Inzago (Milano), nuova discarica sempre più vicina
Al termine della conferenza dei servizi del 19 maggio scorso Regione Lombardia e Provincia di Milano danno praticamente l'ok alla richiesta della società Transeco di riempire una terza cava nel comune del milanese. Il sindaco, i cittadini e gli ambientalisti si oppongono. E le altre notizie di Ecosportellonews
24 May, 2004
Per dieci anni ha ospitato un paio di buche nelle quali finiva gran parte dei rifiuti milanesi. Nel dicembre 2003 ha cessato di funzionare, con gran sollievo degli abitanti. Ora però rischia di riaprire. E i rifiuti non finirebbero nelle buche già abbondantemente riempite in questi anni, ma in un'altra cava, proprio a fianco di quelle appena esaurite. Il tutto gestito dalla Transeco, società che da più di un anno chiede a Provincia di Milano e Regione Lombardia di poter accogliere nel piccolo comune del milanese altri rifiuti. Nonostante le proteste di cittadini e sindaci della zona, soprattutto di quello di Inzago, Acquati. Obiezioni e proteste pare al momento siano state vane dato che il 19 maggio, Regione e Provincia di Milano hanno sostanzialmente dato il via libera al rinnovo dell'autorizzazione alla Transeco. Questione di giorni, ma una nuova discarica a Inzago si farà. Ai cittadini del comune e delle zona della Martesana che ospitano già diversi impianti di smaltimento impattanti, sembra proprio una beffa. Inzago figura pure tra i comuni ricicloni del milanese. "Serve una discarica in provincia di Milano", ha detto Cocchiaro, assessore della Colli a Palazzo Isimbardi. La Regione è d'accordo. I cittadini sono arrabbiatissimi e nulla è da escludere, a cominciare dal blocco a oltranza del nuovo impianto. Urla, fischi e qualche imprecazione, minoritaria per la verità, hanno reso evidente il 19 maggio scorso, di fronte all'assessorato regionale all'ambiente dove si svolgeva la conferenza dei servizi, quanto poca sia la pazienza rimasta ai cittadini del piccolo comune. Legambiente e Verdi, presenti al presidio, fanno sapere di essere a fianco dei cittadini. E annunciano dure mobilitazioni, simili a quelle che all'inizio degli anni Novanta riuscirono a bloccare la discarica di Buscate e poi a far chiudere quella di Cerro Maggiore.