Ilva, emissioni, danno sanitario: cercando di capire | dialogo in redazione | ECOPEDIA
Una conversazione fra il direttore di Eco dalle Città Paolo Hutter e il nostro corrispondente dalla Puglia Giuseppe Miccoli: la diossina, le indagini della magistratura, le dichiarazioni di Clini e la prima legge sulla Valutazione del Danno Sanitario
19 October, 2012
Paolo Hutter: Comincerò con una domanda solo apparentemente ironica: che aria tira a Taranto?
Giuseppe Miccoli: Aria di tempesta. Le associazioni non sono contente del lavoro svolto finora dalla commissione istruttoria per il riesame dell’autorizzazione integrata ambientale per l’Ilva di Taranto. Ti riporto da facebook il commento di Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink: “Tutte le tabelle della nuova AIA Ilva in cui le emissioni cancerogene (come IPA, benzene, PCB, arsenico, cromo), neurotossiche (come piombo e mercurio) e fortemente dannose per la salute (come il PM10) vengono considerate "parametri conoscitivi" e non limiti normativi. Praticamente anche se da un camino fuoriuscirà una notevole quantità di queste sostanze, l'Ilva non avrà violato alcun limite fissato dall'AIA. Ciò che potrebbe essere di danno per la salute sarà considerato solo come un dato conoscitivo”. Per arrivare a dei buoni risultati occorre l’intervento della normativa che valuta il danno sanitario delle emissioni; la nuova legge regionale "Valutazione del Danno Sanitario" può fare tutto questo. ; però non è stata "inclusa” nella nuova aia. Lo sarà forse tra qualche mese? Questa è una partita che bisognerà giocare.
Paolo Hutter: A livello nazionale non esisteva una normativa che contemplasse la valutazione del danno sanitario. La Puglia è la prima Regione in Italia ad averne adottata una?
Giuseppe Miccoli: E' proprio così. La relazione tra danno sanitario e l’Ilva di Taranto, a livello normativo nazionale, ancora non c’è, ma questa nuova normativa regionale lo stabilisce.
Paolo Hutter: Veniamo alle indagini della magistratura. Se capisco bene, mentre le leggi attuali si limitano a stabilire dei limiti di concentrazioni che gli inquinanti non devono superare, la magistratura di Taranto sta prendendo in considerazione i danni causati dalle emissioni generate dall’Ilva. E' questo il concetto di danno sanitario? E’ così?
Giuseppe Miccoli: Sì, ma vorrei fare delle precisazione. Le disposizioni di legge si applicano alle industrie assoggettate a normativa di Autorizzazione Integrata Ambientale e alle zone che sono state dichiarate Siti di Interesse Nazionale di bonifica (quindi Ilva e Taranto). Grazie ad un rapporto realizzato da Arpa, dall’Asl, e dall’AreS, nel caso in cui emergeranno delle criticità, “le industrie assoggettate a normativa di Aia, dovranno ridurre i valori di emissione in atmosfera. La magistratura ha valutato “i danni” inizialmente su un parametro diverso, non è partita dal superamento dei limiti delle emissioni, ma dagli effetti di queste emissioni. La sostanza inquinante, la diossina, si è posata sul terreno. Da lì si è trasferita negli alimenti, fino al latte materno. Le prime analisi sono state effettuate da una associazione a proprie spese (Peacelink). Trovarono la diossina nel pecorino e nel febbraio del 2008 le analisi le hanno portate in Procura. Il 17 febbraio 2012 è cominciato l'esame della maxiperizia commissionata dalla Procura di Taranto che individua nell'Ilva la sorgente della diossina. Ma l’aspetto più grave è che dalle analisi compiute dall'istituto zooprofilattico di Foggia nel corso degli anni non è mai emerso nulla. E’ possibile che in tutto questo tempo non hanno mai riscontrato tracce di diossina, e appena i controlli li fa la magistratura salta fuori il contrario?
Paolo Hutter: E perché nemmeno l’Arpa aveva mai segnalato il problema diossina?
Giuseppe Miccoli: Perché l’Arpa non si occupa di trovare la diossina negli alimenti e nelle capre... Questo è il compito dell’Istituto Zooprofilattico. Nel dicembre 2010 si è verificato l'abbattimento di centinaia di pecore malate appartenenti a due aziende agricole tarantine. E' morto con un tumore al cervello il pastore da cui PeaceLink prese il pecorino contaminato da diossina.
Paolo Hutter: Torniamo alla Legge Regionale sulla Valutazione del Danno Sanitario (VDS). Quando è stata approvata dal consiglio regionale?
Giuseppe Miccoli: La legge regionale è stata approvata il 24 luglio 2012, è la n. 21. Praticamente negli stessi giorni in cui è scattato il sequestro dell’Ilva di Taranto. Le conclusioni delle perizie chimiche ed epidemiologiche avevano portato a sentenza l’accusa di disastro ambientale e con questa accusa è scattato l’obbligo del sequestro da parte della magistratura.
Paolo Hutter: E che rapporto c’è tra i due avvenimenti?
Giuseppe Miccoli: Il consiglio ha approvato questa legge nel momento in cui l'Ilva era più debole. Una legge che Confindustria Puglia ha avversato aspramente definendola ad esempio, “incorente con il quadro normativo nazionale” e aveva chiesto la soppressione di tutti gli articoli. Possibile che non se ne salvasse nemmeno uno? In realtà la legge sulla VDS (Valutazione del danno sanitario) l’Ilva non l’ha mai voluta, e infatti ancora non è apparsa nell’Aia.
Paolo Hutter: Ma la legge è stata fatta per recepire la posizione della magistratura sull’Ilva?
Giuseppe Miccoli: La linea della magistratura credo che sia condivisa anche dalla regione Puglia e dall'Arpa (Riesame dell'Autorizzazione integrata ambientale. Il parere dell’Arpa Puglia in 12 punti)
Paolo Hutter: Quindi la Puglia ora è l'unica regione a riconoscere la valutazione del danno sanitario in casi di emissione di inquinanti?
Giuseppe Miccoli: Esatto. Ancora devono essere stabiliti i parametri, ma su questo i tecnici sono al lavoro. (Leggi qui. Scheda regione Puglia e qui ).
Paolo Hutter: Sento spesso circolare una obiezione polemica: perché la Regione Puglia ha fatto questa legge solo dopo l'intervento della magistratura e perché il caso sulle emissioni dell’Ilva l’hanno fatto scoppiare i magistrati e non la Regione stessa, dopo 7 anni di governo Vendola?
Giuseppe Miccoli: Ma il disegno di legge era già sul tavolo della giunta molto prima che arrivasse la sentenza della magistratura, ne abbiamo parlato prima. Riguardo alla seconda domanda, credo che abbia risposto bene il direttore generale dell'Arpa Puglia Giorgio Assennato, (qui la sua nota). "Non bisogna deprimere il sistema agenziale dei controlli". Arpa e regione Puglia fino al 2005 non avevano strumenti né normativi né di controllo, né laboratori scientifici né know-how. E’ solo dopo aver costruito tutta l'architettura normativa e acquistato gli strumenti di controllo e formato risorse umane che sono iniziati i problemi per l'Ilva, e sono anche questi strumenti, messi in azione da Arpa e Regione, quelli di cui si è avvalsa la magistratura per intervenire. Va detto anche che il motore che ha generato l’effetto norme anti-Ilva sono state le associazioni ambientaliste. Altamarea e Peacelink in primis.
Paolo Hutter: Perché Clini a settembre fece questa dichiarazione: “Non c'é nessuno oggi che può dire che c'é una relazione causa-effetto sulle attività industriali attuali dell'Ilva e lo stato di salute della popolazione” ? Perché dice che non ci sono prove?
Giuseppe Miccoli: Per lo Stato, oggi, nessuno può affermare con sicurezza scientifica quanti morti provoca l'Ilva di Taranto (intendo l’Ilva senza considerare le altre industrie Enichem, inceneritori con recupero di energia termica, cementifici, etc.) Si sa solo che fa male e provoca dei danni sanitari. E lo ha stabilito per la prima volta la sentenza del 25 luglio 2012. La perizia epidemiologica ha affermato "che dallo stabilimento ilva s.p.a. si diffondono gas, vapori, sostanze aeriforme e sostanze solide (loveri, ecc.), contenenti sostanze pericolose per la salute dei lavoratori operanti all'interno degli impianti e per la popolazione del vicino centro abitato di Taranto e, eventualmente, di altri viciniori, con particolare ma non esclusivo, riguardo a Benzo(a)pirene, Ipa di varia natura e composizione nonchè Diossine, PCB, Polveri di minerali e altro”. Il nesso lo ha stabilito la magistratura. Ma occorre dunque quantificare dal punto di vista sanitario (e economico) i decessi e le malattie. Occorre partire dalla presentazione e diffusione dei dati dello Studio Sentieri e altri studi più recenti che sono stati compiuti da altri soggetti (vedi documento Arpa Puglia), ma che secondo il ministero della Salute, sono ancora in corso di validazione, e quindi non possono essere inseriti nell’autorizzazione.
Paolo Hutter: Ricordo un battibecco tra Clini e una giornalista a Conversano... (il video di Clini a Conversano) Clini disse che c’erano più morti per tumore a Lecce che a Taranto.
Giuseppe Miccoli: Me lo ricordo. Il Comune di Lecce si è attivato per delle verifiche. Quel che disse il ministro è un fatto noto ai tecnici del settore, ma credo che intendesse dire “Salento” e non Lecce, ma i dati sono un po' vecchiotti. Vanno aggiornati e qui arriviamo al punto di prima.
Paolo Hutter: Quindi secondo te è possibile che ci fossero più tumori nel Salento? L'Ilva faceva meno danni prima?
Giuseppe Miccoli: L’Ilva non faceva meno danni. Ma il problema è quello che è accaduto "prima" nel Salento. Non sono un chimico o un medico ma cerco di spiegare cosa volesse intendere Clini: probabilmente la curva massima di tumori oggi ce l’ha il Salento, ma tra qualche anno verrà superata da Taranto. Perché è come per l’amianto: le persone cominciano ad ammalarsi e a morire diversi anni dopo l’esposizione. Nel Salento fino a vent’anni fa si coltivava il tabacco dappertutto. Tutte le famiglie lavoravano a casa le loro foglie di tabacco. Lo sapevate che la prima rivolta sindacale del dopoguerra fu proprio quella delle tabacchine: tutte donne, fra l’altro?
Paolo Hutter: E quali sono stati gli anni peggiori dell'Ilva?
Giuseppe Miccoli: Dopo la chiusura della cokeria di Genova, tutto l'impianto a caldo venne trasferito a Taranto. Questo significa che dal 2005 al 2011 ogni anno il 98% della diossina di tutta Italia veniva prodotta a Taranto. (Vedi qui).
Paolo Hutter: Insisto: perché Clini ha fatto quelle affermazioni?
Giuseppe Miccoli: E' il gioco delle parti. Clini non dice delle cose inesatte, ma dice delle cose parziali, e vanno integrate o da noi giornalisti o dalle associazioni. E' un governo di banchieri e industriali, non è strano che puntino a salvaguardare un bene industriale come l'Ilva.
Paolo Hutter: E perché Nicastro dice che l'aria negli ultimi mesi è migliorata? E' migliorata davvero? E se sì perché?
Giuseppe Miccoli: I dati a cui faceva riferimento l’assessore all’Ambiente Lorenzo Nicastro si riferivano all'estate di quest'anno. Ineffetti in quel periodo viene rilevato un calo del B(a)P poiché il quartiere Tamburi di Taranto viene investito dalle polveri dell’Ilva prevalentemente nei giorni di maestrale e di tramontana e poiché in estate ci sono meno giorni in cui spirano questi venti rispetto all’inverno si può affermare che sarà investita dalle polveri maggiormente nel periodo invernale. Perciò dobbiamo aspettare la fine dell'anno per avere un dato onnicomprensivo. (Ma il chimico Federico Valerio lo spiega meglio di me!)
Questa è una notizia-scheda sempre verde che fa parte della raccolta Ecopedia.it curata dalla redazione di Eco dalle Città