Campania: pubblicate le linee programmatiche del piano rifiuti
Ottimizzazione dell’impiantistica esistente, due inceneritori ed ipotesi Enel per le Ecoballe
03 June, 2009
Si avvicina il superamento della cosiddetta fase emergenziale per la Campania in materia di rifiuti, e con essa anche della gestione commissariale, così la Regione aggiorna le linee programmatiche 2008 2013 per il piano rifiuti.
Uno dei punti di maggiore rilevanza del documento, pubblicato sul Burc 25 maggio 2009, riguarda gli stabilimenti Stir, ossia gli ex Cdr, che processano l’immondizia non differenziata. Obiettivo della Regione è quello di riportare a efficienza l’impiantistica di selezione e pretrattamento dei rifiuti urbani residui. Impiantistica – recita il documento – fin qui mal gestita, ma adeguata dal punto di vista quantitativo e tecnologico.
Per quanto riguarda la questione degli inceneritori previsti per la Campania, l’assessorato regionale all’Ambiente, autore del documento, ribadisce il proprio sostegno all’avvio del termovalorizzatore di Acerra e all’iter per la costruzione di quello di Salerno. I due impianti, stando a quanto riportato nel testo del piano, dovrebbero bastare da soli a soddisfare il fabbisogno regionale di incenerimento, a condizione che la raccolta differenziata si attesti almeno al 20 per cento su scala regionale. Una posizione, dunque, diversa da quella della legge 123 del 2008, che prevede invece la realizzazione del termovalorizzatore di Santa Maria La Fossa e di un analogo impianto a Napoli est. A proposito del primo, si legge nel documento, sono in corso approfondimenti dell’autorità giudiziaria e si registra una decisa opposizione da parte della Provincia di riferimento, riguardo, invece, all’impianto di Napoli est, mancano ad oggi - scrivono i tecnici della Regione - indicazioni sulla taglia.
Per quanto poi riguarda la “gestione del pregresso”, compare l’ipotesi Enel per i milioni di tonnellate di “ecoballe” stoccate e in attesa di destinazione finale. Enel dispone di una tecnologia innovativa di combustione senza fiamma – si legge nel documento – per i futuri impianti a carbone, certificata come prossima a “emissioni zero”. Altra ipotesi citata, la gassificazione.