NON SIAMO NEMICI DEGLI ALBERI
di GABRIELE ALBERTINI
17 March, 2004
Vorrei rassicurare i cittadini: concitati allarmi lanciati in questi giorni potrebbero far pensare che a Milano sia in corso una strage degli innocenti alberi. Non è così. Tanto meno per far posto alle automobili. Il fatto è che tutti condividono l’obiettivo di togliere le macchine dalle strade per sistemarle in parcheggi sotterranei. In qualche caso, in pochi casi, questo obiettivo condiviso comporta, purtroppo, l’abbattimento di qualche pianta. Quante? Per non restare nel generico e per non affidarsi alla pura declamazione - come talvolta accade con la denuncia e la protesta - ecco qualche dato. Con i 25 cantieri aperti e con quelli di prossima apertura, a breve/medio termine toglieremo dalle strade almeno 38 mila auto in sosta, in realtà 59.000, giacché almeno 7.000 dei nuovi posti-auto saranno disponibili a rotazione: con una media di quattro turni al giorno, (28.000 auto). Quanti saranno quindi gli alberi immolati sull’altare del parcheggio sotterraneo? Saranno 6 - dicasi sei. Perché? Facciamo due conti: le piante da abbattere infatti sono in tutto 195, delle quali però 12 sono già morte e andrebbero abbattute comunque. Ne restano 183, ma 177 saranno ripiantumate. All’appello dunque ne mancheranno, appunto, solo sei. Sei alberi sacrificati a fronte di 59 mila auto in sosta sotterrate. Che riusciranno perfino a portare qualche beneficio ai «sopravvissuti»: è noto infatti che la lunga sosta di una macchina sulle radici di un platano non è il massimo beneficio a cui la pianta possa aspirare. Probabilmente molti di coloro che protestano per l’abbattimento di un albero, parcheggiano serenamente sulle sue radici. Sia chiaro, sacrificare una pianta, quale che sia la ragione, non fa piacere a nessuno. Ma è davvero così catastrofica la soppressione di 6 alberi per togliere dalle strade decine di migliaia di automobili? Se qualcuno poi pensa (o addirittura scrive) che il verde a Milano vada diminuendo, ecco qualche altro dato fornito con documenti alla mano: dal 2000 al 2003 sono stati piantati 10.900 nuovi alberi. Prevalentemente là dove il verde è più fruibile: nei parchi e nei giardini. Dal 1997 ad oggi nel verde pubblico sono stati investiti 232 milioni di euro. Nel ’97, all’inizio del mio mandato, a Milano c’erano 10 milioni di metri quadrati di verde, cioè 7,6 a testa. Oggi sono 18 milioni, 13,5 a testa. Nel 2006, al termine del mio mandato, saranno 20 milioni. Molti parchi sono stati ampliati, e risistemati. Ne sono stati realizzati di nuovi, soprattutto in periferia. Si sta cingendo la città con una «green belt», una grande cintura verde. Intanto si progettano due grandi parchi centrali (vogliamo provare a chiamarli central park?): i Giardini di Porta Nuova sull’area Garibaldi-Repubblica, e quelli sull’area della Fiera. Insomma, il verde a Milano aumenta. E molto. Ma il fatto è che tutti vogliamo poter posteggiare (gratis) sotto casa di notte, sotto l’ufficio di giorno e non vogliamo che si tocchino gli alberi che vediamo dalle nostre finestre; però ci disturbano gli altri che vengono a posteggiare sotto casa nostra di notte o sotto il nostro ufficio di giorno. Qualcuno ci chiede: «Perché costruite i parcheggi nelle piazze alberate? Andate a costruirli dove non ci sono alberi». Rispondiamo: fate un giro per Milano e diteci quante sono le piazze senza alberi. Comunque, i parcheggi vanno fatti dove servono, altrimenti non vengono utilizzati. E’ molto istruttivo il caso di viale Piave sul quale molto si è scritto. I lavori di sistemazione della linea tranviaria imponevano l’abbattimento di qualche pianta. Proteste. Si decide di salvare gli alberi, restringendo la sede stradale e sacrificando così 80 posti auto. Ancora proteste. Degli stessi? E’ probabile. Intanto a pochi metri di distanza il bellissimo autosilo di viale Majno, costruito con grandi sforzi organizzativi e finanziari, è semideserto.