Rapporto ACI-Istat sulla sicurezza stradale: ancora lontani dagli obiettivi Europei
Cala leggermente il numero degli incidenti sulle strade italiane, ma troppo poco per allinerasi agli obiettivi di riduzione indicati dall'Unione Europea: gli incidenti nel 2011 sono stati 205.638 (-2,7% rispetto al 2010), con 3.860 morti e 292.019 feriti. I commenti di FIAB e Legambiente
31 October, 2012
Automobile Club Italia: "I dati dimostrano come le nostre strade diventino ogni anno più sicure – ha affermato il presidente dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani – ma c’è ancora tanto da fare: gli incidenti derivano da una scarsa cultura degli utenti della strada e ACI ha definito un sistema di formazione continua con nuovi programmi per il conseguimento della patente, corsi di guida sicura, attività di educazione dei genitori per l’uso dei seggiolini, servizi specifici per le utenze deboli. Va poi sottolineato che i sinistri sono diminuiti del 22% in 10 anni ma le tariffe rc-auto non hanno seguito lo stesso andamento. Per consentire un ribasso delle polizze, ACI ha presentato al Governo un progetto di legge in grado di ridurre del 40% i costi a carico delle famiglie, contrastando soprattutto il fenomeno delle frodi: speriamo veda presto la luce”.
FIAB: Calano le vittime ma per il terzo anno consecutivo le vittime fra pedoni e ciclisti superano quelle fra gli automobilisti
Oggi è uscito il nuovo rapporto ACI-ISTAT sugli incidenti stradali aggiornati al 2011. Il rapporto evidenzia in modo marcato peculiarità e linee di tendenza della sicurezza stradale in Italia. Complessivamente si è confermata una riduzione di incidenti e morti sulle strade. La riduzione, precedentemente molto marcata, si sta esaurendo. Con qualche anno di ritardo, ci si sta avvicinando al dimezzamento delle morti rispetto al 2001 (-45%). Questo dato è però sempre più sbilanciato verso le quattro ruote (-56%, dimezzamento abbondantemente superato) a scapito dell’utenza debole (-37% pedoni, -13% ciclisti, - 30% motociclisti). Per il terzo anno consecutivo (caso unico in Europa) i morti nell’utenza debole superano quelli delle quattro ruote a motore. I ciclisti inoltre sono l’unico segmento che ha visto un incremento seppur minimo di morti rispetto al 2010 (282 contro 263), ma anche per pedoni e motociclisti la riduzione è stata minima. (Questo dato non va letto in valore assoluto, ma rapportato agli spostamenti, e cioè ai km percorsi. Poiché questi sono aumentati l’incidentalità per km percorso è diminuita).
Non va infine dimenticato che il dato presentato dalle statistiche ACI-ISTAT è costantemente sottodimensionato rispetto alle statistiche sanitarie, pubblicate con 2 anni di ritardo, che danno un valore superiore del 10-12%, per cui il dato reale atteso per il 2011 è di circa 4300 morti.
Legambiente: "Da statistiche esce un messaggio fuorviante sulla sicurezza stradale: la velocità è la prima causa di morte: limite di 30kmh in tutti i centri abitati"
"Le statistiche sugli incidenti enfatizzano la diminuzione di morti e feriti e trasmettono l'errata sensazione che le strade siano più sicure. Non è così. Sono diventati più efficaci i sistemi di sicurezza attiva e passiva delle auto e sono migliorate le tecniche della chirurgia d’urgenza che trasformano un morto di ieri in un invalido o un ferito grave di oggi. Ma non c'è nessuna politica o strategia virtuosa (tutor a parte) dietro questo risultato e le strade sono le stesse di sempre. La conferma arriva dai sinistri che coinvolgono coloro che vanno a piedi o pedalano, che non possono proteggersi con un air bag o una roll bar: i ciclisti uccisi da un impatto con un veicolo a motore sono aumentati del 7,2%".