\'Troppi divieti in centro Per i bar è un tracollo\'
Dalle 20 lo sciopero dei locali: una protesta lo stop al transito in via Roma nelle sere del weekend e le telecamere della Ztl
08 March, 2004
\"Spostare il divieto alle 23 non basta Serve più coraggio\" \"Abbiamo perso tra il 60 e il 70% degli incassi\" GINO LI VELI E´ la sera dello «sciopero del caffè» oggi nel cuore di Torino, in via Roma e piazza San Carlo. Chiudono, tra le 20 e le 21, i bar della zona, per contestare il divieto di sosta e transito il venerdì, il sabato e la domenica, dalle 20 in poi: un provvedimento, dicono gli operatori, che ha «allontanato i clienti». Lamentano un calo di affari tra il 60-70 per cento. Da qui la scelta, come recita la locandina affissa da qualche giorno nei locali, «di chiudere perché l´amministrazione comunale non ci permette di lavorare». E per solidarietà altri esercizi del centro spengono le insegne. Ma non c´è soltanto il divieto «antistruscio in auto» nel mirino dei negozianti. Ci sono pure i nuovi controlli con le telecamere nella Ztl e in alcune vie e corsie riservate al mezzo pubblico, scattati a metà febbraio. «C´è stato un effetto ?terroristico´ che ha spaventato tutti, clienti e nostri fornitori, anche se di fatto gli orari sono sempre gli stessi. Tutta colpa di una campagna d´informazione carente» dice Vito Strazzella, gestore dei bar \"Paradice\" e \"Neu Caval´D Brons\", uno degli animatori della serrata. E per ricordare che il divieto di accesso nella Ztl, in centro, ecco altri cartelli, su sfondo verde, nei quali si afferma che «il centro di Torino è aperto. La Ztl, dal lunedì al venerdì, termina alle 10,30. E sabato l´accesso è libero per tutta la giornata». Consigli che, secondo gli esercenti, avrebbe dovuto dare il Comune che, sostengono, «con gli avvisi di ?Castorino´ si premura di dire che se l´auto viene fotografata, scatta subito la multa». Ma Strazzella insiste soprattutto sul «via libera tutti» nel fine settimana. «Abbiamo atteso - spiega - sperando che il Comune ci ripensasse. E c´erano state alcune promesse durante gli incontri con gli assessori Tessore e Sestero per discutere del futuro di piazza San Carlo. Poi è arrivata questa proposta di rinviare il divieto alle 23. Ma per noi è insufficiente. A quell´ora i giovani escono. Il divieto può avere un senso dall´una in poi. Non si riesce a capire l´utilità di un provvedimento che desertifica il centro e crea ingorghi nelle vie laterali (via Alfieri, via Giolitti, via Maria Vittoria, via Santa Teresa). Non vogliamo creare una contrapposizione con il Comune. Ma bisogna capire che c´è in ballo anche il futuro di tanti lavoratori. E se le cose non cambieranno ci potrebbero altre chiusure serali in futuro».