“Pandémie de la plastique”: sacchetti al bando anche in Mauritania. Pena: carcere
Africa libera dai sacchetti di plastica: alla lista dei Paesi che lottano contro la “Pandemie de la plastique”, come viene chiamata suoi quotidiani, si è aggiunta la Mauritania, dove dal 1° gennaio 2013 i trasgressori rischieranno perfino il carcere. Ma non è la prima volta... il “traffico” di sacchetti viene punito con 5 anni di reclusione anche a Nuova Delhi
07 January, 2013
La "mano pesante" della Mauritania nella lotta ai sacchetti di plastica sta rimbalzando da un sito all'altro, fra agenzie, blog e quotidiani on line, soprattutto in lingua francese. Dopo il Pakistan, infatti, anche la Mauritania si aggiunge all'elenco dei Paesi che hanno bandito “la fabrication, l’usage et la commercialisation des sacs plastiques”, e l'ha fatto senza risparmiarsi: per i trasgressori sono previste sanzioni fino ai 2500 euro e il carcere.
“La maggior parte dei rifiuti da imballaggio in plastica non vengono raccolti e restano dispersi nell'ambiente – ha dichiarato alla stampa locale il Ministro dell'Ambiente, Amedi Camara - sia in terra che per mare, dove causano la morte di troppi animali. L'80% dei bovini abbattuti nei macelli di Nouakchott avevano sacchetti di plastica nello stomaco!”
Secondo il Ministero a Nouakchott, la capitale, delle 56.000 tonnellate di rifiuti prodotti ogni anno dalla città, il 25% è rappresentato proprio dalla plastica usa e getta. Il bando appena entrato in vigore è frutto della collaborazione avviata da anni tra il governo e le Nazioni Unite, per cercare di mettere un freno a quella che viene ormai conosciuta in Africa come la “Pandémie de plastique”.
Il ricorso alla pena detentiva non è però una novità: era già stato introdotto da New Delhi, la capitale indiana, dove il commercio dei sacchetti di plastica viene punito severamente, con una pena che arriva fino a cinque anni di carcere.
Di seguito un video realizzato dalla ONG francese GRET, per sensibilizzare i cittadini africani sull'uso dei sacchetti di plastica:
Sidi et les Zazous
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