FIAB: identikit del ciclista italiano
Chi sono gli italiani che usano la bicicletta e come vivono la realtà quotidiana di "pedalatori"? Un'indagine svolta dalla Federazione Italiana Amici della Bicicletta su un campione di oltre 11.000 ciclisti traccia l'identikit del ciclista abituale italiano
26 September, 2012
Chi sono gli italiani che scelgono la bicicletta, ogni giorno o comunque con una certa frequenza, come mezzo di trasporto? Perchè lo fanno in un paese in cui l'automobile è per molti uno status symbol? Dove vanno e cosa fanno con la bicicletta? Quali sono le principali difficoltà che incontrano e cosa pensano effettivamente potrebbe essere utile per fare dell'Italia una nazione più bike-friendly?
Per dare risposte attendibili e concrete a questo tipo di domande, la Federazione Italiana Amici della Bicicletta, proprio in concomitanza con il decennale appuntamento del Censimento nazionale della popolazione svolto dall'ISTAT, ha organizzato a fine 2011 l'indagine statistica nazionale “Raccontaci come usi la bici", con l'obiettivo di delineare per la prima volta in modo rappresentativo e attendibile l'identikit di chi va bici oggi nel nostro paese, raccontarne le gioie e i dolori, le aspirazioni e le arrabbiature. Evidenziando, nel caso, anche quali differenze sussistono su questi temi tra le diverse aree del paese.
Il metodo di indagine
L'indagine è stata progettata e realizzata grazie al lavoro e l'impegno volontario dei soci FIAB e delle sue associazioni locali; all'indagine hanno partecipato 11042 ciclisti, che hanno compilato l'apposito questionario tramite due modalità di raccolta dei dati, cartacea (36,3%) e online(63,7%). La rilevazione, svolta nei mesi di settembre e ottobre 2011, è stata effettuata su base spontanea per quanto riguarda la versione online, mentre le modalità di somministrazione del questionario cartaceo variavano da associazione ad associazione, e per questo il campione non può essere considerato come rigorosamente rappresentativo in senso probabilistico.
Identikit del ciclista italiano
Cosa emerge dal sondaggio? Purtroppo, che pedalare in Italia è ancora una corsa ad ostacoli: solo un ciclista su cinque ritiene tutto sia a posto. Il resto combatte quotidianamente con difficoltà risolvibili ma che richiedono coraggio a chi amministra localmente e lungimiranza a livello nazionale per promuovere e guidare con un progetto complessivo gli sforzi locali. Tra i problemi spiccano il pericolo per la propria incolumità, il cattivo fondo stradale e il rischio di furto.
Nonostante i problemi, però, alla bici non si rinuncia: perchè è bello e piacevole muoversi in questo modo (lo pensa più del 70%) e ne beneficia la salute (67%) ma anche perchè non si inquina (58%)e si evitano i problemi di parcheggio (46%). L'impressione generale è che ancora una volta la legalità sia una delle parole chiave: troppe bici rubate, almeno una portata via a quasi il 60% di chi va in bici, e addirittura più d'una a metà di questi.
Sembra proprio che vedere la propria bici scomparire nelle grinfie dei ladri sia un passaggio obbligato. Ma legalità vuol dire anche quotidiano rispetto delle regole: sulle strade italiane vige la legge del più forte (e più ingombrante): e così le ciclabili si trasformano regolarmente in parcheggi
abusivi.
L'altra parola chiave che sale dalle voci dei pedalatori italiani è "fare sistema": le valutazioni sui diversi aspetti del contesto urbanistico per chi va in bici premiano in modo coerente sempre le stesse aree del paese, in conseguenza di una strategia politico-amministrativa di ampio respiro. La lezione che ne deriva è che non si fa la ciclabilità "a pezzi" quando viene comodo elettoralmente o quando capita di avere qualche risorsa che avanza: o l'azione è "di sistema" o, se frammentaria e a
singhiozzo, rischia di essere inutile. Alla base quindi, ci deve essere una solida cultura della qualità della vita sostenibile, non l'opportunismo politico del momento.
Ma chi è e cosa fa con la bici il ciclista italiano? E' significativo che l'uso della bici non conosca limiti di ceto sociale o livello culturale; tra le professioni emergono quelle impiegatizie, ma anche quelle legate alla sfera culturale. Inoltre, contrariamente ai luoghi comuni legati alla bici come
oggetto usato solo per andare al parco la domenica, i ciclisti italiani vanno molto al lavoro in bici (oltre il 60%), e si spostano regolarmente in città con tale mezzo per commissioni e appuntamenti (75%).
Resta naturalmente importante l'escursionismo in bici, alla scoperta non invasiva di ambienti naturali e tesori d'arte (praticato da due terzi degli utenti delle due ruote). E non sono i rigori (in Italia tutto sommato relativi) del clima invernale a frenarli: solo un quarto circa dei ciclisti "urbani" desiste dall'uso nella stagione fredda.
Alla fine, come sempre, occorre dare le pagelle: dove si pedala bene in Italia? E dove invece si soffre? Sono veri i tradizionali luoghi comuni sui presunti paradisi della bicicletta? Nel complesso la corsa alla ciclabilità la vince il Nord-Est: le regioni con i ciclisti più contenti sono Trentino Alto Adige ed Emilia-Romagna. Ma non tutto il nord sta così bene: la Lombardia è decisamente più indietro. E al centro-sud? Puglia e Marche si stanno muovendo, ma la strada è ancora lunga. Tocca pedalare...
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