Tempeste sui Navigli
- da Il Corriere della Sera del 19.12.2012
20 December, 2012
di Francesco Bertolini
Mi capita molto spesso di costeggiare il Naviglio in bicicletta, e ogni volta penso a come sarebbe bella una città in cui una rete di canali come questa potesse divenire un patrimonio tutelato, mantenuto e valorizzato come sarebbe probabilmente in altre città europee. Se poi gli stranieri sapessero che la nascita dei Navigli risale addirittura al dodicesimo secolo e ne conoscessero la straordinaria e affascinante storia lo stupore aumenterebbe ulteriormente. Ma purtroppo i Navigli non sono a Manchester o a Bruges, ma nella ricca Milano.Leggo sul Corriere lo scempio della centrale idroelettrica della Conca Fallata, dove un investimento di quasi 3 milioni di euro ha funzionato solo per un breve periodo iniziale, come spesso avviene in questo Paese e a volte anche a Milano. Non ci si è dimenticati infatti dei distributori a idrogeno, inaugurati in pompa magna e poi smantellati; ma torniamo ai nostri cari e vecchi Navigli.Il gruppo A2A, proprietario della piccola centrale sostiene che la stessa è fuori uso per colpa delle alghe che ostruiscono il passaggio dell'acqua; mi viene da pensare che le alghe non sono una novità nel Naviglio, e che quindi, a fronte di un investimento milionario, non era cosi difficile pensare a sistemi di filtrazione delle acque. Ma tant'è, le cose semplici e poco costose sono sempre più complicate da realizzare rispetto alle grandi opere milionarie e a volte miliardarie di questa città e della sua area metropolitana.Le vie d'acqua sono state uno dei temi dei referendum popolari dell'anno scorso, e uno dei sogni del progetto Expo, lentamente prosciugatosi insieme alle acque dei Navigli. È rimasta la Darsena, salvata dalla sciagurata idea del parcheggio, divenuta in pochi anni un'oasi selvaggia ricca di biodiversità urbana, e che dovrebbe tornare ai fasti del passato, quando rappresentava il porto di Milano. L'oasi che si è sviluppata spontaneamente nella Darsena ha qualcosa di incredibile; una città famosa per il suo inquinamento ha consentito la crescita spontanea di un bosco pluviale con salici e pioppi, fiori azzurri, aironi, rane, gallinelle e usignoli. Purtroppo sembra che le richieste di mantenerla si scontrino con i progetti degli ingegneri, da sempre non noti per la loro sensibilità agli usignoli e ai fiori azzurri, ma l'oasi della Darsena rappresenta qualcosa di veramente unico in una città come Milano; pensare a oasi urbane, così come agli orti urbani rappresenta un modo di riappropriarsi del rapporto con la natura, con i suoi ritmi e le sue stagioni.Anche in questo il Naviglio può tornare a essere uno dei cuori pulsanti della città, una città fondata sull'acqua, al centro di una pianura granaio di Europa dove i canali rappresentavano le vene di un sistema che nutriva milioni di persone. Oggi queste vene sono spesso ostruite, come nella Conca Fallata. L'acqua che scorre è la fonte della vita, una maggiore cura e attenzione ai Navigli non potrebbe che migliorare la salute della città.