Le domeniche a spasso vanno difese, non ridimensionate
La domenica a spasso è stata un successo di critica e di pubblico perchè ha fatto sintesi, con maturità, di anni di blocchi domenicali in cui ci si alternavano confusamente provvedimenti antismog, con migliaia di auto a metano in libera uscita, e domeniche "a piedi" solo in centro, per il gusto di stare senza traffico. Ora non si capisce perchè le si voglia ridurre .... L'intervento di Paolo Hutter su Repubblica del 24.10.2012
24 October, 2012
Paolo Hutter
La domenica a spasso è stata un successo di critica e di pubblico perchè
ha fatto sintesi, con maturità, di anni di blocchi domenicali in cui ci
si alternavano confusamente provvedimenti antismog, con migliaia di auto
a metano in libera uscita, e domeniche "a piedi" solo in centro, per il
gusto di stare senza traffico. Ora non si capisce perchè le si voglia
ridurre, o di orario, o di estensione e soprattutto non si capisce
perchè - se è vero, forse è solo una voce - la tentazione di
ridimensionarle alberghi nella stessa Giunta Comunale che le ha
solennemente inaugurate e sempre sostenute. Non risulta che ci siano
state sofferenze, criticità, ribellioni a parte quelle di certi ambienti
di ultraliberisti della marmitta che criticavano i provvedimenti
domenicali anche quando a farli era il "loro" centrodestra.
Se significative sofferenze o proteste ci sono state, bisogna dire che sono state ben celate dietro le quinte, perchè non si son viste. Del resto basta rovesciare il punto di vista per osservare che anche se si
facessero 20 domeniche a spasso all'anno, l'automobile e la moto
avrebbero campo libero per 18 ore in quelle stesse giornate al di fuori
dell'orario di blocco 10-18, e inoltre per altre 32 domeniche l'anno.
Non si capisce perchè si dovrebbe ridimensionare un provvedimento che anzi andrebbe esteso e radicalizzato perchè incarna e favorisce le nuove
tendenze di cultura e di comportamento nelle città, come confermato
anche dalla recente nascita della Giornata del Camminare. Per estendere
le domeniche "a spasso" anche nei mesi più freddi dell'inverno non c'è
bisogno di chissà quali feste riscaldate. Non dimentichiamo che i
blocchi domenicali sono nati proprio d'inverno, tra dicembre 1999 e
gennaio 2000, e che furono apprezzati sia come momenti di liberazione
dai motori che come provvedimento antismog.
Non va neanche esagerata la distinzione tra i due momenti, i due aspetti. Un blocco domenicale non può essere il principale provvedimento in una fase di emergenza smog, è ovvio. Ma la recente istituzione - altra novità e vanto del Comune di Milano - della misurazione del "black carbon" ha mostrato che il fermo del traffico anche solo in una città ha evidenti immediati benefici su scala locale. Se otto ore vi sembran poche, la soluzione non è di regalare anche quelle otto ore ai veleni. C' è poi una questione di metodo, che forse è ancora più rilevante del merito.
A questo punto le domeniche a spasso sono un patrimonio della città. Se non è possibile decidere per via referendaria quante domeniche fare e come farle, non è neanche plausibile , a questo punto, che la decisione dipenda solo da pochissime persone , senza consultazioni più ampie, senza sondare la gente, senza cercare - sul complesso delle 52 domeniche l'anno e delle loro 1.248 ore - un compromesso accettabile anche da chi l'auto non la usa mai.
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