600mila spargitori di veleno
08 March, 2004
Anche se è domenica, pensate un attimo a un paio di cifre. Mi dicono che solo nelle 12 principali città italiane ci sono circa 600 mila veicoli commerciali (cioè tipo furgoncini e simili) vecchi diesel, cioè superinquinanti, immatricolati e tuttora circolanti. Di questo e altri aspetti dell’emergenza smog sono andati a parlare i sindaci con il Ministro dell’Ambiente. Cosa vogliamo fare di questi 600mila spargitori di veleno? Dato che su questi argomenti – chissà perché - gli estremisti non esistono, nessuno propone di vietarne da subito la circolazione punto e basta. Si dice che dev’essere un processo graduale e incentivato di sostituzione. Bene: quanto graduale, mentre c’è gente che di smog muore? Il “Progetto Metano” ufficialmente varato ma ben poco finanziato prevede una media di 4mila euro di incentivo per acquistare un furgone al - molto meno inquinante- metano. Se non sbaglio i calcoli, sarebbero 2 miliardi e 400 milioni di euro di incentivi (per i 600 mila furgoni). Sperando che ci sia un po’ di razionalizzazione, cioè che almeno un terzo rinunci al furgone, sono pur sempre più di un miliardo e mezzo. (Tremila miliardi di vecchie lire). Ma poi ci sarebbero da finanziare almeno un po’ le sostituzioni di qualche milione di quelle sputacchiere di benzene che sono i motorini italiani.. E il trasporto pubblico. E altro. Avete capito cosa si potrebbe fare di buono con i 7 miliardi di euro che Lunardi sta invece cercando per l’alta velocità Torino Lione o per altre “Grandi Opere”basate su improbabili lunghe percorrenze? ** I sindaci in sostanza hanno detto al Governo che non può cavarsela con qualche milione di euro di spot (un progettino finanziato qua o là)di fronte a un’emergenza di portata nazionale. Hanno ovviamente ragione, ma potrebbero essere più forti, anzi irresistibili, se più coerenti e determinati… Non parlo questa volta di scelte amministrative locali come quelle di riservare corsie a bus e tram, parlo del cosiddetto classico tanto banale quanto trascurato “buon esempio”. I sostenitori dell’uso della bici e dei mezzi pubblici in città dicono spesso che dovrebbe essere la classe dirigente a dare il buon esempio. Prima o poi si farà un’inchiestina sulla distanza casa-lavoro dei sindaci e su come viene percorsa. Ma se dovessero rispondere che non prendono la bici per ragioni di sicurezza (metto già le mani avanti all’obiezione, andrebbe valutata caso per caso..) si dovrà almeno insistere perché usino… l’ “auto blu” a metano o elettrica. Almeno loro, no? Fateci sapere. (scrivete a ecocittadino@libero.it) * Al mio intervento di due settimane fa sull’assenza dell’ambiente dal dibattito politico hanno finora risposto Della Seta, Bandoli, Frassoni (presidente addirittura europea degli europarlamentari verdi). Da bravi ambientalisti hanno in vari modi negato che il tema sia trasversale o sopra le parti. Parafrasando il “privato è politico” degli anni 70 si potrebbe dire che “l’ambiente è politico” (ed è anche privato, tra l’altro). Ovviamente son d’accordo che così dovrebbe essere. Ma se così non è, credo che la spiegazione sia da cercarsi nel mercato politico-elettorale, nel peso dominante di interessi a breve termine quando non corporativi, e di ideologie precedenti all’ecologia. Speriamo che una dimensione più europea dia più spazio all’ambiente..