Comitato Altamarea è nel procedimento “Riesame AIA di Ilva”
La posizione di Altamarea espressa dal presendente Biagio De Marzo in una nota del 27 agosto sul procedimento del Riesame dell’AIA per l’ilva.“Serve un Piano industriale di ridimensionamento, riconversione e diversificazione dell’attuale centro siderurgico. A fianco della città e dei lavoratori per ottenere garanzie e provvedimenti per tutti coloro che hanno già subito le conseguenze dell’inquinamento
28 August, 2012
Riesame dell’AIA e la presenza di Altamarea
A marzo 2012, le perizie ordinate dal G.i.p. Todisco “folgorarono sulla via di Damasco” tutti quelli che 8 mesi prima avevano festeggiato il rilascio dell'AIA. Il nuovo ministro tecnico Clini avviò "il riesame" dell'AIA sotto l'incalzare delle reazioni provocate dalla pesantissima audizione del procuratore della Repubblica Sebastio nella commissione bilaterale presieduta dal sen. Pecorella. Altamarea intervenne immediatamente nel procedimento con la lettera aperta del 13 marzo 2012 "Clini ritiri l’AIA di Ilva e Sebastio indaghi su Commissione IPPC", successivamente arricchita di contenuti e proposte. Altamarea, quindi, è nel procedimento del riesame da tempo, com’è testimoniato dal fatto che i nostri documenti sono stati recepiti e pubblicati nello specifico sito ufficiale di Minambiente sulle AIA.
La posizione di Altamarea nel riesame dell’AIA
Le richieste preliminari di "ritiro in autotutela dell'AIA" (in qualche documento l'ho definita la vera "pistola alla tempia di Ilva" perchè senza AIA la legge non consente di tenere gli impianti in marcia), della sostituzione dell'intera Commissione IPPC e del Responsabile Unico del Procedimento e dell’inserimento nella nuova AIA almeno dei nostri “10 punti irrinunciabili” sono in tutti i nostri documenti. Alcuni nostri giudizi “politici” ci hanno regalato la "riserva di adire le vie legali per diffamazione e danni all'immagine del Ministero", contenuta in una nota inviataci da Minambiente anch’essa pubblicata sul loro sito. Le recenti intercettazioni pubblicate su conversazioni tra “personaggi Ilva” e “personaggi ministeriali” sembrano dare spessore giurisdizionale ai nostri giudizi “politici”.
Appena abbiamo conosciuto il contenuto dei provvedimenti del G.i.p. Todisco e del Tribunale del Riesame abbiamo deciso che nel procedimento “riesame AIA Ilva” avremmo fatto anche i “cani da guardia” per verificare che tutte le prescrizioni contenute nei provvedimenti giudiziari fossero recepite nella nuova AIA, come ripetutamente affermato dal Ministro Clini e per denunciare subito qualunque “misfatto” contro la città.
Il realismo di Altamarea
Un elemento che differenzia Altamarea da altri è che noi abbiamo sempre saputo che la chiusura della sola “area a caldo” avrebbe portato ineluttabilmente, per ragioni tecniche, logistiche ed economiche, alla chiusura dell’intero stabilimento per cui l’unica alternativa possibile per tutelare sul serio la salute dei cittadini e dei lavoratori, l’ambiente e il lavoro non può che essere un “Piano industriale di ridimensionamento, riconversione e diversificazione dell’attuale centro siderurgico”. Su di esso, con un bel po’ di presunzione, mi sono azzardato a dare qualche suggerimento, non proprio campato in aria:produzione di acciaio non da ghisa di altoforno per convertitori LD, ridimensionamento della laminazione, logistica integrata portuale (Ilva ha in concessione sia enormi aree in zona porto sia un pontile attrezzabile subito per l’attracco di portacontainer di ultima generazione), business della rottamazione in campo navale, aereo e automobilistico con riutilizzo dei rottami ferrosi nello stabilimento “convertito”.
In Altamarea ci siamo sempre sforzati di ragionare ed essere rigorosi, coerenti e propositivi per quello che sappiamo e che vogliamo. A questa linea ci siamo attenuti quando abbiamo scritto al Presidente Monti ed abbiamo ripetuto a Minambiete quando abbiamo chiesto con fax e posta elettronica certificata quando e dove discutere delle richieste di Altamarea per la nuova AIA di Ilva, nei termini già resi noti.
Dall’esito del Cda di Ilva di ieri non ci vuole un’aquila per capire che i Riva non affronteranno da soli una partita che implica investimenti per parecchi miliardi di euro. Il problema, quindi, è cosa farà il Governo.
Sappiamo quello che faremo noi: saremo a fianco della città e dei lavoratori per ottenere garanzie e provvedimenti per tutti coloro che hanno già subito le conseguenze dell’inquinamento di origine industriale passato e presente e per tutti quelli che le subiranno.