Bari: Tarsu, ecotassa e raccolta dell’organico. Il punto della situazione
Per garantire la copertura dei costi dell'Amiu il comune di Bari ha previsto l’aumento della Tarsu del 30%. Tra le spese comunali, però, figura l’ecotassa regionale su ciò che è conferito in discarica, evitabile, se aumentasse la percentuale della raccolta differenziata, oggi al 21%. Unica soluzione: la raccolta dell’organico. Ma l’Amiu di Bari giudica troppo restrittive le soglie di impurità stabilite dall’impianto di compostaggio di Modugno. Ecco cosa dice la legge regionale a riguardo
01 November, 2012
Il 5 settembre 2012 il Comune di Bari ha presentato alla stampa la nuova “rimodulazione” della Tarsu. Si tratta, nei fatti, di un aumento del 30% per adempiere a un dovere di copertura dei costi imposto dal decreto Monti (art. 117 del dlgs n. 267/2000, cfr. anche normativa istitutiva della TARES): “Negli anni scorsi – si legge in una nota tecnica dell’Amiu del 4 ottobre – il saldo per la copertura del servizio (che risulta da 4 anni bloccato al valore del 2009) veniva assicurato dal Comune grazie a fondi di altra provenienza, anche statali”. Senza questi trasferimenti, dunque, è ora il Comune che deve farsi carico di tutte le spese di gestione dell’Amiu, i cui costi di servizio sono aumentati da 52,5 milioni del 2007 a 63 milioni del 2012 (iva inclusa). Di qui l’esigenza del Comune di aumentare la copertura dei costi, dal 61% del 2007, al 74% del 2010, fino al 90% del 2012.
Le cause principali di tale incremento sono individuate proprio dal sindaco Michele Emiliano in un comunicato diffuso tramite Facebook, e cioè “l’incremento dell’ 1% dell’IVA, l'aumento di circa il 50% del gasolio da trazione e l’impennata dei costi dell'energia”, a cui devono aggiungersi – si legge nella delibera comunale “Tarsu anno 2012” – "i maggiori costi connessi all’estensione della raccolta differenziata nei vari quartieri cittadini, e, ancora, l’aggravio determinato dall’aumento dell’ecotassa deliberato dalla Regione nel mese di dicembre 2011. Quest’ultimo, infatti, comporta per Bari - in base alle attuali risultanze della raccolta differenziata - un incremento da € 7,5 a ben € 25,82 per ogni tonnellata conferita in discarica".
Copertura dei costi e spending rewiew. Nell’ambito di questo elenco una spesa evitabile sembrerebbe proprio l’ecotassa regionale, da abbattersi mediante la diminuzione dei conferimenti in discarica. Meno rifiuti in discarica significa meno spese sul fronte ecotassa. Come si può raggiungere questo obiettivo? Aumentando la percentuale di raccolta differenziata, ferma al 21% (fonte dei dati regione Puglia)e ancora lontana dall’obiettivo di legge nazionale (65% di RD).
Per portare la percentuale di raccolta differenziata, in tempi brevi, almeno al 40-45%, l’unica soluzione riconosciuta da tutte le parti, è quella di effettuare e/o potenziare la raccolta dell’umido e dell’organico. A Bari, però, solo i rifiuti che derivano dalle attività mercatali vengono inviati al compostaggio. Perché? Quali sono i problemi della raccolta cittadina?
L’Amiu non condivide le politiche aziendali dell’impianto di compostaggio Tersan di Modugno: la soglia minima di impurità del 3% (e cioè il minimo di impurità della frazione umida perché sia accettata dall’impianto che deve lavorarla), dice l’Amiu in una nota tecnica inviata alla Tersan, è troppo restrittiva. Gli altri impianti di compostaggio fanno oscillare le percentuali dal 3% al 7%. “La società Progeva di Laterza è al 5% - si legge nella nota Amiu - mentre la società ASECO di Marina di Ginosa accetta conferimenti con impurità del 4% con tolleranza sino al 7%”. A Bari, poiché la raccolta differenziata dell’umido è di tipo stradale (bidoni con serrature, il più delle volte scardinate), si determina evidentemente una raccolta più “sporca”, con impurità anche superiori al 10%. Di qui l’esigenza da parte dell’Amiu di chiedere alla Regione Puglia la creazione di un impianto alternativo, di digestione anaerobica e produzione di energia da biogas.
Ma cosa dice la legge regionale a riguardo? L’allegato 1 della cosiddetta “legge ecotassa”, stabilisce una soglia di impurità del 7%, si, ma non come limite al di sotto del quale è vietato il conferimento, bensì come soglia a partire dalla quale scatta una premialità per i comuni (e dunque di uno sconto sull’ecotassa). È quanto spiega la Tersan in una nota rivota alla stessa Amiu, e cioè che la l.r. n.38/2011 a cui l’azienda d’igiene urbana si riferisce “non intende … regolamentare gli ingressi agli impianti di compostaggio, bensì (indica) una soglia di impurità nella FORSU (frazione organica rifiuti solidi urbani) che farebbe scattare per i Comuni una riduzione della tariffa massima prevista a decorrere dal gennaio 2013”.
Finora, ha fatto sapere l’azienda modugnese, solo 1 carico su 7 dell’umido inviato dall’Amiu è stato rifiutato. "Da giugno a settembre – sostiene la Tersan – sono stati solo 6 i conferimenti da parte dell'Amiu (per 221 tonnellate totali). L'unico carico respinto è stato quello di maggio, per evidente contaminazione dei materiali”.
Ma cosa significa contaminazione dei materiali? Secondo l’Amiu la presenza di 1.000 shopper (x gr. 10/cad) e di 500 bottiglie di plastica (x 60 gr/cad) su un carico di 2 tonnellate di organico offre un impatto visivo fortemente negativo. Ma che induce a false determinazioni, in quanto l’effettivo peso di tali impurità costituirebbe, in termini ponderali ( 10 + 30 = 40 Kg), soltanto il 2% del totale conferito. Su questo punto sarebbe importante (nonché istruttivo) poter vedere le fotografie scattate dalla Tersan, così da rimettere anche all’opinione pubblica il giudizio. Quando è giusto rifiutare un carico e quando invece non lo è? Eco dalle Città ha contattato l’azienda modugnese chiedendo dei confronti con altre città, per comprendere se il problema è circoscritto al comune di Bari oppure se è esteso ad altri comuni.