Vicenza, illuminazione: a breve l'approvazione del Piano per il contenimento dell'inquinamento luminoso e il risparmio energetico
La giunta del Comune di Vicenza ha quindi licenziato il Piano per il contenimento dell'inquinamento luminoso e il risparmio energetico, che contiene anche un regolamento con le regole per la messa a norma degli impianti, sia in ambito pubblico che privato
10 December, 2012
Nel 2009, in Veneto, è stata approvata la Legge regionale n. 17 sul contenimento dell'inquinamento luminoso, sul risparmio energetico, sulla tutela dell'ambiente e dell'attività svolta dagli osservatori astronomici, come quello di Arcugnano, a sud di Vicenza, la cui fascia di rispetto ricade quasi totalmente sul territorio della città di Vicenza e che l'anno scorso ha dato avvio a circa 40 procedimenti di richieste di messa a norma di impianti sia pubblici che privati che andavano a disturbare l'attività dell'osservatorio. Nei tempi fissati dalla Regione per approvarlo, la giunta del Comune di Vicenza ha quindi licenziato il Piano per il contenimento dell'inquinamento luminoso e il risparmio energetico, che contiene anche un regolamento con le regole per la messa a norma degli impianti, sia in ambito pubblico che privato, per ridurre l'inquinamento luminoso e abbassare i consumi. Il piano – che dovrà essere approvato dal consiglio comunale - nasce grazie alla collaborazione tra il settore ambiente, Aim Servizi a Rete, l'associazione Veneto Stellato e Arpav.
«La Regione – spiega l'assessore all'ambiente Antonio Dalla Pozza - stabilisce che l'aumento annuale dei consumi nell'illuminazione pubblica non può superare l'1% dell'anno di riferimento, il 2009. E noi siamo sulla buona strada, perché già ora abbiamo aumentato i consumi solo dello 0,5% a fronte di maggiori punti luce». Se nel 2009 infatti erano 15.459 quelli presenti sul territorio comunale, e consumavano 9,2 milioni di chilowatt/ora pari all'emissione in atmosfera di quasi 5 milioni di chili di Co2, a fine 2011 i punti luce sono saliti a 15.801, ma hanno consumato meno, cioè 8,7 milioni di chilowatt/ora pari a 4,7 milioni di chili di Co2. «È l'effetto delle nuove tecnologie utilizzate – spiega Dalla Pozza -, soprattutto gli impianti a led, e dei sistemi di regolazione del flusso luminoso di nuova generazione che stiamo utilizzando negli ultimi anni».
«L'inquinamento luminoso – avverte poi l'assessore - ha effetti nocivi anche sulla salute, in particolare sul riposo, a causa degli abbagliamenti degli impianti pubblici e privati, i quali possono essere anche causa di incidenti stradali. L'obiettivo del piano quindi non è fare sanzioni, che pure sono previste tra 250 e 1.000 euro per ogni punto luce non conforme, ma diffondere la conoscenza delle nuove norme per abbattere l'inquinamento luminoso e nel contempo abbassare i consumi. Per questo punteremo piuttosto sulla formazione dei nostri tecnici e soprattutto degli artigiani attraverso le categorie economiche, perchè poi sono quelli che materialmente realizzano gli impianti privati».
Per ottenere il permesso di costruire infatti, i progetti illuminotecnici privati dovranno essere conformi anche al piano per il contenimento dell'inquinamento luminoso, che, ad esempio, stabilisce puntualmente come e che tipi di lampade possono essere installate, per evitare dispersioni luminose. «Per quanto riguarda gli impianti pubblici – precisa Dalla Pozza -, i primi interventi riguardano la sostituzione delle lampade a vapori di mercurio con le lampade a vapori di sodio o a led: erano circa 3.700 in città a fine 2011 e ora se ne contano solo alcune centinaia grazie all'intenso lavoro svolto nel corso di quest'anno da Aim. In secondo luogo, laddove il braccio del palo non sia posizionato in modo parallelo al piano stradale e quindi con il fascio luminoso non perpendicolare, bisognerà sostituire i braccetti per adeguarli alle norme. Abbiamo calcolato che per completare questi primissimi interventi servirà ancora circa 1 milione di euro, e in ogni caso non è possibile fare un cronoprogramma di tutti gli interventi finchè saremo sottoposti ad un patto di stabilità così soffocante. La cosa certa è che tutti i nuovi impianti verranno realizzati secondo la nuova normativa».
Il piano è stato trasmesso anche alle associazioni di categoria, agli ordini professionali e alle associazioni ambientaliste che hanno formulato diverse osservazioni. «Sono state sostanzialmente quasi tutte accolte – spiega l'assessore - e sono state un importante contributo per migliorare il piano. Per questo ringrazio chi ha avuto il tempo e la pazienza di partecipare agli incontri e presentare osservazioni. Per quanto riguarda gli esercizi commerciali c'è però un aspetto controverso sul quale stiamo aspettando un chiarimento dalla Regione: la legge infatti prevede che a mezzanotte tutte le insegne luminose vengano spente, cosa che però si pone in contrasto con la nuova legge di liberalizzazione del commercio. Intanto quindi, d'accordo con Confcommercio e Veneto Stellato, aderiamo all'interpretazione per cui le insegne relative al punto vendita non vanno spente, a differenza di quelle che pubblicizzano il punto vendita in altre parti delle città».
Infine, l'assessore vicentino evidenzia che grazie alla sostituzione dei corpi illuminanti, diminuiscono anche i consumi e la Co2 emessa in atmosfera. «In questo modo – conclude Dalla Pozza - il piano ci aiuta a rispettare anche il Piano di azione per l'energia sostenibile (Paes) che sottoporremo alla Commissione europea nei prossimi mesi per effetto dell'adesione del Comune di Vicenza al Patto dei sindaci firmato l'anno scorso a Bruxelles: entro il 28 gennaio infatti dobbiamo approvarlo per dire mediante quali azioni il Comune contribuirà volontariamente al rispetto del protocollo di Kyoto e in che modo quindi, entro il 2020, arriverà alla riduzione del 20% delle emissioni in atmosfera e aumenterà del 20% l'utilizzo di energie da fonti rinnovabili. Così poi potremo provare ad accedere a tutta una serie di finanziamenti europei riguardanti l'energia e la sostenibilità, per noi di vitale importanza in un momento di così scarse risorse».