Efficienza energetica, approvata la nuova Direttiva europea. Il testo
L'Unione europea ha completato il faticoso iter di approvazione della nuova Direttiva in materia di risparmio energetico. Il provvedimento non prevede obblighi vincolanti per i singoli Stati membri, che dovranno invece elaborare un proprio piano nazionale di riduzione dei consumi. Previste anche misure nel campo dell'edilizia
05 October, 2012
Dopo la recente (e difficoltosa) approvazione da parte del Parlamento europeo, il Consiglio d'Europa ha dato il definitivo via libera alla nuova direttiva in materia di efficienza energetica (vedi allegato). In questo modo, l'ultimo tassello previsto del “Pacchetto clima 20-20-20” va ad aggiungersi agli obiettivi già ufficiali: la riduzione delle emissioni di CO2 del 20% entro il 2020 e il raggiungimento, entro lo stesso anno, di una quota minima del 20% di energia fornita da fonti rinnovabili. Il provvedimento è stato varato con l'astensione dei finlandesi e i voti contrari di Spagna e Portogallo.
L'iter di approvazione della Direttiva è stato in realtà piuttosto controverso, non solo per l'azione di lobbying delle multinazionali energetiche, ma anche per quanto riguarda l'ok del Parlamento – arrivato dopo mesi di concertazione e diverse stesure del testo – e, soprattutto, per l'atteggiamento del Consiglio, in cui diversi Stati membri hanno opposto una strenua resistenza. Solo un lungo sforzo diplomatico, e forse grazie al decisivo intervento del nuovo governo francese, si è alla fine giunti a un compromesso in grado di soddisfare (quasi) tutti.
L'idea originaria dei commissari era quella di introdurre degli obblighi vincolanti di riduzione dei consumi a carico dei vari Stati Ue, ma alla fine la nuova normativa impegna soltanto i Paesi membri a stabilire un proprio obiettivo indicativo di incremento dell'efficienza energetica da qui al 2020. I piani nazionali dovranno essere sottoposti all'approvazione di Bruxelles e aggiornati con scadenza triennale a partire dal 2014. Se, nel corso dei prossimi anni, la Commissione dovesse ritenere insoddisfacenti i progressi fatti da alcuni degli Stati, target e piani d'azione dovranno essere rivisti secondo le indicazioni dell'Europa. Previsto, inoltre, l'obbligo, a partire dal 1 gennaio 2014, di avviare una riqualificazione energetica degli «edifici riscaldati e/o raffrescati posseduti ed occupati dal loro Governo centrale», a un ritmo annuo di almeno il 3% della superficie complessiva.
Sempre per ottimizzare i consumi, i governi nazionali dovranno poi favorire la diffusione di prodotti ad alta efficienza, incentivare gli acquisti verdi nella pubblica amministrazione e promuovere l'introduzione di criteri di risparmio energetico nei bandi di gara. Le imprese distributrici di energia, invece, dovranno ridurre le vendite ai clienti industriali e domestici dell'1,5% all'anno dal 2014 al 2020. L'obiettivo finale, su scala continentale, è di arrivare a un consumo totale non superiore ai 1.474 Mtep (Milioni di tonnellate di equivalenti di petrolio) di energia primaria e/o non 1.078 Mtep di energia finale nel 2020.
Soddisfazione, nonostante tutte le difficoltà per l'approvazione della direttiva, è stata espressa dal commissario Ue all'Energia, Günther Oettinger, che ha comunque chiesto agli Stati membri di impegnarsi in uno sforzo ulteriore nella direzione dell'efficienza energetica. Soddisfatto anche l'eurodeputato dei Verdi Claude Turmes, che ha condotto i faticosi negoziati che hanno portato all'adozione del provvedimento. «Questa legislazione essenziale – ha dichiarato - non è solo fondamentale per il conseguimento della nostra sicurezza energetica e degli obiettivi climatici, ma darà anche una spinta reale all'economia e alla creazione di posti di lavoro».