Bari, perché non si estende ancora la raccolta differenziata a tutta la città?
Perché non si estende ancora la R.D. a tutta la città, obbligando anche i ristoratori, i commercianti e i negozianti? Come si stanno impiegando i fondi regionali erogati, anni fa, con il precipuo intento di accrescere la R.D. in Città? - Articolo di Giuseppe Milano del 13 ottobre 2012 “Le blatte e i topi non sono di sinistra” -
14 October, 2012
di Giuseppe Milano
La Città di Bari, rivela l’Amiu, ha prodotto, nel 2011, 195 mila tonnellate di rifiuti: ogni abitante è responsabile di 590 kg/anno (1,62 kg/giorno). Dalla quantità totale, per conoscere quella differenziata, dobbiamo separare 43,6 mila tonnellate. Otteniamo cosi la percentuale di differenziata per Bari: il 23% circa. Questa stima scende al 15,6% se ci limitassimo ad analizzare il comportamento di quei quartieri in cui la R.D. non è ancora arrivata (48% invece di media dove la R.D. c’è: la media italiana è oltre il 65%). Delle 195 mila tonnellate totali, poi, 118 mila vanno in discarica (rispettando, perciò, questa negativa tendenza), a testimonianza di quanto lavoro occorra fare non solo impiantisticamente, ma anche per modificare le abitudini (pure alimentari) dei cittadini a cominciare da quelli più piccoli, e ancora con la seria attivazione di filiere basate sul principio del riuso e del riciclo.
E proprio sulla chiusura del ciclo integrato dei rifiuti si giocano le partite più difficili e delicate. L’Amiu, infatti, ha chiesto al Ministero dello Sviluppo Economico l’autorizzazione a realizzare un impianto di digestione anaerobica per 48 mila tonnellate annue e di compostaggio con produzione di biogas (intervento da 18 milioni di euro). Oltre ad aver inoltrato alla Regione Puglia le proprie proposte sui due centri di raccolta comunali da attivare e sullo sviluppo della Differenziata in tutta la città. Tutte queste informazioni dovevano essere illustrate dal Presidente dell’Amiu, Dott. Grandaliano, nel corso del monotematico Consiglio Comunale autoconvocato dal centrodestra; ma su temi cosi importanti la regola non è dibattere costruttivamente tra maggioranza ed opposizione trovando una sintesi responsabile per la risoluzione dei diversi problemi presenti in città. No.
Il fine principale sembra essere quello di sputtanare l’avversario politico e di denigrarlo pubblicamente. Questa è stata la trama di quella grottesca rappresentazione che è stato quel Consiglio con il Sindaco Emiliano e il Capogruppo delle Opposizioni, Ninni Cea, spavaldi protagonisti. Ad un Cea animalista (“Le zanzare tigre albergano in città”) rispose un Emiliano zoologo (“Le blatte, i topi e gli scarafaggi non sono di sinistra”). Eppure di spunti su cui riflettere ce ne erano e ce ne sono parecchi. A partire proprio dai dati forniti dalla municipalizzata che si occupa di igiene urbana, finendo con le suggestioni provocate dall’incontro tra il Sindaco e il Movimento 5 Stelle di Bari.
Perché non si estende ancora la R.D. a tutta la città, obbligando anche i ristoratori, i commercianti e i negozianti? Perché non si sottoscrivono intese con supermercati e grandi centri commerciali – per gli imballaggi – o imprese di trasloco – per gli ingombranti? Perché non si prescrive a tutte le scuole, le mense, gli uffici pubblici o enti parapubblici di adottare misure coerenti con l’obiettivo di ridurre la quantità di rifiuti non differenziabili in discarica, essendo peraltro sempre più economicamente insostenibile il costo di conferimento? Perché le campagne di sensibilizzazione e di informazione si sono arrestate? Perché la zona Asi è stata abbandonata al suo degradante destino? Perché non esiste un vero e serio Piano Urbano di Gestione dei Rifiuti, come nella migliore tradizione europea, mediante cui sia possibile anche sanzionare duramente i trasgressori e quei cittadini irresponsabili privi di adeguato decoro urbano? Come si stanno impiegando i fondi regionali erogati, anni fa, con il precipuo intento di accrescere la R.D. in Città? E i fondi comunali sono stati impiegati principalmente per assorbire i debiti delle gestioni fallimentari precedenti? Quando, quindi, si presume di raggiungere, anche in ottemperanza a tutta una serie di disposizioni statali, la percentuale almeno del 65% con il successivo passaggio da Tarsu a tariffa? Quando è prevista la chiusura del ciclo impiantistico?
Avrei avuto piacere se in Consiglio una sola di queste questioni fosse stata sollevata dai (pochi) consiglieri presenti o da quelli (ancora meno) che ne capiscono qualcosa. Invece niente. La Città, corresponsabile del declino morale e culturale in atto con sedicenti cittadini che in realtà non sono altro che sporcaccioni, è incapace di reagire meritandosi evidentemente questa classe dirigente. Da un lato tarocca e pataccara, come i fotomontaggi che produce. Dall’altro incapace di restituire ai cittadini fiducia e speranza per l’avvenire.
P.s.: Si ringrazia per le fotografie il Cons. Circoscrizionale del Libertà, Simone Cellamare.
- “Le blatte e i topi non sono di sinistra” - di Giuseppe Milano del 13 ottobre 2012