Gambino, leader ambulanti
21 October, 2003
Il 60 per cento dei veicoli commerciali non catalizzati in circolazione si trova nei mercati. Gli ambulanti sono finiti più volte nell´occhio del ciclone. «Siamo troppi» spiega Vittorio Gambino, segretario dell´Anva-Confesercenti, l´associazione più rappresentativa. Siete troppi e inquinate più degli altri, come è possibile? «E´ vero i nostri mezzi sono vecchi, ma c´è un problema economico. Bisogna calcolare che a Torino c´è un posto ambulante ogni 29 abitanti, una media che supera qualsiasi altra città. La concorrenza è così alta che non ci sono risorse sufficienti per sostituire i furgoni». Ma la Provincia ha fatto un accordo per una serie di sconti sull´acquisto degli autocarri a metano, non basta? «Si parla di agevolazioni, servono invece contributi, incentivi veri. La stagnazione commerciale di questa città, d´altra parte, non lascia alternative. Eppure tocca alle istituzioni farsi carico del problema». Non le sembra un po´ esagerato invocare sempre l´aiuto pubblico? «Siamo in 5 mila, un terzo di tutte le attività commerciali torinesi. Una cifra spropositata. Abbiamo proposto di ridurre il numero degli ambulanti, eliminare i banchi dove c´è un esubero accertato, sfruttando le regole Inps. L´Istituto di previdenza garantisce una pensione minima a quel commerciante che decide, tre anni prima del pensionamento di consegnare licenza e autorizzazione. Aspettiamo una risposta». Sulle fasce orarie vietate, invece, avete trovato un accordo. Come giudica la politica di Palazzo civico? «Mi sembra una buona iniziativa, abbiamo firmato un patto con l´assessore alla viabilità Maria Grazia Sestero. E´ una soluzione pragmatica, perché consente di attraversare la città anche a tutti gli operatori che lavorano nei mercati della provincia». (f.m.)