La newsletter di Alleanza per il Clima
04 March, 2004
AlleanzaperilClima @CLIMAIL .Italia febbraio 2004 In questo numero: Climate for change - Gender Equality and Climate Policy Terra Futura Assemblea annuale nazionale dell'Alleanza per il Clima Quickstart: un avvio rapido di attività per la salvaguardia del clima Il futuro è rinnovabile Aalborg + 10 Popoli indigeni alla COP9 - Sesto Forum Internazionale delle Popolazioni Indigene sul cambiamento climatico Conclusione della campagna "Bambini a piedi intorno al mondo. Raccogliamo Miglia Verdi" Climate for change Gender Equality and Climate Policy Si è svolto il 9 e 10 febbraio il primo incontro di lavoro del progetto ³Equità di Genere e Politica del Clima². Rappresentanti di città italiane, tedesche e scandinave, insieme ai coordinatori nazionale dell¹Alleanza per il Clima, hanno definito le linee di lavoro di questo progetto innovativo che si occupa del ruolo delle donne nella protezione del clima, soprattutto nei settori del traffico e dell¹energia. Ma non è tanto al centro del progetto la denuncia della scarsa presenza delle donne nei settori tecnici, quanto la domanda sugli effetti negativi di queste restrizioni sul campo d¹attività. Potrebbe essere che fa male alla protezione del clima che poche sono le donne che se ne occupano? Il gender mainstreaming diventa in questa prospettiva non solo un dovere di giustizia sociale ma anche una necessità per garantire il futuro dell¹umanità su questo pianeta. La protezione del clima da anni è un tema attuale perché i cambiamenti climatici sono la minaccia più grande a un futuro sostenibile. Con la ratifica del Protocollo di Kyoto si trasformerà da un impegno volontario a un dovere, concordato in accordi multilaterali delle parti. Però il processo politico non comprende solo le conferenze mondiali delle Nazioni Unite e i programmi internazionali per la protezione del clima, ma anche la politica degli enti locali e territoriali in quest¹ambito. Proprio a livello locale si può e si deve dare un contributo sostanziale alla protezione del clima, perché è sul luogo che si possono attivare gran parte dei potenziali per la riduzione dei gas serra. La protezione del clima ha a che vedere con gli insediamenti produttivi, ma anche con i singoli consumatori e le case private e con tutti i campi d¹azione pubblici e privati: con la mobilità come con il rifornimento energetico, con il consumo e la ricreazione sempre il nostro agire ha delle conseguenze per il clima. È tanto più importante che donne come uomini possono partecipare alle decisioni di come impedire i cambiamenti climatici. Va tenuto in mente che, spesso, sono le donne ad essere chiamate per attuare la maggior parte delle misure legate all¹energia e alla mobilità nella vita quotidiana. La politica per la protezione del clima e lo sviluppo di misure si distinguono per un alto grado di professionalizzazione. Domina innanzi tutto l¹ambito tecnico nel quale le donne sono largamente sotto rappresentate. Il che poi si riflette nell¹assenza quasi totale di donne nei livelli decisionali e in pochi posti fissi nei campi d¹azione rilevanti per la protezione del clima cioè nel settore dell¹energia e del traffico. Questo vale per le posizioni decisionali nella politica, nell¹economia, nella scienza e anche nelle organizzazioni non governative come anche nei comitati consultivi, i consigli di esperti e le trattative sulla protezione del clima a livello internazionale. Anche negli enti locali e territoriali, nei Comuni, nelle Regioni e nelle Province, le donne sono significativamente sotto rappresentate nelle posizioni che hanno a che vedere con la protezione del clima. Una inchiesta tra le persone di contatto nei comuni membri dell¹Alleanza per il Clima ha avuto come risultato che la percentuale di donne negli ambiti centrali traffico e energia è al di sotto del 20%. Questa percentuale è rappresentata da esperti nelle amministrazioni, mentre nelle posizioni decisionali politiche il rapporto sarà ancora di più a sfavore delle donne. Anche nei comitati per la partecipazione della popolazione, nelle organizzazioni di categoria e nelle imprese le donne sono chiaramente in minoranza nel momento in cui parliamo di temi rilevanti per il clima. Non esistono dati, però se si guarda le imprese sul luogo che sono tra quelle favorite dalle misure per la protezione del clima e che quindi vengono coinvolte dai comuni nelle gare e nelle iniziative partecipative come per esempio le imprese edilizie, gli idraulici, le imprese di spazzacamini, le ditte per il riscaldamento e l¹energia solare, la scarsa presenza di donne è evidente. Questo progetto parte dall¹idea che la carente presenza di donne nel settore della salvaguardia del clima ha anche a che vedere con il fatto che le capacità richieste derivano per la maggior parte dalla protezione tecnica del clima come già detto un ambito a quota bassa di donne. E farà proprio anche parte del progetto chiarire se queste qualifiche tecniche veramente hanno rilevanza per posizioni decisionali nella protezione del clima o se non ci vogliono per esempio piuttosto competenze comunicative; se le misure di protezione del clima a livello territoriale hanno in prima linea un orientamento tecnico o se non si basano molto più spesso sull¹educazione e sull¹informazione. Questo lavoro si svolgerà innanzitutto in workshop nazionali con responsabili per la protezione del clima, l¹energia, il trasporto e l¹urbanistica nelle amministrazioni locali dove i temi saranno il gender mainstreaming, le possibili differenze di esigenze e coinvolgimento per quanto riguarda le misure di protezione del clima come anche la comunicazione mirata secondo target groups. Sembra plausibile che procedure nell¹elaborazione di misure per la protezione del clima che prendano in considerazione la questione gender renderanno più efficaci le misure medesime ma aumenteranno anche l¹interesse delle donne per questi ambiti di lavoro. Si cercherà anche di capire se le donne stabilirebbero altre priorità nelle misure di protezione del clima che uomini e se la loro scarsa presa in considerazione visto che le donne quasi non partecipano alle decisioni contribuisce ai problemi di attuazione di misure di protezione del clima. In parallelo agli studi e workshop nazionali saranno ricercati e raccolti esempi positivi, presentando istituzioni ed organizzazioni attive nella protezione del clima che cercano già oggi una partecipazione adeguata di donne ai processi decisionali e con quali mezzi vogliono raggiungere o hanno raggiunto quest¹obiettivo. Partecipano al progetto i comuni di Berlino, Dresda, Ferrara, Francoforte, Genova, Lathi, Monaco e Venezia, Klima-Bündnis, Alleanza per il Clima Italia e Unione delle Città Baltiche. Per ulteriori informazioni sul progetto: coordinamento@climatealliance.it Terra Futura Abitare, produrre, coltivare, agire, governare Pratiche di vita, di governo e d'impresa verso un futuro equo e sostenibile Si svolgerà alla Fortezza da Basso di Firenze, dal 1 al 4 aprile 2004, l¹evento internazionale che intende rappresentare una prima concreta occasione di confronto trasversale tra le migliori pratiche di sostenibilità in tutti i campi: dalla vita quotidiana, alle produzioni industriali, alle pratiche di governo. Promotori dell¹evento sono la Banca Etica, la Fondazione Culturale di Banca Etica e la Regione Toscana. Terra Futura, una grande Mostra-Convegno, dove saranno presentate e promosse, in un¹unica sede, tutte le iniziative che già sperimentano ed utilizzano modelli di consumo, di produzione, di finanza e di commercio sostenibili: idee e pratiche virtuose che, se adottate e diffuse, contribuirebbero a garantire la salvaguardia dell¹ambiente e dei diritti delle persone. Ambiente, mobilità, responsabilità sociale delle imprese, economia, consumo e finanza responsabili, bioarchitettura, agricoltura, energie alternative, cooperazione, informazione e turismo sostenibile saranno tra i temi che troveranno spazio all¹interno di Terra Futura. La mostra-convegno sarà legata, in particolare, alle iniziative rivolte ai temi della responsabilità sociale ed ambientale in economia e finanza, alla trasparenza delle filiere produttive, all¹occupazione, alle riflessioni sui sistemi sociali e sanitari. Per quanto riguarda l¹ambiente, verranno privilegiate le iniziative e i prodotti che rispettano i criteri dell¹eco-efficienza, dei limiti al consumo e della consonanza con la natura (progettare beni o servizi all¹interno dei cicli naturali), mentre per il sociale troveranno particolare spazio le iniziative volte al soddisfacimento dei bisogni fondamentali e ai problemi dell¹immigrazione, nonché tutte le azioni di pressione politica sui temi della globalizzazione. L¹AGENZIA UTOPIE CONCRETE organizzerà, tra gli incontri/convegni che si svolgeranno nell¹ambito di Terra Futura, la conferenza ³Mobilità sostenibile per la terra futura². Il dibattito si concentrerà sui mezzi, le regole e la promozione della mobilità sostenibile e presenterà soluzioni innovative e buone pratiche in atto. Inoltre, nella sezione ³Abitare² dell¹esposizione al Padiglione Spadolini un settore tematico sarà dedicato alla Mobilità sostenibile presentando tecnologie, misure e buone pratiche in atto. L¹appuntamento di Firenze avrà seguito dal 7 al 10 ottobre a Città di Castello con ³La mobilità di domani capace di futuro². Per ulteriori informazioni sulla sezione ³Mobilitಠa Terra Futura: segreteria@utopieconcrete.it Su Terra Futura: www.terrafutura.it - www.regione.toscana.it Assemblea annuale nazionale dell¹Alleanza per il Clima Provincia di Pescara, 28 aprile 2004 Tra le conseguenze dell¹effetto serra (scioglimento dei ghiacci, precipitazioni in aumento nell¹emisfero Nord e crescita della siccità in quello Sud, estremizzazione degli eventi estremi) quella che produrrà maggiori danni in Italia è l¹innalzamento del livello del mare. Si legge in uno studio curato dall¹ENEA per conto del Ministero dell¹ambiente che l¹area mediterranea è ³tra quelle mondiali a più alta vulnerabilità in termini di perdita di zone umide e in particolare degli ecosistemi e della biodiversità marino-costiera². Le coste basse saranno maggiormente esposte alle inondazioni in caso di eventi meteorologici estremi, aumenteranno le probabilità di straripamenti e di alluvioni a causa del difficile deflusso dei fiumi nel mare. L¹erosione accelerata delle coste comporterà la perdita di notevoli estensioni di spiaggia quindi con ripercussioni negative sull¹industria turistica - oltre al danneggiamento di strutture turistiche ed abitative adiacenti o costruite sulle spiagge stesse. Altro grosso pericolo in agguato è l¹invasione di acqua salata nelle falde di acqua dolce presenti lungo le coste che potrebbero avere conseguenze sull¹agricoltura e sulla disponibilità di acqua dolce. Finora la politica della salvaguardia del clima ha giustamente puntato sulle misure di mitigazione. Nella Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici di Rio del ¹92 si legge: "Le parti dovrebbero proteggere il sistema climatico per il beneficio delle generazioni presenti e future dell¹umanità sulla base dell¹equità e in concordanza con le loro responsabilità comuni, ma differenziate sulle loro rispettive capacità. I paesi sviluppati, quindi, devono prendere la guida nella lotta ai cambiamenti climatici e ai suoi effetti avversi", nella speranza di poter ancora evitare le conseguenze dell¹effetto serra. Il documento, tutt¹oggi base della politica mondiale contro l¹effetto serra, pone l¹enfasi in prima linea sulla lotta ai cambiamenti climatici, cioè sulla riduzione dei gas serra in atmosfera nei paesi sviluppati e solo in seconda linea sulla difesa dagli effetti. Oggi, non possiamo più nutrire la speranza di prevenire in modo assoluto i cambiamenti climatici: sono in atto sotto i nostri occhi. I cambiamenti climatici in atto richiedono risposte di prevenzione a adattamento sul luogo. Ma quali misure, e come sarebbe da definire il rapporto tra l¹obiettivo che rimane preponderante, cioè la mitigazione per ridurre le emissioni di gas serra, e l¹adattamento e difesa del territorio? Sarà questa la questione centrale di una giornata di studio che presenterà lo stato dell¹arte delle ricerche sui cambiamenti climatici sulle fasce costiere dell¹Italia nel panorama delle misure di mitigazione e adattamento da attuare a livello locale e territoriale. La Provincia di Pescara e l¹Alleanza per il Clima invitano amministratori, dirigenti e tecnici degli uffici ambientali e territoriali degli enti locali. Per ulteriori informazioni coordinamento@climatealliance.it Quickstart: un avvio rapido di attività per la salvaguardia del clima Finalità principale del nuovo progetto QUICKSTART è offrire agli enti comunali e territoriali una metodologia per ideare, in tempi brevi e con pochi costi, un programma immediatamente attuabile di politica del clima. Questi programmi ad hoc dovranno basarsi su esperienze ed attività già svolte e dovranno essere inclusi in una strategia complessiva di politica del clima che richiami i settori dell¹energia e dei trasporti, oltre ad altre aree rilevanti per le politiche di riduzione dei gas serra. Il progetto dovrà elaborare questa metodologia ed introdurre una sua più ampia applicazione, formando dei promotori che useranno il metodo QUICKSTART per collaborare con le Autorità locali. Questo metodo si basa sul ricco patrimonio di esperienze, di strumenti e metodi già elaborati dal Klima-Bündnis e da altre reti o esperti. La metodologia sarà adatta per offrire un quadro strategico e complessivo per affrontare i settori rilevanti per la politica legata al cambiamento climatico, oltre che per avviare ed indirizzare un progetto di elaborazione ed implementazione di politiche e misure riferite al cambiamento climatico. Il metodo sarà applicato in 10 Autorità locali pilota in Italia, Francia, Germania e in due Stati di prossima entrata nell¹UE (Repubblica Ceca o Slovacchia e Slovenia) e poi perfezionato sulla base dell¹esperienza pratica. Enti locali e territoriali interessati a partecipare possono richiedere ulteriori informazioni al coordinamento italiano dell¹Alleanza per il Clima coordinamento@climatealliance.it Il futuro è rinnovabile Continuano i preparativi per la conferenza internazionale sulle energie rinnovabili che si svolgerà dal 1 al 4 giugno a Bonn. Nella riunione di dicembre l'International Steering Committee ha confermato l'intenzione della conferenza di adottare un piano d'azione internazionale per le energie rinnovabili. Intanto stanno per essere pubblicate sul sito della conferenza (www.renewables2004.de) le dodici relazioni preparatorie nelle quali un gruppo di esperti internazionali coprono in forma precisa ed informativa tutti i grandi temi del rinnovabile. José Goldemberg ne discute i vantaggi e i benefici, Janet Sawin e Cristopher Flavin del World Watch Institute gli strumenti della politica nazionale, Virginia Sonntag O'Brien ed Eric Usher di come finanziare le energie rinnovabili. Altri temi sono Energia e Genere, Clean Development Mechanisms, Obiettivi e Capacity Building. In una conferenza di una giornata gli enti locali discuteranno e delibereranno la Dichiarazione Local Renewable 2004 che sarà presentata il 1° giugno nell'ambito del "Multi Stakeholders Dialogue" dai rappresentanti degli enti locali e territoriali che parteciperanno da delegati alla conferenza. Per ulteriori informazioni www.renewables2004.org Alborg + 10 Dal 9 al 11 giugno 2004 - Aalborg, Danimarca Si terrà ad Aalborg, Danimarca, dal 9 al 11 giugno 2004 la "Quarta conferenza europea sulle città sostenibili". A dieci anni dalla prima conferenza che ha approvato la Aalborg Charter, firmata da oltre 2.000 città europee, Aalborg+10 offre l¹opportunità di valutare dieci anni di attività sostenibili locali e di monitorare progressi e regressi, fissando obiettivi per il passaggio dai programmi alle azioni e dagli atti istitutivi agli impegni veri e propri. Scopo principale della Conferenza sarà l¹approvazione della dichiarazione conclusiva, i cosiddetti Commitments, un gruppo di impegni condivisi che saranno implementati congiuntamente dai governi locali di tutta Europa. Gli Aalborg Commitments rafforzeranno gli impegni di sostenibilità urbana in Europa e rivitalizzeranno l¹Agenda 21 Locale, fissando nuovi obiettivi per le procedure di sostenibilità, strategie ed azioni. Per informazioni: www.aalborgplus10.dk. Popoli Indigeni alla COP9 Sesto Forum Internazionale delle Popolazioni Indigene sul Cambiamento Climatico In occasione della COP9, si è svolto come evento preparatorio - organizzato dalla International Alliance of Indigenous and Tribal Peoples of Tropical Forest e dall¹Alleanza per il Clima - il Sesto Forum Internazionale delle Popolazioni Indigene sul Cambiamento Climatico con delegati dalle foreste tropicali del Sud America, India e Nepal, del Sud-Est Asia e delle Isole Pacifiche. L¹obiettivo del Forum era di elaborare una posizione comune di tutti i Popoli indigeni delle foreste tropicali sui temi della COP9 da portare poi ai lavori della conferenza. Nella ³Dichiarazione di Milano² formulata in tale occasione i delegati hanno sottolineato che il sesto Forum Indigeno Internazionale sul Cambiamento Climatico implica che la piena ed effettiva partecipazione delle Popolazioni Indigene nei processi legati al cambiamento climatico deve essere garantita. Le Popolazioni Indigene soffrono per il cambiamento climatico dal momento che vivono negli ecosistemi più vulnerabili e la loro esistenza è legata indissolubilmente a quella della Madre Terra. Inoltre, le decisioni prese in sede di UNFCCC possono avere effetti diretti sulle vite delle Popolazioni Indigene. Un meccanismo concreto per assicurare questa partecipazione delle Popolazioni Indigene sarebbe l¹istituzione, in sede UNFCCC, di un gruppo di lavoro intersessionale sul cambiamento climatico che dovrebbe studiare gli impatti del cambiamento climatico sulle Popolazioni Indigene e proporre soluzioni adeguate ed in grado di tener conto del punto di vista degli Indigeni, delle loro preoccupazioni e delle loro prospettive in materia di cambiamento climatico. Hanno pertanto invitato l¹UNFCCC ad includere le Popolazioni Indigene ed il cambiamento climatico come punti dell¹agenda della COP e degli incontri dei Subsidiary Bodies, facendo specifico riferimento alla vulnerabilità, all¹adattamento, alla povertà ed agli altri effetti del cambiamento climatico. Prima di intraprendere qualsiasi progetto CDM nei territori Indigeni devono essere riconosciuti e rispettati i loro diritti sul proprio territorio ancestrale e sulle proprie terre e deve essere altrettanto garantito che questi progetti non conducano ad un¹ulteriore violazione dei diritti delle Popolazioni Indigene né all¹esproprio dei loro territori, delle loro risorse e delle loro vite. Questi progetti legati al cambiamento climatico possono comprendere i cosiddetti progetti di piantagioni a monocoltura ³sinks², oltre a progetti di centrali idroelettriche che potrebbero avere un impatto negativo sulle Popolazioni Indigene. Inoltre hanno invitato l¹UNFCCC a riconoscere che, proteggendo e promuovendo i diritti delle Popolazioni Indigene e riconoscendo ed integrando la loro visione dinamica ed olistica nel processo dell¹UNFCCC, non soltanto assicureranno il loro futuro, ma quello dell¹umanità e la giustizia sociale ed ambientale per tutti. Ai lavori ufficiali da delegazione si è aggiunto un intenso programma di incontri pubblici nelle scuole, università, con cittadini e organi di informazione. Sicuramente da ricordare quello a Monza svoltosi in una serra tropicale o la conferenza organizzata da Survival a Milano. Il sostegno diffuso delle Istituzioni locali e nazionali (Comune di Milano, Regione Lombardia, Ministero dell¹Ambiente e le stesse Nazioni Unite) dei mass media e di cittadini e cittadine impegnate è stato senza dubbio un segno di forte incoraggiamento per continuare a portare avanti la lotta di questi popoli per i loro diritti. Conclusione della campagna Bambini a piedi intorno al mondo. Raccogliamo Miglia Verdi Più di 80.000 bambini di tutta Europa hanno raccolto mezzo milione di Miglia Verdi per proteggere il clima con la campagna ³Bambini a piedi intorno al mondo², dimostrando ai politici la loro preoccupazione e impegno per la salvaguardia del clima globale. Per una settimana ogni percorso casa-scuola fatto con mezzi ambientalmente compatibili consentiva di raccogliere un miglio verde (sotto forma di bollini verdi da attaccare sull¹album delle Miglia Verdi). In tutta Europa l¹obiettivo era di raccoglierne 28.029, distanza del viaggio simbolico fatto dai bambini da Bruxelles a Milano via Kyoto. In 15 Paesi europei, i bambini hanno raggiunto la cifra di 544.088 Miglia Verdi! Una delegazione di partecipanti al progetto è intervenuta a Milano alla Conferenza delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico per presentare i risultati dell¹attività. Il solenne evento al Palazzo delle Stelline, del 9 dicembre, ha concluso la campagna. In 200, provenienti da Austria e Italia (la delegazione italiana dalle città di Cirié, Jesi, Reggio Emilia), hanno presentato i risultati del loro impegno e dei loro colleghi europei a Edwin Vasquéz, presidente dell¹Alleanza per il Clima, Artur Runge-Metzger, Capo Unità ³Cambiamenti Climatici e Energia² alla Direzione Generale Ambiente dell¹UE, Renzo Compiani, per la Regione Lombardia e a Claudia Schury, Coordinatrice europea della campagna. Karl-Ludwig Schibel, membro della presidenza dell¹Alleanza per il Clima e Artur Runge-Metzger sono rimasti impressionati dalle Impronte Verdi, dai disegni e poster che i bambini hanno realizzato e si sono complimentati con loro per l¹ottimo lavoro svolto. Il sito europeo della campagna www.zoom-europe.org