale è il ruolo della Regione?
Quello che abbiamo sempre cercato di fare è di rendere lo stabilimento compatibile con il territorio, di ridurre al massimo la pressione ambientale. Il ruolo della Regione non muta: le prerogative che la legge riconosce al Governo regionale sono sempre state applicate. Certo, come pure abbiamo fatto all'interno del procedimento per il rilascio dell'AIA, continueremo a rappresentare, all'interno della commissione ministeriale che sta riesaminando il procedimento, il nostro punto di vista. Voglio ricordare che tra le prescrizioni volute dalla Regione nella precedente AIA ve ne era una riguardante l'uso di acque depurate per il raffreddamento degli impianti per risparmiare i 10 milioni di metri cubi/anno che attualmente l'Ilva preleva dal Sinni e che, invece, potrebbero essere utilizzati nella rete idrica potabile della regione. Sulla base dei dati rilevati di Arpa su diossine e furani avevamo chiesto ed ottenuto di inserire nell'AIA una prescrizione riguardante la necessità di campionamenti in continuo per monitorare la situazione e poter intervenire tempestivamente al contenimento delle emissioni. Infine, pochi lo ricordano ma vale la pena ribadirlo, in fase di rilascio dell'AIA ottenemmo dal Ministero competente l’impegno a procedere al riesame dell’Autorizzazione a valle del completamento del monitoraggio diagnostico in corso da parte di Arpa Puglia su IPA e benzo(a)pirene nonché l’impegno a procedere all’istituzione di uno specifico tavolo tecnico per la valutazione degli effetti cumulativi nell’area tarantina derivanti dai numerosi impianti industriali ivi presenti. Devo dire che, recentemente, abbiamo lavorato insieme alle aziende presenti nell'area per l'elaborazione di piano contenente le prime misure per il miglioramento della qualità dell'aria del quartiere Tamburi, in cui sono contenuti una serie di interventi di gestione utili a contenere le emissioni inquinanti con particolare riferimento a giorni con condizioni climatiche avverse.
3) La Regione deve o intende stanziare soldi per la riconversione ecologica Ilva?
La riconversione ecologica, l'ambientalizzazione, dell'Ilva è un processo che rimane in capo alla proprietà. Si tratta di interventi, pure sollecitati in momenti diversi del rapporto tra enti e azienda, che dovrebbero far parte del business plan aziendale e che l'azienda avrebbe dovuto porre in campo man mano. Alcuni interventi, gestionali e di natura tecnica, sono già contenuto nell'AIA rilasciata nel 2011 salvo poi essere impugnati dall'azienda. E' evidente che la Regione non può destinare fondi pubblici ad interventi su un impianto privato. Ma farà la sua parte, come già ha cominciato a fare, per quello che riguarda la bonifica dell'area esterna allo stabilimento, quella del SIN. Voglio ricordare che dei 336 milioni di euro previsti dal protocollo d'intesa firmato il 26 luglio scorso presso il ministero dell'Ambiente solo 78 mln sono già disponibili. Di questi 58 sono fondi della Regione Puglia recentemente sbloccati dal CIPE.