Strategia energetica nazionale, le proposte di Amici della Terra
L'associazione plaude alla decisione del governo di indicare l'efficienza energetica come obiettivo prioritario, ma chiede di riequilibrare maggiormente gli incentivi previsti per le fonti rinnovabili termiche e per l'efficienza con quelli per il settore elettrico
07 November, 2012
«Elaborare precise analisi costi/benefici per valutare l’efficacia degli incentivi per l’efficienza energetica, per le rinnovabili elettriche e per quelle termiche, sia di quelli elargiti fino ad oggi, sia di quelli che la Sen propone da qui al 2020 e oltre». È la prima osservazione di Amici della Terra sulla Strategia energetica nazionale in fase di approvazione da parte del governo. Secondo gli ambientalisti, il testo proposto dal Consiglio dei ministri e attualmente sottoposto a consultazione pubblica, contiene «analisi, valutazioni e proposte che gli Amici della Terra condividono e su cui si sono espressi e impegnati da almeno 4 anni».
Il riferimento, in particolare, è all'indicazione dell’efficienza energetica come priorità e al riconoscimento che «le fonti rinnovabili termiche sono state, finora, piuttosto trascurate». L'associazione, dunque, sembra moderatamente soddisfatta dei contenuti della Strategia energetica nazionale, ma continua a ritenere che ci sia uno sbilanciamento in favore delle rinnovabili elettriche. «Per l’efficienza energetica sono previsti incentivi aggiuntivi per un ammontare di 15 miliardi di euro e per un risparmio di energia finale aggiuntiva pari a circa 70 Mtep al 2020 – scrivono gli Amici della Terra - Per le rinnovabili termiche gli incentivi aggiuntivi sono pari a circa 6 miliardi per 40 Mtep aggiuntivi, mentre per le rinnovabili elettriche ammontano a 28 miliardi di euro, con l’obiettivo di sviluppare al 2020 ulteriori 20 Mtep».
Secondo il gruppo ambientalista, gli incentivi stanziati non sono adeguatamente commisurati agli obiettivi previsti. «Se è prodotto da rinnovabili termiche, 1 Mtep di energia riceve incentivi pari a 150 milioni di euro, se è ottenuto tramite una attività di efficientamento energetico riceve poco di più di 210 milioni, mentre se è prodotto da rinnovabili elettriche arriva a 1.400 milioni di euro». Di qui la necessità, secondo la sezione italiana di Friends of Earth, di effettuare una più accurata analisi costi/benefici degli incentivi elargiti.
L'associazione, inoltre, osserva che la Sen non chiarisce quale sia il contributo delle politiche di efficienza energetica alla riduzione dei consumi e quale sia, invece, il peso della crisi economica. «Senza questa chiarezza, si rischia di confondere, nell’analisi, il raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica con gli effetti della crisi – scrivono gli Amici della Terra - Nella realtà, la differenza è nettissima: è quella che passa fra la ricchezza e la povertà».
Venendo alle misure concrete, infine, gli ambientalisti chiedono che «dopo le aste e dopo il Quinto conto energia cessino gli incentivi per le rinnovabili elettriche intermittenti e che le risorse residue per il settore elettrico (quelle che via via si libereranno) privilegino le fonti non intermittenti e con maggiore ricaduta sull’economia italiana, come la geotermia, o con alto indice di efficienza come gli impianti di cogenerazione a biomasse derivate da residui dell’agricoltura o dell’industria alimentare, prodotte localmente».
Quanto agli obiettivi al 2020, Amici della Terra propone di aumentare al 22% il target delle rinnovabili termiche (che è indicato al 19% nella Sen), e di ridurre al 31% quello delle rinnovabili elettriche (che è indicato al 37% nella Sen). «In questo modo – conclude l'associazione - verrebbe dato un chiaro segnale di discontinuità rispetto al precedente ciclo di politiche per l’efficienza energetica e le rinnovabili».