Torino, ecco il testo del Bici Plan
Presentata in Comune dagli assessori Lubatti e Lavolta la bozza del piano urbano per la mobilità ciclista. Il testo verrà ora discusso nelle Circoscrizioni e con le associazioni. Stando al Bici Plan nel giro di pochi anni la rete ciclabile passerà da 175 a 310 km e i ciclisti dal 2 al 15%. On line il documento presentato in Comune
23 January, 2013
Ridurre le emissioni dei gas serra e delle sostanze inquinanti e diminuire gli incidenti stradali. Erano e sono queste le priorità del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS), approvato il 7 febbraio 2011 dal Consiglio comunale di Torino. Il documento, che indica le politiche generali per la mobilità urbana per i prossimi 10-15 anni, era stato approvato con un importante emendamento che impegnava il Comune a redarre il cosiddetto Bici Plan, il piano urbano per la mobilità ciclista. Oggi, a due anni di distanza, quest'importante allegato al PUMS è arrivato. A presentarlo nelle Commissioni comunali competenti sono stati gli assessori alla Viabilità Claudio Lubatti e all'Ambiente Enzo Lavolta.
Il documento, che nelle sue premesse ricorda gli obiettivi sottoscritti dalla Città a favore della mobilità a due ruote (su tutti la Carta di Bruxelles che la impegna entro il 2020 a far sì che il 15% di spostamenti in città avvenga in bici), traccia intervento per intervento, i passi da compiere. La rete di piste che nel 1990 era di 33 km e oggi è di circa 175 km, dovrebbe raggiungere nei prossimi anni il traguardo di 310 km tra piste, corsie, percorsi ciclabili e zone 30. Come?
Il Bici Plan distingue in modo netto tra rete ciclabile primaria e rete secondaria. La prima si sviluppa principalmente lungo i grandi corsi cittadini, dove sono già presenti tratti, spesso isolati, di piste ciclabili. In tutto sono 9 le "direttrici" e 4 le "circolari" che compongono la "rete principale". Una rete che al momento poggia su 95 km di piste esistenti, a fronte dei 160 km previsti a piena applicazione del piano. Alle "superstrade" ciclabili che metteranno in collegamento non solo quartieri distanti ma anche alcuni comuni della cintura con il capoluogo, si affianca una rete di vicinato, o "rete secondaria". Si tratta di itinerari interni ai quartieri che rispondono all'esigenza di distribuzione e di collegamento tra le diverse direttrici e circolari. Ad oggi risultano 80 km di piste con queste caratteristiche che, stando al Bici Plan, dovrebbero raggiungere nei prossimi anni quota 150 km.
Ma il Bici Plan non è soltanto la lista delle ciclabili nel cassetto dell'amministrazione. Per far sì che in meno di 8 anni i torinesi che si muovono abitualmente in bicicletta passino dagli attuali 15 mila a 75 mila, il Comune è consapevole che non è sufficiente creare l'infrastruttura ciclabile. Una parte rilevante del piano, in capo soprattutto all'assessorato all'Ambiente, tocca infatti il tema della promozione della ciclabilità. Oltre a campagne di comunicazione mirate per promuovere nuovi stili di vita e mobilità, gli uffici di via Padova avranno il compito di agevolare nel complesso la vita ai ciclisti urbani. A partire dall'annosa questione della carenza di rastrelliere. La loro collocazione dovrà rispondere in futuro alle reali esigenze e abitudini dei ciclisti e queste verranno individuate attraverso specifiche indagini. Tra i compiti dell'assessorato all'Ambiente anche quello dell'educazione alla sicurezza stradale, a partire dalle scuole guida.
Ma come intende il Comune non far restare il Bici Plan un semplice libro dei sogni? Il piano -è questa l'indicazione contenuta nella bozza di delibera che verrà sottoposta nelle prossime settimane al Consiglio Comunale- prevede che la Giunta stabilisca annualmente precisi step da compiere e, sempre con cadenza annuale, verifichi il loro effettivo raggiungimento. Ma il vero nodo restano i fondi. Una previsione al ribasso su quanto potrebbe costare l'attuazione dell'intero Bici Plan parla infatti di un investimento di più di 10 milioni di euro.
Il percorso che porterà all'approvazione del Bici Plan da parte del Consiglio Comunale (probabilmente intorno a marzo) prevede ora una serie di consultazioni sia con le Circoscrizioni sia con le associazioni che si occupano di ciclabilità. Associazioni che hanno accolto con favore la conclusione del percorso di redazione del Bici Plan: "Finalmente la mobilità ciclabile viene a tutti gli effetti inserita nella progettazione della mobilità urbana -dichiara Beppe Piras a nome del coordinamento delle associazioni promotrici del Bike Pride-. Tuttavia il percorso non è finito, ma al contrario, inizia solo ora. Auspichiamo che il Consiglio comunale e la Giunta comprenda l'importanza degli interventi previsti nel piano e dia immediato mandato affinché siano stanziate le risorse necessarie alla sua realizzazione, anche come segnale concreto per combattere l'inquinamento di Torino, come spesso annunciato".
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