Rifiuti. La Valle d'Aosta due mesi dopo il referendum
A due mesi dal referendum che ha bocciato il pirogassificatore, l'associazione Valle Virtuosa ha promosso venerdì 11 gennaio ad Aosta un convegno dal titolo "Verso Spreco Zero". In occasione dell'incontro Eco dalle Città ha fatto il punto della situazione con Fabrizio Roscio, presidente dell'associazione
14 January, 2013
Cosa è successo dopo il referendum?
Dopo il referendum abbiamo subito chiesto alla Regione un tavolo tecnico "snello" in grado di prendere immediatamente le decisioni necessarie anche perché ci sembrava evidente la strada indicata dal referendum. In Val d'Aosta esiste già un piano regionale del 2003 che non ha ancora trovato applicazione perché nel 2005 è venuto fuori il progetto dell'inceneritore. Dal quel momento in poi si è bloccato tutto. Ed oggi ci troviamo di fronte ad situazione gestionale non proprio eccellente.
Quali sono le questioni aperte?
Alcuni elementi sono venuti fuori dall'incontro, come ad esempio l'avvio della raccolta dell'organico, il compostaggio dei fanghi, il trattamento meccanico-biologico. Questi aspetti erano già previsti dal piano del 2003. Oltre a questi elementi, in Val d'Aosta manca un piano regionale di riduzione dei rifiuti e non sono stati raggiunti gli obiettivi di recupero di materia previsti dalla normativa. Successivamente, una volta che sarà raggiunto un ottimo livello gestionale, bisognerà capire come trattare la frazione residua nel modo meno impattante.
Qual è l'atteggiamento dell'amministrazione regionale post-referendum?
Non mi sembra troppo coraggioso. Mi sembra che non si stiano sbilanciando troppo, decidendo di non intraprendere la strada indicata dal risultato elettorale. Dopo il referendum, invece del tavolo tecnico, la Regione ha optato per l'istituzione di una Commissione per riordinare gli indirizzi. La Commissione è chiamata a pronunciarsi a marzo con una relazione. A maggio però ci saranno le elezioni regionali e tutto sarà quindi rimandato al prossimo Consiglio e alla prossima Giunta.