Ad Alessandria, comune in rosso, crescono le spese per i lampioni a LED
Il comune piemontese, alle prese con un mostruoso buco di bilancio, è stato uno dei primi a convertirsi ai lampioni a LED. Nonostante questo, o forse proprio a causa dell'investimento sostenuto, dai bilanci degli ultimi anni la spesa per l'illuminazione stradale risulta in netto e costante aumento
26 October, 2012
Il Comune di Alessandria, al centro negli ultimi mesi di un drammatico crack finanziario con tanto di taglio degli stipendi e occupazione degli uffici comunali, è stato uno dei pionieri dell'illuminazione pubblica ad alta tecnologia e a ridotti consumi energetici. Una strada che però, stando alle cifre pubblicate nei bilanci, non ha ancora dato i suoi frutti in termini di sollievo per le martoriate casse comunali. I primi lampioni a LED sono stati installati a marzo 2009 in corso Lamarmora: modelli “Archilede” prodotti da Enel Luce, in grado, secondo l'azienda produttrice, di garantire «un risparmio energetico dal 40 al 70% rispetto alle lampade a tecnologia tradizionale, zero manutenzione fino a 70 mila ore di funzionamento e un taglio delle emissioni di CO2 di quasi 12 mila tonnellate l'anno».
Nell'agosto 2011, quando i punti luce a LED installati in diverse zone di Alessandria erano già quasi 850, il sindaco Piercarlo Fabbio ha presentato, con una certa eco sulla stampa locale, il nuovo Piano regolatore di illuminazione pubblica (Pric), realizzato in collaborazione con la stessa Enel Sole. Il Pric prevedeva, una volta a regime, circa 3.700 pali della luce modello “Archilede”, a sostituzione parziale dei circa 14.000 lampioni presenti in città. L'obiettivo del Piano, in particolare, era la copertura con i diodi di quasi il 30% del territorio comunale e l'installazione di circa 50 nuovi punti luce in zone precedentemente non illuminate.
Quando l'operazione è stata avviata, il Comune prometteva un risparmio in bolletta di circa il 40% rispetto all’illuminazione pubblica tradizionale. Eppure, se si guarda l'ultimo bilancio pluriennale 2011-2013 approvato dall'amministrazione il 30 giugno 2011 (vedi dettaglio allegato), la spesa per l'illuminazione risulta in costante aumento. Si passa dal milione e 150.000 euro del 2011 a 1.420.000 nel 2012, per arrivare a 1 milione e 620.000 euro del 2013. In totale, quasi 4,2 milioni in tre anni, divisi tra spese correnti – quelle per l'erogazione del servizio, a cominciare dell'elettricità – e spese in conto capitale, ovvero quelle che il Comune sostiene per i propri investimenti, acquistando attrezzature, macchinari, automezzi o realizzando interventi di manutenzione di opere pubbliche (in questo caso, presumibilmente, per l'acquisto dei nuovi lampioni).
Difficile dire se e quanto la spesa per l'illuminazione pubblica abbia contribuito al default del Comune di Alessandria, né se l'investimento per l'installazione dei LED possa risultare vantaggioso sul lungo periodo - le spese elevate in conto capitale, come si è detto, potrebbero essere legate proprio all'investimento iniziale per l'installazione dei diodi. Quel che è certo, conti alla mano, è che negli ultimi anni, oltre alla luce sulle strade alessandrine, è risultata in crescita anche la bolletta.