Pedalare meglio per faticare meno - del 03.02.2004
19 March, 2004
Quando si parla di biciclette, ognuno di noi è convinto di aver ben chiaro in mente di cosa sta parlando. La bicicletta, in fin dei conti, è un veicolo a due ruote, senza motore, nel quale il movimento in avanti viene prodotto dal guidatore attraverso la spinta sui due pedali. In realtà questo veicolo, che tutti pensiamo di conoscere e comprendere, è un oggetto ingannevolmente semplice. Esiste un tipo di bicicletta che sia più comoda, che si guidi meglio, che faccia fare meno fatica di altre? La risposta è: sì. Ma quale ? Per scoprirlo occorre capire le modalità, fisiologiche e meccaniche, attraverso le quali la nostra "fatica" si trasforma in energia cinetica e quindi in un piacevole modo di pedalare. Una bicicletta, per quanto tecnicamente perfetta e registrata in maniera impeccabile, non funziona da sola. Il corpo umano, il nostro corpo, è infatti una parte assolutamente essenziale dell'assieme bicicletta/ciclista. Il punto di partenza per la ricerca dell'efficienza e della comodità non può che essere il sellino. Innanzitutto il tipo di sella, che deve essere di buona qualità; quindi, importantissima, l’impostazione della nostra posizione in sella (chi guiderebbe l’auto con il sedile nella posizione sbagliata?). Tre sono le regolazioni: 1) l’altezza della sella da terra, che deve permettere alla gamba di stendersi completamente, anche se in questo modo si arriva, giustamente, a toccare il terreno con la sola punta del piede; spesso è proprio l’errata altezza che determina il mal di schiena - 2) l’inclinazione della sella, che deve essere il più orizzontale possibile; anche qui spesso molti effetti dei fastidi all'inguine lamentati dai ciclisti dipendono da un erroneo posizionamento del sellino, in genere dalla punta troppo alzata - 3) la distanza della sella dal manubrio: pochi sanno che è possibile, sia pure di poco, avvicinare o allontanare la sella al manubrio; l’operazione permette di inclinare di più o di meno (la posizione giusta è intorno ai 45°) il proprio corpo e avvicinarlo al baricentro che è posizionato suoi pedali, la nostra spinta propulsiva. Però attenzione, schiena inclinata non vuol dire schiena curva: se avviene questo vuol dire che si fatica a raggiungere con le braccia il manubrio. Certo, poi è importante il tipo di bici che si sta usando. Mountain bike e bicicletta da città, per esempio, non sono la stessa cosa, la posizione che il manubrio fa assumere al ciclista è molto diversa. Un altro fattore che determina più fatica del necessario è la larghezza dei copertoni, che nella mountain bike esercitano molto più attrito sul terreno, su sterrato sono utilissimi, in città no. Siccome di fare più fatica del necessario non ce n’è bisogno, attenzione quindi a non privilegiare solo il prezzo quando si acquista una bici.