Piemonte, laboratori Arpa a rischio chiusura: "Ma la decisione spetta a Regione e Province"
Il direttore dell'Arpa Piemonte Silvano Ravera sceglie You Tube per comunicare l'imminente piano di razionalizzazione dei propri laboratori. I tagli sono dettati dal "progressivo ridimensionamento del finanziamento della Regione", sceso in quattro anni da 79 a 62 milioni di euro
31 January, 2013
L'Arpa Piemonte sceglie You Tube per comunicare un imminente piano di razionalizzazione dei propri laboratori di analisi. Lo fa attraverso un'intervista autoprodotta al direttore generale dell'Agenzia Silvano Ravera che spiega quali sono le ragioni che spingono l'ente a questo ridimensionamento. "Arpa lavora a questo piano da parecchio tempo -spiega Ravera- la cui origine è da ricondurre al progressivo ridimensionamento del finanziamento all'Agenzia da parte della Regione". Se infatti nel 2008 il trasferimento regionale all'Agenzia per la Protezione Ambientale era di 79 milioni di euro, nel 2012 l'ente ha ricevuto soltanto 62 milioni di euro.
Questo taglio di risorse ha obbligato l'Arpa a rivedere tutte le attività ed in particolare i rispettivi costi. "In questo contesto -spiega Ravera- rientra anche una riconsiderazione dei laboratori: Arpa ha concluso nel 2012 un'analisi di fattibilità tecnica per la razionalizzazione e la chiusura di alcuni laboratori per concentrare l'attività in quelli che rimangono. Questo piano è stato presentato alla Regione e, come già stabilito dal Comitato regionale di indirizzo, spetterà a quest'organo prenderlo in considerazione e decidere di conseguenza". La decisione ultima sul destino dei laboratori Arpa spetta dunque alla Regione e ai presidenti delle Province che fanno parte anch'essi del Comitato regionale d'indirizzo. "Il Comitato può procedere all'attuazione di questo piano o eventualmente modificarlo in parte o in tutti gli aspetti. Fino ad allora -precisa Ravera- Arpa non metterà in atto alcun tipo di modifica all'attuale assetto".
"Il lavoro di questi anni -prosegue il direttore dell'Arpa Piemonte- ha portato alla riduzione dei costi correnti del 15% (dalle auto di servizio fino alla telefonia, all'informatica, ecc) e credo di poter dire che pochi enti pubblici in Piemonte hanno in questi anni ridotto così tanto il proprio costo. Ormai non c'è più molto da ridurre mantenendo inalterati i sevizi. E' chiaro che se si riduce l'attività di Arpa si possono ridurre molte cose, ma mantenendo inalterati i sevizi non c'è più tanto da razionalizzare".
Restano dunque sul campo i 18 laboratori "che fino ad oggi non sono stati mai stati presi in considerazione con un'attenzione all'efficientamento e alla razionalizzazione". "Oggi -spiega Ravera- i laboratori possono dare risultati analoghi, o probabilmente molto migliori, se si concentrano in alcuni settori, se ne riduce il numero, e quindi si può ridurre di molto le apparecchiature e i servizi associati. Bisogna tener presente che Arpa ha più di 9000 apparecchiature da laboratorio e in questo contesto, giusto per fare un esempio, si fa fatica a comprare apparecchiature nuove perché ce ne sono tante, molto vecchie, e molte di queste sono analoghe, perché ci sono tanti laboratori che fanno le stesse cose seppur sono distribuiti sul territorio. In questo contesto c'è quindi spazio per non modificare i risultati e la quantità del lavoro laboratoristico ma di renderlo analogo, con un risparmio che si stima dell'ordine o superiore a 1 milione di euro l'anno, fermo restando la quantità e la qualità del lavoro di analisi".
Ma la riduzione del numero di laboratori rischia di restituire un quadro meno completo delle caratteristiche ambientali del territorio? "Sono sicuro di no e anzi, penso sia esattamente vero il contrario. -rassicura Ravera- Certo, l'analisi di un campione è un pezzo importante dell'attività conoscitiva dell'Agenzia, però i momenti più significativi sono la presenza fisica del nostro personale sul territorio, che vuol dire sopralluoghi, indagini, controlli, raccolta dei campioni".
Ecco l'intervista integrale: