Ilva, Conversione decreto. I commenti di Clini, Vendola, Ferrante, Di Pietro, Zamparutti
Ilva, Conversione decreto. I commenti del Ministro dell'Ambiente Clini, del presidente Nichi Vendola, del presidente dell'Ilva Bruno Ferrante e degli onorevoli: Antonio Di Pietro (Idv), Elisabetta Zamparutti (Pd-radicali), Pino Pisicchio (Alleanza per l'Italia), Saglia (Pdl). Link
20 December, 2012
Corrado Clini, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. “Approviamo un provvedimento importante, un provvedimento chiave per lo sviluppo sostenibile del nostro Paese, per l'equilibrio tra industria, ambiente e salute; è il risultato di un lavoro prezioso. Io voglio ringraziare i relatori, Raffaella Mariani e Stefano Saglia, per il lavoro paziente che è stato fatto insieme con le Commissioni parlamentari. Questo è il risultato veramente di un lavoro che abbiamo fatto insieme ed è un punto fermo per il futuro dello sviluppo sostenibile del nostro Paese". Ieri il decreto aveva già ottenuto la fiducia (la 51esima del governo Monti) della Camera.
Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia
“La Camera dei Deputati ha sensibilmente migliorato il Decreto ILVA. Per la prima volta nella legislazione nazionale viene introdotta la nozione di Valutazione di Danno Sanitario e si prevedono cifre vere per affrontare i problemi di salute di Taranto. Sul Danno Sanitario, la Regione Puglia aveva visto bene emanando una legislazione innovativa, nonostante le opposizioni di tanta parte del sistema di impresa. Quanto poi ai trenta milioni di euro da spalmare in tre anni (2013/2014/2015) per affrontare l’emergenza a Taranto che permetteranno finalmente di effettuare assunzioni di medici e infermieri sono un importante effetto dell'azione della Magistratura. Taranto ora è davvero questione nazionale anche sui temi della salute e non solo su quelli dell'industria. Al netto di tutte le questioni che riguardano i profili di costituzionalità, penso che il percorso legislativo promosso dal Governo contenga obiettivamente dei rischi giuridici eppure esso costituisce una assunzione di responsabilità istituzionale. Spetterà al Governo, e poi al Garante, dimostrare che l'esercizio concreto dei poteri definiti dal Decreto velocizzerà nei fatti l'attuazione delle prescrizioni della Magistratura e non sarà d'ostacolo. Per questo ritengo inopportune le dichiarazioni del Presidente dell'ILVA, prefetto Bruno Ferrante, che, proprio in una giornata così complessa come quella di ieri, è intervenuto per esprimere giudizi molto duri sulla Magistratura. Avrei preferito ascoltare - ha infine concluso - impegni puntuali sugli investimenti relativi all'ambientalizzazione, arricchiti da numeri, programmi e tempi. ILVA ha perso una grande occasione di dialogo con le istituzioni e con la città di Taranto”.
Il presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante, durante il discorso di fine anno agli impiegati durante il quale sia Ferrante sia il direttore dello stabilimento hanno espresso la loro solidarietà alla famiglia Riva.
"L'autentica volontà dei magistrati si è scoperta il 26 novembre con il sequestro dei prodotti finiti", e cioè "non di salvare uno stabilimento e i posti di lavoro, ma di andare verso una chiusura tragica di questo stabilimento. Spesso non ho compreso le ragioni che stavano dietro ai provvedimenti della magistratura in alcuni momenti, leggendo le frasi, le parole scritte in quei documenti, mi sono reso conto che non c'era in alcune persone serenità d'animo, non c'era equilibrio di giustizia. Eppure in quelle carte c'è scritto chiaramente: Ilva rispetta la legge". Il sequestro dei prodotti finiti, ha detto ancora, è "un provvedimento drastico, duro, io dico nei confronti non dell'azienda, ma dei lavoratori, perché un'azienda che non può vendere i prodotti non può pagare gli stipendi"
Elisabetta Zamparutti, deputata radicale-Pd in Commissione Ambiente: "E' un provvedimento che aggrava la crisi di legalità in cui è immerso il nostro Paese. E` insostenibile da un punto costituzionale perché d'ora in poi, e non solo per Taranto, basterà che un Governo pronunci le parole magiche 'stabilimento di interesse strategico nazionale' perché svaniscano gli effetti di ogni provvedimento di sequestro disposto dall'autorità giudiziaria.
Infine questo provvedimento non è sostenibile neanche da un punto di vista economico poichè la società Ilva ha debiti per circa 3 miliadi e non si capisce come possa far fronte agli investimenti di pari entità per attuare l'aia".
Antonio Di Pietro (Idv), deputato dell’Idv, ha definito l'atto un "esproprio della democrazia parlamentare" e ancora "un provvedimento costituzionalmente illegittimo e che soprattutto mette l'uno contro l'altro dei poveri Cristi: le persone che hanno diritto al lavoro e quelle che hanno diritto alla salute. Voi mi dovete spiegare per quale ragione al mondo avete previsto, in questo provvedimento, che si possa usare il prodotto già confezionato, il prodotto già realizzato dall'Ilva, in violazione della legge e sequestrato dalla magistratura come corpo di reato", un decreto "ad personam, perché all'Ilva serve il prodotto che hanno già realizzato".
Pino Pisicchio, deputato pugliese (gruppo Misto-Alleanza per l'Italia). Forse non è privo di significato il fatto che uno degli ultimi provvedimenti all'attenzione del Parlamento riguardi la messa in sicurezza dell'Ilva e la ripresa della sua attività produttiva. È come se l'intera attività del Governo si racchiudesse nella metafora che questo decreto-legge rappresenta: un provvedimento di necessità, che non ha valore salvifico, ma che tuttavia non può essere eluso a meno di non voler mettere la parola «fine» alla presenza italiana nel settore strategico della siderurgia, condannare alla disoccupazione 20 mila lavoratori del comparto e continuare a minacciare la salute della popolazione tarantina. Il decreto-legge pertanto offre un'alternativa plausibile a quello che è apparso rappresentare un inesorabile ricatto: se si vuole l'occupazione, si deve pagare pegno in termini di salute. Insomma, o veleni e lavoro o disoccupazione. Oggi tuttavia non possiamo che confermare il nostro voto favorevole al provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza per l'Italia).
Saglia, deputato PDL.“Il fatto che le materie prime e i prodotti semilavorati, che sono già nei magazzini dell'Ilva, non possano essere commercializzati è una cosa scellerata ed è dannosa non solo per l'azienda, ma per tutto il ciclo produttivo. Pensare che un'azienda debba ricorrere ad un decreto del Governo per poter commercializzare prodotti già realizzati, dai quali dipende tutta la struttura industriale italiana, è una bizzarria tutta italiana che può trovare come interprete solo l'onorevole Di Pietro, che ovviamente non si vergogna di raccontare cose che non conosce.
Su questo mi permetto di dire anche ai colleghi della Lega: qui stiamo parlando dell'Ilva di Taranto, di un intervento profondo e radicale di risanamento ambientale, in difesa della salute dei cittadini e in difesa della produzione di uno stabilimento che per 9 milioni di tonnellate di acciaio invia questi prodotti nelle imprese del nord (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Due milioni di tonnellate vanno nelle imprese della Lombardia. Il 67 per cento della produzione italiana della meccanica dell'acciaio dipende dallo stabilimento dell'Ilva di Taranto. A Taranto il Governo e il Parlamento fanno politica industriale nazionale ed europea (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Non si può guardare le cose dal buco della serratura: bisogna guardarle secondo un disegno complessivo.
Resoconto stenografico dell'Assemblea - Seduta n. 736 di mercoledì 19 dicembre 2012