Rimedi ambientalisti al grande caldo
Alternative all’aria condizionata. Da un dibattito del 10 giugno con Cianciullo e Mercalli. E a Bologna spuntano i tetti verdi di Tokyo. Un ventilatore consuma almeno venti volte meno di un condizionatore
10 June, 2004
PREMESSA: ANCHE SE I VENTILATORI NON SONO L'IDEALE CONSUMANO MOLTO MENO DEI CONDIZIONATORI D'ARIA. I ventilatori sono attorno ai 60 Watt i condizionatori superano i 1000. di Alessandra Mazzotta L’era glaciale che congela l’intero emisfero boreale, con migliaia di chilometri quadrati di coste sepolte dal mare: scenari apocalittici da “L’alba del giorno dopo”. Fantaclimatica alla Emmerich? Vero è che persino “Hollywood ha scommesso sulla ‘popolarità’ dei cambiamenti climatici”, sorride Antonio Cianciullo, giornalista ambientalista de La Repubblica, durante la presentazione del suo nuovo libro “Il grande caldo”. (Incontro organizzato dai Verdi e avvenuto al Centro Sereno Regis di Torino, giovedì 10) Dal grande freddo cinematografico al grande caldo di queste estati (e di questi giorni, con la colonnina di mercurio che già tocca i 37° in alcune città italiane). ”Il clima è più o meno stabile da 10mila anni – continua -, con una variazione di circa un grado, ma bruciando petrolio abbiamo immesso nell'aria così tanta anidride carbonica come mai da 4mila anni a questa parte”. Risultato? L'alluvione del 2002, i 27mila morti per il caldo del 2003. “E secondo gli scienziati questi fenomeni aumenteranno ancora”. Come affrontare allora il problema del caldo, soprattutto nelle città? ”Il caldo è un problema che si può risolvere con accorgimenti come la costruzione intelligente degli edifici (muri spessi, giardini sui tetti), l'uso intelligente dei trasporti. Costruire le città sull'aria condizionata non è invece una soluzione saggia”, è convinto Cianciullo. “Anche perché l'aria fredda – che è quella dei ricchi, che possono permettersela - non fa che peggiorare quella calda - dei poveri -, diventando sempre più un bisogno indotto”. Pessimista il meteorologo Luca Mercalli: "Finché i condizionatori ci sono e costano così poco, la situazione non migliora. Bisognerebbe abbattere le città costruite negli ultimi 50 anni e rifarle come quelle di 200 anni fa, ma è ovviamente impossibile. E ci vorrebbe più verde: nelle città per colpa dell’asfalto ci sono 3° in più rispetto alle campagne”. Mentre il “clan della betoniera” avanza. “E’ grazie a persone come Mercalli e Cianciullo se oggi chi si occupa di risparmio energetico non è più visto come un eccentrico”, commenta Roberto Tricarico, assessore al Comune di Torino. “Noi siamo riusciti a ridurre di un terzo le richieste di condizionatori negli uffici di rappresentanza del Comune. E le nuove costruzioni dei Villaggi Olimpici sembrano tenere conto delle questioni ambientali. Io sono accalorato, ma non pessimista”. Sì, ma non basta: “Bisogna martellare le persone per far capire quello che sta succedendo, l’Italia è ancora troppo arretrata sia dal punto di vista della consapevolezza, sia da quello tecnico”, aggiunge Massimo Serafini (leggi l'intervista), presidente di Legambiente nazionale. Una rivoluzione, culturale innanzitutto: “Per far cambiare le abitudini alle persone non si devono sottolineare i ‘sacrifici’ di certe scelte, ma occorre puntare sul piacere, sul presente e sul vantaggio individuale che se ne trae, mostrando soluzioni concrete ed accessibili. Consapevoli che queste ricadute non sono solo edonistiche ma anche politico-energetiche, perché riguardano la difesa di sistemi energetici alternativi”, conclude Cianciullo.