Scaldabagno elettrico: quando accenderlo? Tutti i trucchi per risparmiare energia
Sono ancora molti gli italiani che riscaldano l'acqua utilizzando uno scaldabagno elettrico. Si tratta di un sistema non molto efficiente e parecchio dispendioso, ma con qualche semplice accorgimento è possibile ridurre gli sprechi. Capendo, prima di tutto, quando e quanto conviene tenerlo acceso
17 October, 2012
Inutile girarci intorno: usare l'elettricità per riscaldare l'acqua da usare in bagno o in cucina non è un sistema molto efficiente. Il rendimento energetico dei comuni scaldabagni elettrici presenti nelle case di molti italiani non supera, di media, il 10% (fonte: Legambiente) e di solito la corrente che alimenta i boiler proviene da centrali termoelettriche che l'hanno a loro volta prodotta bruciando un combustibile fossile: calore che diventa elettricità per poi tornare calore nella doccia di casa, un vero e proprio “corto circuito termodinamico” con una inevitabile perdita di energia ad ogni passaggio. In base ai calcoli di Legambiente, una famiglia che scaldi l'acqua con uno scaldabagno elettrico della potenza di 1.000 watt acceso sei ore al giorno consuma più o meno 2.000 kWh di energia all'anno, pari a circa 8 volte il consumo di un frigorifero di classe A da 300 litri acceso 24 ore al giorno. Secondo altre stime, uno scaldabagno acceso 24 ore su 24, sette giorni su 7, sarebbe responsabile da solo del 70% di tutta la bolletta elettrica.
Va da sé, quindi, che la strategia migliore per ridurre i consumi legati alla produzione di acqua calda sanitaria è la sostituzione del vecchio scaldino con un modello a metano, che permette, secondo l'Eni, di risparmiare oltre 300 euro l'anno per una famiglia di 4 persone, o, meglio ancora, con un impianto solare termico che consente di riscaldare l'acqua sfruttando l'energia solare. Ma se non è possibile sostituire il dispositivo, per indisponibilità economica o perché, ad esempio, si è in affitto e l'intervento sarebbe troppo complicato? Esistono comunque diversi accorgimenti da seguire per minimizzare gli sprechi.
Quale scegliere
Si è già detto della convenienza di uno scaldabagno a gas rispetto ai modelli elettrici. In ogni caso, e a prescindere dal tipo di alimentazione, è molto importante scegliere un modello di dimensioni adeguate alle reali esigenze della famiglia che dovrà usarlo. Acquistare un boiler di capacità sovradimensionata, infatti, comporta un maggiore consumo di energia, mentre un apparecchio troppo piccolo non riuscirà a soddisfare le necessità di acqua calda degli inquilini della casa. Giusto per farsi un'idea, una coppia consuma, in media, circa 60 litri di acqua al giorno, che possono arrivare a 180-200 per una famiglia dalle 4 alle 6 persone (fonte: Guida Acquisti).
Dove metterlo
Molto importante, inoltre, posizionare lo scaldabagno in modo corretto, scegliendo una collocazione non troppo lontana dalla maggior parte degli elettrodomestici e degli impianti che dovrà servire (vasca, lavabo, lavatrice, etc). L'acqua calda, infatti, disperde calore durante il passaggio nei tubi, per cui maggiore sarà la distanza da percorrere e maggiore sarà lo spreco di energia. Se possibile, si può optare per un secondo boiler più piccolo da sistemare in cucina, vicino al lavello, utile per lavare le stoviglie senza tenere acceso il dispositivo principale. Attenzione, infine, all'isolamento termico: meglio evitare di installare lo scaldino accanto a una finestra o su una parete particolarmente fredda o umida.
Quando accenderlo
Tra l'opzione “acceso-24-ore-su-24” e la strategia di attivare il boiler “solo quando serve”, la disputa è atavica e di difficile soluzione. In realtà, come spesso accade, la via più efficiente sta nel mezzo, e la prassi da seguire cambia a seconda delle esigenze e delle abitudini familiari. Se, ad esempio, l'acqua calda viene usata poco e solo in determinati momenti della giornata (ad esempio, al mattino presto e di sera), è preferibile tenere acceso lo scaldabagno solo quando è necessario, staccandolo nelle lunghe ore di inutilizzo. È il caso tipico di nuclei familiari composti da una o due persone, che magari lavorano fuori casa: in una situazione del genere, tenere l'acqua costantemente calda all'interno del boiler si rivela davvero uno spreco. Meglio, allora, dotarsi di un apposito timer, che consenta di programmare l'accensione del dispositivo 3 o 4 ore prima del previsto impiego – magari nelle ultime ore della notte, quando tra l'altro l'elettricità costa meno - e di trovare sempre acqua calda a disposizione proprio quando occorre. Si tratta di congegni di semplice installazione (si montano sulla presa elettrica) e dal costo contenuto. Per i modelli di boiler più piccoli si può anche pensare di fare a meno del timer, considerando che in questo caso i tempi di riscaldamento non superano in genere le poche decine di minuti.
Se invece la famiglia è molto numerosa e/o c'è sempre qualcuno in casa, che naturalmente avrà bisogno di usare il bagno o la cucina, potrebbe allora rivelarsi più efficiente lasciare lo scaldino acceso, perché riscaldare l'acqua partendo dalla temperatura ambiente comporta un dispendio energetico molto alto e ripetere questa operazione molte volte al giorno non conviene affatto. In questo caso, si può comunque valutare l'eventualità di uno spegnimento notturno, programmando l'accensione nelle primissime ore del mattino.
A che temperatura regolarlo
Un altro semplice stratagemma taglia-consumi (e bollette) consiste nel fare sempre molta attenzione alla regolazione del termostato dello scaldabagno, dal quale dipende la temperatura che l'acqua raggiungerà all'interno del dispositivo. Il consiglio è di impostare una temperatura di 55-60 gradi durante l'inverno e 40 nei mesi più caldi. Temperature più alte sono inutili, a meno che non ci si voglia lessare sotto la doccia, e determinano un consumo maggiore di energia.
Gli altri trucchi per risparmiare
La quantità di energia elettrica consumata da un boiler dipende direttamente dai consumi idrici della famiglia. Di conseguenza, evitare sprechi di acqua calda permette anche di ridurre la bolletta della luce. Meglio, dunque, preferire sempre la doccia al bagno (in vasca servono circa 80 litri, per la doccia ne bastano 25) e installare su tutti i rubinetti dei riduttori di flusso, che permettono, a fronte di una spesa di pochi euro, di tagliare i consumi idrici fino al 40%. Fondamentale, infine, tenere sempre in buono stato lo scaldabagno, senza mai trascurare la manutenzione periodica dell'apparecchio.