Rifiuti, guasti 250 camion su 600 «Altri dieci giorni, poi il collasso»
Autocompattatori fermi in deposito perché manca l'olio per i freni o perché non hanno i fari per viaggiare di notte - da Il Corriere del Mezzogiorno.it del 02.02.2013
04 February, 2013
Fabrizio Geremicca
Tra dieci giorni Asìa potrebbe non effettuare più la raccolta dei rifiuti in non poche zone della città. Da giorni, peraltro, servizi essenziali come il prelievo della carta dai bidoncini bianchi per la differenziata sono stati già ridimensionati. Non basta: circa 250 compattatori su 600 non sono in condizioni di viaggiare: mancano i pezzi di ricambio ed i fornitori non sono più disponibili a concedere credito. Alcuni di essi non sono infatti pagati da ben 18 mesi. I camion restano in deposito perché non c'è modo di sostituire le gomme lisce, perché mancano l'olio per i freni od il gasolio nei serbatoi, perché non si trovano fanali indispensabili a garantire la marcia in sicurezza durante le ore notturne. Sono pesantissime le conseguenze della crisi finanziaria di Palazzo San Giacomo sulla società addetta all'igiene urbana. Il Comune non ha mai saldato per intero i 16 milioni di canone mensili indispensabili a coprire le spese di funzionamento. Non è accaduto durante la giunta in carica e non è successo neppure quando il sindaco era Rosa Russo Iervolino. Nel tempo, si è accumulato un credito di almeno 190 milioni. Soldi dei quali Asìa ha una necessità assoluta e senza i quali non può saldare i debiti verso fornitori e banche, che toccano ormai i 150 milioni.
La boccata di ossigeno fornita dai 43 milioni della ricapitalizzazione varata dal Comune, ormai un anno fa, si è abbondantemente esaurita. Gran parte di quel denaro, proprio per il mancato trasferimento del canone mensile da Palazzo San Giacomo, è stato provvisoriamente utilizzato per fronteggiare provvisoriamente le spese correnti, a cominciare dagli stipendi. Solo il 10% è stato impiegato per investimenti. Nel pomeriggio di ieri il presidente di Asìa, Raffaele Del Giudice, ed il vicesindaco, Tommaso Sodano, si sono incontrati per fare il punto della situazione e per studiare soluzioni capaci di evitare in extremis il precipizio. Senza interventi urgenti, infatti, la ciambella di salvataggio lanciata dal Governo, la prima tranche del finanziamento connessa alla dichiarazione del predissesto, che dovrebbe essere erogata a marzo, sarà inutile. Sodano ha garantito a Del Giudice che entro i primi giorni della prossima settimana palazzo San Giacomo trasferirà ad Asìa due o tre milioni. Quello delle difficoltà finanziarie della società del Comune, peraltro, non è l'unico motivo di preoccupazione relativo al ciclo dei rifiuti in Campania. Altra questione spinosa: lo smaltimento delle tonnellate di frazione secca che non potranno essere trattate dal termovalorizzatore di Acerra tra il 14 febbraio ed il primo marzo, quando tutte le tre linee dell'impianto saranno ferme per manutenzione.
A metà gennaio Enrico Angelone, il presidente di Sapna, la società provinciale per la gestione dei rifiuti, ha comunicato alla Regione ed alla Provincia che, nonostante l'intensificazione dei viaggi fuori regione nel periodo del fermo dell'inceneritore, nella sola provincia di Napoli si verificherà una eccedenza di 15.000 tonnellate di frazione secca. In tutta la regione ne calcola 30.000. Ha chiesto perciò «l'individuazione di un sito provvisorio in cui stoccare la frazione secca trito vagliata». Ad oggi, secondo quanto riferisce al Corriere del Mezzogiorno, non ha ricevuto risposte. «Regione e Provincia si palleggiano responsabilità competenze. Mentre il medico studia, il malato muore». Ieri, intanto, l'assessore all'Ambiente della Regione Campania. Giovanni Romano, ha scritto ai commissari dei Consorzi di Bacino e ai prefetti di Napoli, Caserta, Benevento e Salerno: «Occorre che i Comuni certifichino i propri debiti con i Consorzi in modo che questi possano rivolgersi alle banche per l'apertura di un credito. In questo modo si potrebbero reperire le risorse necessarie al pagamento degli stipendi e assicurare le quotidiane attività di raccolta differenziata e rimozione dei rifiuti. Nelle more del prossimo riassetto della normativa regionale, i Comuni dovranno continuare obbligatoriamente a servirsi dei Consorzi».