"Non c'è nesso causale accertato" tra tumori e rifiuti in Campania. Le reazioni alle conclusioni del gruppo di lavoro del Ministero della Salute
Nessun nesso causale accertato tra l'esposizione a siti di smaltimento di rifiuti e malattie oncologiche, anche se potenziali implicazioni sulla salute "non possono essere escluse". E' quanto affermato nella relazione finale del gruppo di lavoro insediato dal ministero della Salute sulla situazione epidemiologica della regione Campania e, in particolare, delle province di Caserta e Napoli (citta' esclusa). Molti però contestano le conclusioni della relazione
09 January, 2013
Il Ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha presentato l'8 gennaio 2013 ad Aversa la Relazione finale del gruppo di lavoro sulla "Situazione epidemiologica della regione Campania e in particolare delle province di Caserta e Napoli (città esclusa), con riferimento all'incidenza della mortalità per malattie oncologiche". Il gruppo è stato costituito nel luglio scorso dal Ministro per verificare la connessione tra l'incidenza della mortalità per tumore nell'area in questione e fattori ambientali, in particolare quelli relativi alla gestione dei rifiuti.
La Relazione parte analizzando la situazione epidemiologica della popolazione campana oggi, circa l'attesa di vita, i tassi di mortalità, l'incidenza delle patologie tumorali e i relativi indici di sopravvivenza e mortalità, e sugli stili di vita e i fattori di rischio comportamentali. Successivamente, il documento si sofferma sulle problematiche connesse allo smaltimento dei rifiuti (legale o illecito) in Campania e sulle correlazioni tra specifiche patologie e l'esposizione ai processi di smaltimento, concludendo che non c'è un nesso causale accertato, ma che potenziali implicazioni sulla salute non possono essere escluse.
Per il fatto che l'esposizione della popolazione ai rifiuti è in generale "di tipo indiretto - si legge nella relazione - è estremamente complesso valutare il ruolo che i rifiuti svolgono nel carico complessivo di inquinanti che può arrivare all'uomo. In alcuni casi, quindi, sarebbe molto utile ricorrere anche a studi di biomonitoraggio umano, in particolar modo quando si ha il sospetto di una esposizione al rischio". "Non si può ignorare - conclude il rapporto - l'alta percezione del rischio che la popolazione residente presso siti di smaltimento rifiuti avverte e quindi una risposta di sanita' pubblica proporzionata al contesto è opportuna".
Le reazioni
Sono però diverse le voci che si sono levate contro le conclusioni presentate dal ministro Balduzzi (che è stato anche oggetto di contestatazione ad Aversa). "Il nesso tra patologie tumorali e inquinamento ambientale e' purtroppo ampiamente dimostrato e mai come negli ultimi anni ne abbiamo avuto la certezza. Dal caso emblema di Taranto alla Campania, l'aumento delle neoplasie legate alla dispersione nell'aria, nell'acqua e nel terreno di rifiuti tossici è esponenziale e interessa sempre piu' spesso i bambini. Ci stupisce quindi la troppa leggerezza dimostrata dalle affermazioni del Ministro Balduzzi". E' quanto ha dichiarato il presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori e i disavanzi sanitari Antonio Palagiano. "Tanti - ha proseguito Palagiano - gli studi medico-scientifici condotti in Campania negli ultimi 20 anni che confermano l'aumento del rischio di contrarre neoplasie in relazione all'accorciarsi della distanza tra abitazione e discarica abusiva. A titolo di esempio, i dati emersi da un'indagine condotta dal CNR tra il 1995 e il 2004 hanno chiaramente dimostrato che chi vive in prossimita' di discariche manifesta molto piu' frequentemente tumori al polmone e al fegato, linfomi, sarcomi e malformazioni congenite. In questi soggetti, inoltre, tali patologie, si presentano in modo molto piu' aggressivo, con un incremento di mortalita' del +12% per le donne e del +9% per gli uomini". "E' fondamentale, pertanto, istituire con sempre maggiore frequenza ed efficacia, nelle zone piu' ad alto rischio, specifici registri dei tumori, fondamentali strumenti di prevenzione e ricerca. Così come - conclude Palagiano - fondamentale sarebbe prevedere, in regioni come la Campania o la Puglia, dei piani sanitari ad hoc, affinchè ambiente e salute siano tutelati con lo stesso impegno. Perchè se il primo viene compromesso, inevitabilmente sara' compromessa anche la seconda".
E' una "magra consolazione" la presa d'atto da parte del Ministero della Salute che "tra Napoli e Caserta c'e' un problema tumori", perche' "non viene affermato il nesso di causalita' tra questo aumento e il disastro ambientale dovuto allo smaltimento di rifiuti tossici". Lo ha dichiarato Antonio Marfella, oncologo dell'istituto 'Pascale' di Napoli e referente di Medici per l'ambiente per la provincia di Napoli. "Nel 2007 ci accusavano di inventarci il problema, ora non lo nega più nessuno. Ma il nesso di casualità con il disastro ambentale non viene ancora riconosciuto. La verità - ha concluso Marfella - è che chi non cerca non trova: occorrono i biomonitoraggi, e per 3 milioni di cittadini campani esposti a 20 milioni di tonnellate di rifiuti tossici sono state fatte solo 86 analisi di diossina".
Rifiuti in Campania, la relazione del gruppo di lavoro del Ministero - dal sito del Ministero della Salute
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