Revocato a Bologna il divieto di pedalare con la neve. Anche sotto le Due Torri "alla danese" due ruote sul bianco, per i più abili.
Stava diventando un caso nazionale per chi segue le due ruote. Palazzo d'Accursio ha deciso di correggere l’ordinanza neve ritirando il divieto di circolazione per le due ruote (ciclomotori, moto e biciclette) e di lasciarlo attivo solamente per i mezzi a quattro ruote che non siano provvisti di gomme termiche o catene
06 December, 2012
Aveva acceso subito vivaci discussioni la cosiddetta “ordinanza neve” del 12 novembre scorso con cui il Comune di Bologna vietava, dal 1 dicembre al 15 marzo, la circolazione in caso di neve di tutti i veicoli a due ruote. Increduli e indignati per il provvedimento soprattutto i ciclisti, decisi a sfidare l’ordinanza in gruppo organizzando sui social network addirittura delle critical mass pronte a partire ai primi fiocchi di neve. Protestare in maniera così radicale tuttavia non sarà più necessario, dato che il Comune del capoluogo emiliano ha deciso di correggere l’ordinanza, ritirando il divieto di circolazione per le due ruote (ciclomotori, moto e biciclette) e di lasciarlo attivo solamente per i mezzi a quattro ruote che non siano provvisti di gomme termiche o catene. Come si legge nel comunicato ufficiale di Palazzo D’Accursio la marcia indietro è arrivata in seguito alla segnalazione da parte “di alcune associazioni e imprese, pubbliche e private, dei rilevanti problemi che un'estensione generalizzata del divieto di circolazione in caso di neve ai mezzi a due ruote comporta, tra cui l'operatività di servizi postali e di recapito”.
Una spiegazione ufficiale che semplifica quanto accaduto nell’ultimo mese. Ecco una breve cronologia dei fatti. Il 22 novembre si svolge in Comune una riunione sul tema “Ordinanza Neve”, a dieci giorni esatti dalla sua emanazione, a cui partecipano l'Assessore Malagoli, l'Assessore Colombo, il Commissario Giovanni Finarelli e, in rappresentanza dei ciclisti bolognesi, il Presidente del Monte Sole Bike Group, Claudio Cinti, i consiglieri Martino Caranti e Bibi Bellini (anche nella veste di portavoce della Consulta della Bicicletta di Bologna e Provincia) ed un rappresentante di Legambiente. L'Assessore Malagoli afferma che l'Ordinanza è stata emessa “per prevenire azioni legali contro il Comune con richiesta di risarcimento danni”. I rappresentanti dei ciclisti fanno rispondono che il divieto di circolazione per le due ruote è “immotivato tecnicamente stando alla normativa italiana e comunitaria applicabile e quindi illegittimo, ritenendo pertanto l'Ordinanza un errore tecnico ed un grave errore politico”. Viene deciso di comune accordo di procedere ad una verifica tecnica tra il Commissario Finarelli e l'Ingegnere Martino Caranti sulla materia. Il 23 Novembre Caranti, per conto del Monte Sole Bike Group - FIAB , invia un mail all’Assessorato alla Mobilità in cui trasmette “come richiesto note tecniche con richiesta/proposta di modifica dell'ordinanza neve” e suggerisce “una prudente revisione dell'ordinanza in oggetto”. Il succo è: sarebbe il caso di modificare il provvedimento e permettere alle biciclette di circolare anche in caso di neve. Il 30 Novembre arriva la risposta di Finarelli, che è perplesso : “La proposta di modifica dell'ordinanza mi sembra che cambi profondamente il provvedimento attualmente in vigore. Reputo che competa all'ente proprietario della strada regolamentare la circolazione; ciò significa che può vietare in circostanze particolari quali, per esempio, la carreggiata innevata, la circolazione dinamica dei veicoli a due ruote, con il fine di tutelare la sicurezza delle persone”. Il primo dicembre l’ultima risposta dell’Ingegner Caranti, il quale ribadisce che “la proposta di modifica nasce dall'evidenza che l'ordinanza cosi' come e' attualmente e' immotivata e discriminatoria, quindi illegittima” e che “pare ambizioso che il Comune di Bologna senta la necessità di normare ciò che nè la Comunità Europea, nè singoli stati membri nè regioni o comuni in Europa nè enti tecnici di standardizzazione internazionali hanno ritenuto di (o hanno potuto) definire”. Preludio alla modifica dell’ordinanza da parte di Palazzo d’Accursio.
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