19.10.2003 Città fuori norma e blocchi blandi
21 October, 2003
Partono più o meno in questi giorni i provvedimenti antismog: essendo autogestiti a livello locale sono come al solito un campionario di differenze quasi sempre immotivate, o forse motivate da vicende politiche neanche del tutto consapevoli. Perché, tanto per dirne una, i giorni di limitazione al traffico dei non catalizzati sono il mercoledì e giovedì a Torino, il giovedì e venerdì nelle città venete, e solo il mercoledi nelle città toscane? Forse non c’è risposta a questa domanda, non credo abbia a che fare col genius loci o coi dialetti. Nell’apparente e anche reale casualità si possono però leggere alcune linee di tendenza. Tutti si stanno concentrando sulla limitazione dei non catalizzati: per alcune ore al giorno (Emilia,Lombardia) per alcuni giorni alla settimana (Veneto Toscana Napoli Torino) o quasi permanente (Roma, che però solo in casi eccezionali ferma i motorini non kat). Addirittura Lombardia Toscana e Torino, al momento, non prevedono più le targhe alterne che avevano già fatto e che fermavano anche i catalizzati. Che dire? C’è il rischio che questi provvedimenti solo contro i non catalizzati, e così graduali, si limitino a dare una spintarella al ricambio del parco auto senza ridurre l’uso dell’auto in città, con pochi effetti sullo smog e nessun effetto sulla riduzione dei gas di serra, dato che la catalizzazione non riduce l’anidride carbonica. L’Emilia resiste a tenere almeno il giovedì le targhe alterne. E in sorprendente controtendenza rispetto al rischio di smollacciamento generale, è scesa in campo Verona che è riuscita a coordinare, senza la Regione, le altre città venete e a ottenere che, da fine gennaio, nei due giorni settimanali di fermo dei non catalizzati si facciano anche le targhe alterne in tutti i capoluoghi veneti. Seguiremo le prossime puntate. * * * * La maggior parte delle città italiane è fuori norma per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico e la raccolta differenziata dei rifiuti. Cioè per i due più significativi parametri della qualità ambientale di una città, anche se magari non incidono più di tanto sul fascino del contesto urbano. Il dato emerge, tra gli altri, dal rapporto annuale Ecosistema Urbano a cura di Ambienteitalia e Legambiente presentato due giorni fa a Cremona.(Trovate classifiche e altri materiali su www.ecodallecitta.it) Probabilmente quella che sto scrivendo è una non-notizia, una ovvietà, ovvio che siamo fuorilegge, ma persino a me che sono ormai abbastanza addetto ai lavori sembra invece una questione viva, e inoltre non inevitabile. Chiariamo innanzitutto che stiamo parlando di norme europee per quanto riguarda la qualità dell’aria e di norme italiane per la raccolta differenziata. Nel 2002 il 65% dei capoluoghi di provincia era al di sopra della media consentita dalla direttiva europea per le micropolveri e/o per il biossido di azoto. Tutte le12 grandi città italiane erano al di sopra della media per almeno un inquinante dell’aria. E’ da notare che nel 2005 la media consentita si abbasserà ancora. Per la raccolta differenziata dei rifiuti si tratta del mancato rispetto degli obiettivi posti dalla legge Ronchi. Alla fine del 2001 avrebbe dovuto essere raccolto in modo differenziato il 25% dei rifiuti, e invece nell’80 % dei capoluoghi italiani non lo è ancora..alla fine del 2002. Pensate che nel 2003 bisognerebbe raggiungere l’obiettivo del 35%! La capitale Roma, che pure dal rapporto Ecosistema Urbano ha ricevuto una “menzione” per lo sforzo di limitare il traffico inquinante, è al palo nella raccolta differenziata. (Vorrei ricordare che le discariche non sono solo un fastidio per chi ci abita vicino, ma soprattutto un fattore di inquinamento del suolo e sottosuolo e di emissione di gas di serra..) Dunque, al di là delle opinioni e dei gusti che si possono avere in materia, ci sono delle norme che non vengono rispettate. Il punto da discutere è : quanto sono cogenti le norme di cui stiamo parlando? a violarle si rischia solo un comunicato stampa di ambientalisti che protestano? Come potete immaginare la questione è assai complessa. Sul regolamento attuativo della legge Ronchi ancora si discute. Ci sono però Regioni che stanno introducendo multe per i comuni che non rispettano gli obiettivi della raccolta dierenziata. ( Persino Torino rischia di pagarla per una legge piemontese.)E viceversa ci sono pressioni per condonare: anche gratis in questo caso… Per quanto riguarda lo smog in alcuni casi si muove la magistratura ma bisogna ammettere che non si è mai arrivati a condanne. Le sanzioni per gli enti locali che non rispettano la direttiva europea saranno piuttosto sanzioni comunitarie e se ne parlerà dal 2005. E’ anche ipotizzabile una situazione tipo quote latte,e a meno che sottobanco l’Italia non riesca a manovrare prima arriveranno multe da Bruxelles. E’ l’ipotesi più probabile, e a quel punto si aprirà lo scaricabarile tra governo centrale, regioni, province e comuni.