Legambiente: con il caldo anticipato il rischio è l’ozono
L’associazione ambientalista analizza i dati di Arpa Lombardia. Se in inverno aumentano le Pm10, col caldo il rischio è l’ozono. A Lecco nei giorni scorsi raggiunti i 214 microgrammi su metrocubo
27 May, 2009
Se in inverno a minacciare i nostri polmoni è l’elevata concentrazione delle polveri sottili, con l’arrivo del primo caldo è l’ozono a minacciare le vie respiratorie dei lombardi. Lo dice Legambiente Lombardia che ha analizzato i dati dell’Arpa Lombardia. Tutte le province lombarde, secondo l’agenzia dell’ambiente lombarda, hanno oltrepassato nei giorni scorsi la soglia dei 180 grammi su metro cubo, che è abbastanza vicino ai 240 microgrammi, la borderline oltre la quale diventa pericoloso per la salute. Chi respira peggio è Lecco, che il 22 maggio ha raggiunto la soglia dei 214 microgrammi su metrocubo. Lo scorso anno invece lo sforamento si era verificatoli 21 giugno, quindi un mese dopo. Ozono alto anche in provincia di Milano dove le centraline sono schizzate a Cuggiono (197mg/m3) e a Trezzo d'Adda (191mg/m3).
Quindi occhi, naso e gola dei cittadini lombardi ancora a rischio, anche se si programma un rilassante weekend fuori porta, a respirar aria pulita, in collina o in montagna: l'ozono non dà tregua, ed anzi, per complessi meccanismi di fisica atmosferica e di trasporto di inquinanti, spesso sono proprio le località rurali quelle che fanno registrare le concentrazioni più alte. Per effetto dei rimescolamenti delle masse d'aria, infatti, questo gas si può spostare anche molto lontano dalle fonti di inquinamento principale, che restano gli agglomerati urbani e il loro traffico. Le cause primarie di inquinamento sono le emissioni di idrocarburi incombusti (COV) e di ossidi di azoto (NOX) che provengono dal traffico automobilistico e che, in presenza di forte irraggiamento solare, innescano una serie di reazioni chimiche il cui prodotto finale è proprio l'ozono, gas estremamente dannoso per le vie respiratorie. Da qui l'aumento di casi di asma e di patologie bronchiali croniche, soprattutto nelle fasce più a rischio: bambini, anziani e sportivi.
Comunicato stampa di Legambiente Lombardia