IL VIMINALE: ULTERIORE MESSA A PUNTO DELLE MISURE DI SICUREZZA
15 March, 2004
Le future mosse di al Qaida, secondo l'intelligence israeliana L'Italia possibile prossimo obiettivo ROMA – Agenti dei servizi a Madrid fin da oggi per collaborare con i colleghi spagnoli alle indagini; adesione pronta e totale all'ipotizzato vertice straordinario dei ministri dell'Interno della Ue e soprattutto, massima allerta in Italia dove saranno ulteriormente messe a punto le misure di sicurezza. Anche se non vi è ancora la certezza assoluta che a “firmare” la strage di Madrid sia stato il terrorismo islamico. È la sintesi di quanto si sono detti i «capi» della sicurezza che ieri si sono riuniti al Viminale per un vertice straordinario presieduto dal ministro Giuseppe Pisanu. Ufficialmente l'intento della riunione è stato quello di «esaminare la situazione generale creatasi dopo i tragici fatti di Madrid», ufficiosamente è servita a fare il punto per capire quanto rischiamo. E anche se, a giudizio degli esperti, «le misure poste in essere risultano adeguate ai rischi che oggi si possono ragionevolmente ipotizzare» recita la nota diffusa dal Viminale, il ministro Pisanu ha deciso «l'ulteriore messa a punto dei nostri dispositivi di sicurezza contro ogni prevedibile azione terroristica». I capi di Sismi, Sisde e Cesis, Pollari, Mori e Del Mese, il capo della Polizia, De Gennaro, e il comandante generale dei carabinieri, Bellini, il comandante della Finanza speciale, il capo di gabinetto del ministero dell'Interno, prefetto Mosca. Insieme per qualche ora per tracciare dei punti fermi e stabilire quali saranno le prossime mosse in materia di sicurezza. Tutti abbottonati e parchi di rivelazioni, dopo il vertice. Si sa però che nelle priorità restano, tra gli 8000 obiettivi individuati fin dopo l'11 settembre, i nodi nevralgici dei trasporti. Aereoporti – abbiamo già annunciato l'arrivo a Fiumicino di altri 1200 uomini delegati alla sicurezza – e scali ferroviari. È questa la novità: controlli più costanti e accurati anche sui treni con il potenziamento del personale e dei mezzi. Per il momento si pensa a controlli a campione sui bagagli e all'impiego sempre più massiccio di agenti in borghese. Prese in esame anche le proposte dei piloti per i «voli sicuri», ossia agenti dei Nocs e dei carabinieri del Gis non più in servizio da impiegare in borghese a bordo degli aeromobili. E poi intenso lavoro di Intelligence in collaborazione con i colleghi degli altri paesi Ue. In questo quadro assume particolare rilievo la sollecitazione del ministro tedesco Otto Schilly per un vertice straordinario dei responsabili Ue della sicurezza. Proposta che ora Bruxelles dovrà esaminare ma che ha trovato d'accordo il nostro Pisanu. Anche se il Viminale insiste nel mantenere aperte tutte le piste sulla responsabilità del massacro di Madrid. «Gli elementi tecnici e le informazioni acquisiti in campo internazionale – si sottolinea nella nota diffusa al termine dell'incontro – non danno indicazioni univoche sulle reali responsabilità della strage di Madrid». Certo è che la preoccupazione è molta e anche l'ulteriore giro di vite nei controlli stabilito dal ministero va nella direzione di una prevenzione assolutamente necessaria. Con particolare attenzione a cinque città – Roma, Milano, Bologna, Perugia e Napoli – indicate in una circolare del Viminale. E ieri il sito israeliano Debka, specializzato nelle questioni di intelligence, indicava l'Italia come possibile prossimo obiettivo nel mirino di al Qaida: «Prima di Regno Unito e Usa, a meno che bin Laden non opti per attacchi simultanei». Dal dicembre 2002, tre mesi prima dell'intervento in Iraq – scrive Debka – «al Qaida ha iniziato a emettere diverse fatwa (editti religiosi), che designavano i suoi principali teatri di operazione in Europa. La Turchia era il primo: ai fondamentalisti islamici veniva data la missione di ritrovare l'onore e la gloria dei califfati ottomani, sconfitti dalle forze cristiane nel 1917. Poi – scrive Debka – veniva la Spagna, dove al Qaida ha ordinato ai musulmani di ripristinare il reame perduto in Andalusia: l'Italia era al terzo posto, perché i fondamentalisti musulmani vedono Roma come il centro mondiale dell'eresia per via del Vaticano e del Papa». Per questo, secondo il sito israeliano, prima è stata colpita la Turchia, con le bombe che hanno fatto 63 morti a Istanbul nel novembre scorso. Ora la Spagna. «E il prossimo obiettivo potrebbe essere l'Italia». Il Viminale prova a gettare un po' d'acqua sul fuoco: Debka, l'11 marzo scorso, a poche ore dalle stragi di Madrid, aveva infatti sostenuto che l'organizzazione islamica è meno attiva in Italia, dove il controterrorismo non dà tregua alle cellule estremiste. (s.m.)