Cieli bui, protestano i Comuni di Bologna e Bari
Il provvedimento del governo che prevede la razionalizzazione dell'illuminazione pubblica non convince le amministrazioni di Bologna e di Bari. Oltre ai timori per la sicurezza dei cittadini, i Comuni vedono minacciata la propria autonomia. E sottolineano la carenza di risorse finanziarie
15 October, 2012
Non si placano le polemiche per l'operazione Cieli bui, con la quale il governo ha introdotto della legge Stabilità delle misure per la «razionalizzazione e l'ammodernamento dei sistemi di illuminazione pubblica». Alle proteste di associazioni e opinionisti preoccupati per la sicurezza dei cittadini si sono aggiunte le critiche delle amministrazioni comunali di Bologna e di Bari.
Secondo Riccardo Malagoli, assessore ai Lavori pubblici bolognese, il provvedimento rappresenta una imposizione per i Comuni, che già hanno dovuto subire il Patto di stabilità. Al di là del metodo, Malagoli contesta anche la sostanza dell'operazione Cieli bui, che per lui rappresenta un rischio per la sicurezza dei cittadini. «L'illuminazione notturna di strade ed aree urbane è importante sia per la sicurezza stradale che, più in generale, per la sicurezza legata alla vivibilità notturna – dichiara l'assessore bolognese - Faremo di tutto affinché questo provvedimento non mini la sicurezza dei cittadini». Ne fa invece una questione di competenze il consigliere comunale della Lega Lucia Borgonzoni, che ha già annunciato «un ordine del giorno per chiedere una condanna per questo provvedimento». Secondo il consigliere leghista, temi come quello dell'illuminazione pubblica «spettano agli enti locali, Roma non può prenderseli in capo, non si può tagliare sulla sicurezza».
E se all'ombra delle due Torri l'idea di razionalizzare l'illuminazione stradale non convince il Comune, neanche da Bari giungono commenti più favorevoli. Nel capoluogo pugliese è stato il sindaco Michele Emiliano in persona a esprimere le proprie perplessità sul provvedimento del governo Monti. La principale obiezione, manco a dirlo, è sempre la stessa. «Bisogna valutare con attenzione le condizioni di sicurezza nei diversi quartieri – dichiara il primo cittadino in una intervista a Repubblica - Non è solo una questione di percezione, secondo molti studi nelle zone meno illuminate i reati violenti o di effrazione sono più frequenti». Emiliano, comunque, ammette che nelle città italiane «c'è troppa luce», ma fa notare che la soluzione del problema, a suo parere, non è semplice neanche dal punto di vista tecnico.
La difficoltà maggiore, in particolare, sarebbe quella di riuscire a modulare l'intensità luminosa dei lampioni, vista l'obsolescenza degli impianti in dotazione ai Comuni. «Nella maggior parte delle città italiane gli impianti di illuminazione sono vecchi di decenni – aggiunge il sindaco di Bari - C'è un interruttore: acceso o spento, e quando si preme finisce al buio un'intera strada, o magari un quartiere, senza nessuna possibilità di modulare l'intervento». La proposta del governo, dunque, mancherebbe di senso pratico, vista la carenza di risorse finanziarie a disposizione degli amministratori (proprio a Bari, spiega il sindaco, è già in corso una sperimentazione di luci al LED con sistemi di telecontrollo, ma «le risorse sono poche»). Anche l'eventuale soluzione di coinvolgere dei privati nell'ammodernamento degli impianti non convince Emiliano, che la considera una vera e propria privatizzazione dell'illuminazione pubblica. Infine, torna il tema dell'autonomia degli enti locali: «Prima è venuto il patto di stabilità, ora il governo ci dice anche quando spegnere o accendere la luce - conclude il sindaco barese - Poi manca solo una dichiarazione di guerra».
Leggi anche:
Il Comune contro «Cieli bui» - dal Corriere di Bologna.it del 12.10.2012
Emiliano: "Cieli bui, giusto risparmiare ma rischiamo di spegnere l'intera città" – da La Repubblica Bari dell'11.10.2012