Inceneritore, nuovo stop da Rivoli
Ritirata la mozione per la variante al Piano regolatore
27 April, 2004
Giuseppe Sangiorgio Colpo di scena al Consiglio comunale di Rivoli: a mezzanotte e mezza il sindaco Antonino Boeti, Ds, ritira la mozione d’indirizzo che avrebbe dato via libera alla variante di piano regolatore, necessaria per offrire 100 mila metri quadri di territorio alla società del Sito, in modo da consentire la costruzione di un inceneritore sempre più a rischio, almeno sull’area della Servizi Industriali. Per Boeti quello di ieri era l’ultimo Consiglio comunale prima delle elezioni di giugno. Poi l’attuale primo cittadino lascerà il testimone dopo 9 anni di amministrazione. La serata, nella palazzina rosa del Consiglio comunale di Rivoli, si è iniziata con una grande protesta, una battaglia di striscioni «contro l’impianto», con centinaia di manifestanti in T-shirt su cui campeggiava un grande «no all’inceneritore». Oggetto del contendere, come detto, qella mozione d’indirizzo su cui il sindaco pare avesse avuto la garanzia del «sì» dalla sua maggioranza. Battaglia di cittadini, anticipata da volantini diffusi dalle associazioni ecologiste, fra cui «Salvaguardia dell’Ambiente», guidata da Bruno Pecchio, che accusa Boeti di ricevere «ordini da Chiamparino», ossia dal sindaco di Torino. Nel testo il comitato di Pecchio denuncia che «le ceneri del termovalorizzatore producono diossine», fanno «aumentare del 42 per cento la nascita di bimbi malformati». Il sindaco Boeti, prima di avviare la bagarre e mentre i costestatori stanno arrivando alla spicciolata, legge gli attacchi alle sue scelte e li boccia senza esitare. «Sono tutte falsità - dice - fra l’altro nella riunione dei sindaci si era deciso di costruire un solo termovalorizzatore al posto della Servizi industriali, in una zona già di per sé inquinata, che, con una struttura dell’ultima generazione non potrà che migliorare l’attuale situazione bruciando rifiuti senza creare i problemi vissuti sino ad oggi». Boeti ricorda un fatto che «tutti pare abbiano dimenticato»: se l’inceneritore dovesse sorgere al Gerbido, «servirebbe soltanto Torino, mentre alla Servizi Industriali, sarebbe a disposizione di tutta la provincia». Questione di grande rilevanza, dice il sindaco di Rivoli. Ribatte per l’opposizione il vice presidente del Consiglio, Francesco Senatore di Forza Italia: «Il problema rifiuti, prima o poi, se non vogliamo fare la fine della Campania, dev’essere risolto. Ma c’è modo e modo: perché il centro-sinistra (e qui a sostegno di Boeti ci sono sia i Verdi, sia Rifondazione comunista) non ha informato la popolazione? Perché non ha portato in aula un tecnico della società Trm (Trattamento rifiuti metropolitani) per spiegarci che cosa accadrà con il nuovo inceneritore?». Richiesta avanzata pure dal Comitato per la Salvaguardia dell’Ambiente. «Proponiamo - spiega Pecchio - di mettere a confronto tre tecnici dell’amministrazione o della società Trm con tre nostri esperti. Se tutti ci diranno che il nuovo brucia-rifiuti non è dannoso per la salute, allora potremmo ragionarci su». Ma secondo quest’ala ambientalista, la verità è ancora un’altra: «Qui i giochi sono fatti da anni, ma nessuno vuole assumersi le responsabilità di una realizzazione che ha ancora troppe incognite sulla salute degli abitanti delle zone interessate. Quindi Rivoli mette un proprio mattone, offrendo 100 mila metri quadrati del suo territorio per dare via libera al trasferimento della Servizi Industriali, Rivalta ne mette un secondo con 42 mila e, di questo passo, si arriva all’inceneritore senza che nessuno possa accusare nessuno di averne consentito la costruzione». Poi il dibattito in aula: la voce della città espressa in una decina d’interventi del pubblico, l’impressione che il sindaco sia lasciato solo anche dal centro-sinistra. E a quel punto Antonino Boeti decide: «Ritiro il documento, una mozione su cui si deve ancora riflettere». Lo farà la prossima amministrazione. Dopo il voto di giugno.